jimmorrison89
Well-known member
Giuro solennemente che questa serata, dopo tanto tempo, ero uscito con la buona intenzione di divertirmi e non fare il mio solito daydreaming e dissociarmi nel mio mondo fatato, contaminato da perversioni e stregue di qualche affermazione del passato. Or dunque, stiamo in 15 di noi, donne e uomini, stessa età, chi più, chi meno, ma in linea generale tutti quanti ormai con stesse responsabilità, chi studia per magistrali, dottorati, chi lavora etc etc. Sembrava di stare in una situazione tranquilla, quando ad un certo punto mi giunge all’orecchio, una conversazione tra due miei amici, che raramente ho visto conversare.
Lui a lei le chiede se fosse ancora col suo ragazzo, badate bene, questa qui è uno spettacolo da guardare, bassina, ma con forme giustissime, stava seduta vicino a me e dio spero solo che fosse un caso che mi stesse facendo il piedino tutto il tempo solo perché stavamo stretti. Lei risponde che “no, forse, cioè non si sa”. Neanche a farlo a posta, viene una altra mia amica vicino a me e con un fare tutto sorridente mi fa che forse si lasciava con il ragazzo.
Ma quanto diamine deve essere imbarazzante e ridicolo parlare così del proprio partner, quanto diamine deve essere brutto parlare così di una persona con la quale hai condiviso esperienze, il tuo corpo, le tue emozioni, i tuoi sentimenti per poi buttarla così, in un tavolino angusto di un bar alle 2:00 di mattina?
Non ho retto, mi sono immaginato nei panni di quei due ragazzi che simultaneamente venivano deturpati del proprio rispetto, del proprio onore.
Signori, badate bene, qui ormai siamo in un tinder versione virtuale, ormai la persona nel 2025, in Occidente, è pensato come un bene di scambio dove al primo danno, al primo difetto, deve essere esposto, urlato, ammonito in una enorme platea e successivamente buttato. Risata di circostanza e la rimanente mezz’ora in mutismo selettivo, mi sono sentito anche patetico nel mostrare (a me stesso, all’esterno credo di essermi defilato come persona indifferente) empatia per questi ragazzi. Tornando a casa mi è sorto questo dubbio; e se anche le ragazze con la quale ho donato i miei sentimenti, il mio intelletto, il mio corpo, hanno parlato di me così? Ed ora punti saliente, perché no, non è finita qui: come si può evitare di essere deturpati in tal modo, come si può evitare che la nostra dignità vada a finire nel cesso. Questa sera non ero uno di quei due ragazzi, ma forse lo sarò stato, forse un giorno lo sarò, forse no. Ho una enorme paura, credetemi, paura, più avanza il tempo, più credo che ormai sia finita, ma intellettualmente e mentalmente.
Spero in una rivoluzione culturale per spazzare via la tracotanza, la prepotenza, l’ignoranza di uomini e donne che hanno tracciato e stanno facendo perseguire questo ignobile via.
Oppure sono miei deliri, sono mie nefandezze. Chissà.
Lui a lei le chiede se fosse ancora col suo ragazzo, badate bene, questa qui è uno spettacolo da guardare, bassina, ma con forme giustissime, stava seduta vicino a me e dio spero solo che fosse un caso che mi stesse facendo il piedino tutto il tempo solo perché stavamo stretti. Lei risponde che “no, forse, cioè non si sa”. Neanche a farlo a posta, viene una altra mia amica vicino a me e con un fare tutto sorridente mi fa che forse si lasciava con il ragazzo.
Ma quanto diamine deve essere imbarazzante e ridicolo parlare così del proprio partner, quanto diamine deve essere brutto parlare così di una persona con la quale hai condiviso esperienze, il tuo corpo, le tue emozioni, i tuoi sentimenti per poi buttarla così, in un tavolino angusto di un bar alle 2:00 di mattina?
Non ho retto, mi sono immaginato nei panni di quei due ragazzi che simultaneamente venivano deturpati del proprio rispetto, del proprio onore.
Signori, badate bene, qui ormai siamo in un tinder versione virtuale, ormai la persona nel 2025, in Occidente, è pensato come un bene di scambio dove al primo danno, al primo difetto, deve essere esposto, urlato, ammonito in una enorme platea e successivamente buttato. Risata di circostanza e la rimanente mezz’ora in mutismo selettivo, mi sono sentito anche patetico nel mostrare (a me stesso, all’esterno credo di essermi defilato come persona indifferente) empatia per questi ragazzi. Tornando a casa mi è sorto questo dubbio; e se anche le ragazze con la quale ho donato i miei sentimenti, il mio intelletto, il mio corpo, hanno parlato di me così? Ed ora punti saliente, perché no, non è finita qui: come si può evitare di essere deturpati in tal modo, come si può evitare che la nostra dignità vada a finire nel cesso. Questa sera non ero uno di quei due ragazzi, ma forse lo sarò stato, forse un giorno lo sarò, forse no. Ho una enorme paura, credetemi, paura, più avanza il tempo, più credo che ormai sia finita, ma intellettualmente e mentalmente.
Spero in una rivoluzione culturale per spazzare via la tracotanza, la prepotenza, l’ignoranza di uomini e donne che hanno tracciato e stanno facendo perseguire questo ignobile via.
Oppure sono miei deliri, sono mie nefandezze. Chissà.