Questo è un continuo del post precedente, in cui chiedevo se dovrei continuare a fare arti marziali se mentre le faccio, per via della depressione che mi ha fatto accasciare non solo il pensiero e l'umore ma anche i muscoli, non riesco a rendere come rendevo un tempo e quindi non è bello sottopormi 5 giorni alla settimana al confronto con il mio accascio fisico. Credo però dopo avere letto le risposte degli altri utenti che continuerò a farle, tanto non spreco soldi poichè si paga una volta al mese. Almeno ci provo non dico a invertire l'accascio, ma perlomeno a rallentarlo o limitarlo. Poi se vedo che è una tortura ogni giorno torno a camminare o fare pesi o cose meno competitive in cui noto meno che sto accasciandomi.
Il problema ora è che io ho appena finito l'università in una materia umanistica
(Si, lo so che non si lavora con quelle, ma ero arrivato in università per farne una scientifica e avevo il cervello ormai fritto da problemi familiari, incellitudine e cazzi vari, e quindi non trovavo piu piacere a fare le scientifiche dato che sotto sotto quando sai che non scoperai mai o se scoperai sarai solo un beta provider ti passa la voglia di fare cose che non ti piacciono: vale sia per i lavori fisici che quelli intellettuali ma che non sono quelli intellettuali che ti piacciono. Ho quindi scelto una umanistica perchè perlomeno mi faceva venire voglia di alzarmi dal letto)
Il mio progetto, che è l'unico motivo sinceramente per cui potrei volere restare in vita, era entrare in un dottorato e poi lavorare in università come docente per parlare di questioni come la condizione maschile, la wokeness e simili, ma mi sembra ora evidente piu di prima che se non sei di sinistra non ti prendono (o se ti prendono e dici una cosa non di sinistra si pentono e ti cacciano). Quando si propone un dottorato devi mostrare di agganciarti a una tradizione gia avviata (e su questi temi ovviamente non c'è niente, e useranno questo come pretesto) e di essere originale (ma se sei originale in un senso politico che non gli piace a loro usano pure questo come pretesto) e il progetto deve essre fertile per produrre articoli e libri (ma siccome ne le case editrici ne i giornali universitari pubblicano cose su sti temi c'è il circolo vizioso per cui nessuno lo fa e vuole fare, e quei pochi che vogliono vengono ostacolati). Insomma, un motivo lo trovano per non prenderti, dato che per ogni potenziale innovatore ci sono 10000 coglioni comunisti femministi pronti a fare propaganda, e i prof cercano quelli.
Quindi: molto probabilmente non riuscirò a entrare in nessun dottorato, e non so che lavoro fare. Lavori fisici o in ufficio? Per tornare poi a casa da solo e vivere una vita cosi? No grazie. Lavori intellettuali? Beh penso che mi siano impediti. Restano solo quindi probabilmente lavori magari un po' piu particolari che magari mi diano significato, tipo boh mi piacerebbe fare l'allevatore di cani, o lavorare in qualche fattoria in un bel posto magari di montagna in cui ci sia un minimo di atmosfera familiare, felice, o non so che altro. Forse il sarto, dato che mi piace la moda? Anche se qualunque lavoro faccia, se scegliessi di farne uno, soffrirei perchè non solo dovrei reprimere la sessualità e il desiderio di avere amcii (oggi avere amici maschi che non siano coglioni comunisti beta è come trovare una 18enne con bc<10), ma dovrei reprimere pure il desiderio di parlare delle cose che mi piacciono, di convididere le mie esperienze (cosa che se non posso fare in amicizia non posso fare neanche a livello intellettuale, come intellettuale). E sto notando che in sti mesi prima che aprano i concorsi per il dottorato mi sta tornando lo stesso accascio che ebbi quando venni per la prima volta in città per l'università e mi accasciai perchè non vedevo nessun significato in quello che stavo facendo. MI sto alzando spesso ignorando la sveglia e alzandomi tardi, sto mangiando male, salto gli allenamenti coi pesi, anche se perlomeno tra poco dovrei iniziare arti marziali. Ma se il mio progetto lavorativo fallisce, sinceramente non so che cazzo fare. I maschi lavorano o per mantenere famiglia (anche se sinceramente non lo farei neanche se potessi, tanto derealizzato sono sulal natura femminile, anche solo una coppia sarei molto sospettoso delle donne) o se il lavoro gli piace. Io mi sa non avrò nulla di ste due cose, a meno che di trovare un lavoro particolare che mi faccia dimenticare il mio bisogno di comunicare le mie idee (il che comunque sarebbe un'ulteriore cicatrice dato che reprimere il bisogno di comunicare con gli altri intellettualmete è reprimere la sessualità due volte, dato che l'intellettualismo è sessualità repressa).
