Rettile
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Non so neanche bene che titolo dare a questo post ma credo sarà un po' lungo perché voglio analizzare con voi il fenomeno degli shooters ma non solo,
parlo di qualsiasi persona sia senza amici ma in un senso radicale ovvero che si azzarda molto raramente ad approcciarsi con qualcuno su qualsiasi cosa. Sto parlando di persone senza qualche sorta di condizione pregressa (es. quello che nella psicosbirria viene definito patologia tipo sociopatia ecc) ma che hanno un reale antagonismo da parte delle persone che li circondano, prendiamo d'esempio chi viene bullizzato a scuola ecco in alcuni casi (non saprei dire quanti) quella persona non ha amici, almeno non li ha a scuola. Siccome la gente in linea di massima ignora il bullismo considererà (anche secondo un punto di vista in parte giustificato) nemici tutti quelli che avrà attorno.
Il risultato di questa situazione è la perdita di ogni appoggio, di ogni ponte relazionale con gli altri ma anche il conflitto aperto con gli altri. In alcuni casi questa persona si spingerà ad esplicitare un conflitto che prima era subdolo, ecco secondo me come sono avvenuti alcuni massacri scolastici come quello della Columbine. In questa dinamica si può fare un parallelismo con la società del conflitto ad esempio in Marx, motivati da condizioni materiali (a differenza di quest'ultimi però non inevitabili) si spinge ad un attrito che già c'era, il problema è che una sparatoria, oppure qualche altra azione, tipo sto vedendo Control Z, una serie messicana e c'è esattamente il prototipo di persona che sto descrivendo e quello che fa è doxxare gli studenti, a differenza di una rivoluzione non può vincere, è solamente una escalation del conflitto, in alcune cose secondo me è una via che viene vista come necessaria, e il suo risultato è un peggioramento delle cose: inizialmente la gente con un piccolo-grande aiuto era disposta a empatizzare con la persona bullizzata e senza-amici ma adesso quest'ultima è automaticamente dalla parte del torto. Dal momento in cui tu commetti un fatto molto grave contro tutti allora tutti risponderanno contro di te. Non a caso i delitti nel codice penali vengono giuridicamente intesi come danni alla collettività e quindi se ne modifica la procedura processuale.
Da questo si capisce che questo fatto qua è da interpretarsi come una vendetta e la vendetta non ha senso, non lo dico su un piano morale ma proprio su un piano logico-razionale, la vendetta esce dai confini della razionalità non c'è un'utile in essa e per tanto si potrebbe dire che chi commette certe azioni non vuole proseguire un fine, e probabilmente ha un pensiero fortemente nichilista e pessimista e non vede via d'uscita perciò quello che fa è spegnere il freno inibitore.
Non ho messo l'off topic perché credo possa interessare diciamo inter-culturalmente (quindi attenzione non dico che essere incel sia una causa di commettere stragi o doxxare una scuola) gli incel, ricordiamoci che vedendo le azioni credo che Elliot Rodger sia ascrivibile in un profilo del genere.
Siccome non voglio lasciarvi con l'amaro in bocca dico quello che per me sono delle cose da tenere in conto a "soluzione" di ciò, sono cose molto generali non direttive e da interpretare come meglio credete.
Cosa possono fare le persone esterne:
La prima cosa che possono fare è, come si dice in inglese: "don't let him down", insomma non lasciar cadere una persone nell'abisso, ricordiamoci che in società siamo tutti complici. Quindi non lasciare che una persona vada per la deriva. Il problema qua purtroppo è che a volte questi fenomeni avvengono in maniera contingente: una persona che si è trasferita in un posto dove le persone hanno già fatto i gruppi di amici e magari c'è una cultura molto introversa.
E dire "fai amicizia con lui perché altrimenti s'ammazza" sebbene possa muovere qualcosa de facto non è una buona motivazione a lungo termine.
Ho provato sulla mia pelle la solitudine, ho passato 5 anni in una classe dove le persone che mi stanno più care le chiamo a malapena amici, e ho provato anche la sensazione di avere qualcuno che mi cercava di stare vicino perché pensava erroneamente che mi stessi per suicidare o roba simile e un po' si sente però il potersi sfogare con qualcuno è sempre una buona cosa, solamente una volta che volete aiutare qualcuno dovete lasciar andare tutti i vostri principi morali perbene e cazzate varie che quello che ha la gente in testa supera i confini di qualsiasi testamento.
Cosa possono fare le persone protagoniste:
Una risposta al bullismo che viene implicitamente bloccata è la reazione, questo credo che ognuno lo senta sulla propria pelle. Quando ricevete un'azione al di là dei confini diciamo etici di solito ci soffochiamo e sentiamo un grande imbarazzo, perché quella persona agendo su di noi sta trascinando noi al di fuori dei confini dell'etica ma noi, consciamente o inconsciamente, ci stiamo aggrappando alle norme del buon costume con tutta la nostra forza non rispondendo. Nel caso del bullismo però noi siamo già al di fuori dell'etica, e siamo già diventati carne da macello per il pubblico, una cosa che possiamo o dobbiamo fare è convincerci di ciò e rispondere a modo, le vittime di bullismo funzionano perché non strillano mai. Se una persona bullizzata si mettesse a gridare a squarciagola almeno l'atto in sé finirebbe, o si allontanerebbe qualcuno o si avvicinerebbe qualcun altro. Chiedere aiuto quindi è un atto che richiede coraggio ma in alcuni casi è più che doveroso.
Ovviamente questo paragrafo è molto più debole di quello di prima perché se una persona è già sul fondale delle Marianne non avrà orecchie per cui ascoltare. Però se vi trovate in una situazione dove siete soli e nemici degli altri cercate qualcuno. Cercate un amico, meglio più di un amico, cercate di entrare in sintonia con più persone. E se proprio non potete più chiedetevi sempre se le cose non potranno mai andare meglio, io potrei dare un consiglio stupido che è quello di aspettare, aspettare che la scuola finisca o che la situazione in cui sei finisca, in altri casi tirarsi fuori, però non ho le risposte esatte ripeto.
Il punto è che a differenza del conflitto marxiano questo conflitto, questa misantropia non è da vedersi come inevitabile o necessaria. Come dicevo poco prima molte volte è dovuta ad una stupidissima contingenza.
parlo di qualsiasi persona sia senza amici ma in un senso radicale ovvero che si azzarda molto raramente ad approcciarsi con qualcuno su qualsiasi cosa. Sto parlando di persone senza qualche sorta di condizione pregressa (es. quello che nella psicosbirria viene definito patologia tipo sociopatia ecc) ma che hanno un reale antagonismo da parte delle persone che li circondano, prendiamo d'esempio chi viene bullizzato a scuola ecco in alcuni casi (non saprei dire quanti) quella persona non ha amici, almeno non li ha a scuola. Siccome la gente in linea di massima ignora il bullismo considererà (anche secondo un punto di vista in parte giustificato) nemici tutti quelli che avrà attorno.
Il risultato di questa situazione è la perdita di ogni appoggio, di ogni ponte relazionale con gli altri ma anche il conflitto aperto con gli altri. In alcuni casi questa persona si spingerà ad esplicitare un conflitto che prima era subdolo, ecco secondo me come sono avvenuti alcuni massacri scolastici come quello della Columbine. In questa dinamica si può fare un parallelismo con la società del conflitto ad esempio in Marx, motivati da condizioni materiali (a differenza di quest'ultimi però non inevitabili) si spinge ad un attrito che già c'era, il problema è che una sparatoria, oppure qualche altra azione, tipo sto vedendo Control Z, una serie messicana e c'è esattamente il prototipo di persona che sto descrivendo e quello che fa è doxxare gli studenti, a differenza di una rivoluzione non può vincere, è solamente una escalation del conflitto, in alcune cose secondo me è una via che viene vista come necessaria, e il suo risultato è un peggioramento delle cose: inizialmente la gente con un piccolo-grande aiuto era disposta a empatizzare con la persona bullizzata e senza-amici ma adesso quest'ultima è automaticamente dalla parte del torto. Dal momento in cui tu commetti un fatto molto grave contro tutti allora tutti risponderanno contro di te. Non a caso i delitti nel codice penali vengono giuridicamente intesi come danni alla collettività e quindi se ne modifica la procedura processuale.
Da questo si capisce che questo fatto qua è da interpretarsi come una vendetta e la vendetta non ha senso, non lo dico su un piano morale ma proprio su un piano logico-razionale, la vendetta esce dai confini della razionalità non c'è un'utile in essa e per tanto si potrebbe dire che chi commette certe azioni non vuole proseguire un fine, e probabilmente ha un pensiero fortemente nichilista e pessimista e non vede via d'uscita perciò quello che fa è spegnere il freno inibitore.
Non ho messo l'off topic perché credo possa interessare diciamo inter-culturalmente (quindi attenzione non dico che essere incel sia una causa di commettere stragi o doxxare una scuola) gli incel, ricordiamoci che vedendo le azioni credo che Elliot Rodger sia ascrivibile in un profilo del genere.
Siccome non voglio lasciarvi con l'amaro in bocca dico quello che per me sono delle cose da tenere in conto a "soluzione" di ciò, sono cose molto generali non direttive e da interpretare come meglio credete.
Cosa possono fare le persone esterne:
La prima cosa che possono fare è, come si dice in inglese: "don't let him down", insomma non lasciar cadere una persone nell'abisso, ricordiamoci che in società siamo tutti complici. Quindi non lasciare che una persona vada per la deriva. Il problema qua purtroppo è che a volte questi fenomeni avvengono in maniera contingente: una persona che si è trasferita in un posto dove le persone hanno già fatto i gruppi di amici e magari c'è una cultura molto introversa.
E dire "fai amicizia con lui perché altrimenti s'ammazza" sebbene possa muovere qualcosa de facto non è una buona motivazione a lungo termine.
Ho provato sulla mia pelle la solitudine, ho passato 5 anni in una classe dove le persone che mi stanno più care le chiamo a malapena amici, e ho provato anche la sensazione di avere qualcuno che mi cercava di stare vicino perché pensava erroneamente che mi stessi per suicidare o roba simile e un po' si sente però il potersi sfogare con qualcuno è sempre una buona cosa, solamente una volta che volete aiutare qualcuno dovete lasciar andare tutti i vostri principi morali perbene e cazzate varie che quello che ha la gente in testa supera i confini di qualsiasi testamento.
Cosa possono fare le persone protagoniste:
Una risposta al bullismo che viene implicitamente bloccata è la reazione, questo credo che ognuno lo senta sulla propria pelle. Quando ricevete un'azione al di là dei confini diciamo etici di solito ci soffochiamo e sentiamo un grande imbarazzo, perché quella persona agendo su di noi sta trascinando noi al di fuori dei confini dell'etica ma noi, consciamente o inconsciamente, ci stiamo aggrappando alle norme del buon costume con tutta la nostra forza non rispondendo. Nel caso del bullismo però noi siamo già al di fuori dell'etica, e siamo già diventati carne da macello per il pubblico, una cosa che possiamo o dobbiamo fare è convincerci di ciò e rispondere a modo, le vittime di bullismo funzionano perché non strillano mai. Se una persona bullizzata si mettesse a gridare a squarciagola almeno l'atto in sé finirebbe, o si allontanerebbe qualcuno o si avvicinerebbe qualcun altro. Chiedere aiuto quindi è un atto che richiede coraggio ma in alcuni casi è più che doveroso.
Ovviamente questo paragrafo è molto più debole di quello di prima perché se una persona è già sul fondale delle Marianne non avrà orecchie per cui ascoltare. Però se vi trovate in una situazione dove siete soli e nemici degli altri cercate qualcuno. Cercate un amico, meglio più di un amico, cercate di entrare in sintonia con più persone. E se proprio non potete più chiedetevi sempre se le cose non potranno mai andare meglio, io potrei dare un consiglio stupido che è quello di aspettare, aspettare che la scuola finisca o che la situazione in cui sei finisca, in altri casi tirarsi fuori, però non ho le risposte esatte ripeto.
Il punto è che a differenza del conflitto marxiano questo conflitto, questa misantropia non è da vedersi come inevitabile o necessaria. Come dicevo poco prima molte volte è dovuta ad una stupidissima contingenza.