E lo so che sembro un bambino viziato: ma senza amici, senza figa, senza tante cose, solo un lavoro che sia di per se significativo rende la vita significativa per un uomo. E no, gli hobby non funzionano: ok, vai in palestra, cammini leggi, ma è ovvio che non è quello che DAVVERO vuoi fare. E quindi dopo 5 anni giorno per giorno, e temo il picco sarà se proverò i concorsi e non entrerò, sto spegnendomi come durante il primo anno in città in cui prima di rimettermi in sesto e cambiare materia praticamente dormivo di merda e l'unica cosa decente e divertente che facevo era fare pesi e arti marziali
Che faccio?
Il problema ora è che io ho appena finito l'università in una materia umanistica
(Si, lo so che non si lavora con quelle, ma ero arrivato in università per farne una scientifica e avevo il cervello ormai fritto da problemi familiari, incellitudine e cazzi vari, e quindi non trovavo piu piacere a fare le scientifiche dato che sotto sotto quando sai che non scoperai mai o se scoperai sarai solo un beta provider ti passa la voglia di fare cose che non ti piacciono: vale sia per i lavori fisici che quelli intellettuali ma che non sono quelli intellettuali che ti piacciono. Ho quindi scelto una umanistica perchè perlomeno mi faceva venire voglia di alzarmi dal letto)
Il mio progetto, che è l'unico motivo sinceramente per cui potrei volere restare in vita, era entrare in un dottorato e poi lavorare in università come docente per parlare di questioni come la condizione maschile, la wokeness e simili, ma mi sembra ora evidente piu di prima che se non sei di sinistra non ti prendono (o se ti prendono e dici una cosa non di sinistra si pentono e ti cacciano). Quando si propone un dottorato devi mostrare di agganciarti a una tradizione gia avviata (e su questi temi ovviamente non c'è niente, e useranno questo come pretesto) e di essere originale (ma se sei originale in un senso politico che non gli piace a loro usano pure questo come pretesto) e il progetto deve essre fertile per produrre articoli e libri (ma siccome ne le case editrici ne i giornali universitari pubblicano cose su sti temi c'è il circolo vizioso per cui nessuno lo fa e vuole fare, e quei pochi che vogliono vengono ostacolati). Insomma, un motivo lo trovano per non prenderti, dato che per ogni potenziale innovatore ci sono 10000 coglioni comunisti femministi pronti a fare propaganda, e i prof cercano quelli.
Quindi: molto probabilmente non riuscirò a entrare in nessun dottorato, e non so che lavoro fare. Lavori fisici o in ufficio? Per tornare poi a casa da solo e vivere una vita cosi? No grazie. Lavori intellettuali? Beh penso che mi siano impediti. Restano solo quindi probabilmente lavori magari un po' piu particolari che magari mi diano significato, tipo boh mi piacerebbe fare l'allevatore di cani, o lavorare in qualche fattoria in un bel posto magari di montagna in cui ci sia un minimo di atmosfera familiare, felice, o non so che altro. Forse il sarto, dato che mi piace la moda? Anche se qualunque lavoro faccia, se scegliessi di farne uno, soffrirei perchè non solo dovrei reprimere la sessualità e il desiderio di avere amcii (oggi avere amici maschi che non siano coglioni comunisti beta è come trovare una 18enne con bc<10), ma dovrei reprimere pure il desiderio di parlare delle cose che mi piacciono, di convididere le mie esperienze (cosa che se non posso fare in amicizia non posso fare neanche a livello intellettuale, come intellettuale). E sto notando che in sti mesi prima che aprano i concorsi per il dottorato mi sta tornando lo stesso accascio che ebbi quando venni per la prima volta in città per l'università e mi accasciai perchè non vedevo nessun significato in quello che stavo facendo. MI sto alzando spesso ignorando la sveglia e alzandomi tardi, sto mangiando male, salto gli allenamenti coi pesi, anche se perlomeno tra poco dovrei iniziare arti marziali. Ma se il mio progetto lavorativo fallisce, sinceramente non so che cazzo fare. I maschi lavorano o per mantenere famiglia (anche se sinceramente non lo farei neanche se potessi, tanto derealizzato sono sulal natura femminile, anche solo una coppia sarei molto sospettoso delle donne) o se il lavoro gli piace. Io mi sa non avrò nulla di ste due cose, a meno che di trovare un lavoro particolare che mi faccia dimenticare il mio bisogno di comunicare le mie idee (il che comunque sarebbe un'ulteriore cicatrice dato che reprimere il bisogno di comunicare con gli altri intellettualmete è reprimere la sessualità due volte, dato che l'intellettualismo è sessualità repressa).
E lo so che sembro un bambino viziato: ma senza amici, senza figa, senza tante cose, solo un lavoro che sia di per se significativo rende la vita significativa per un uomo. E no, gli hobby non funzionano: ok, vai in palestra, cammini leggi, ma è ovvio che non è quello che DAVVERO vuoi fare. E quindi dopo 5 anni giorno per giorno, e temo il picco sarà se proverò i concorsi e non entrerò, sto spegnendomi come durante il primo anno in città in cui prima di rimettermi in sesto e cambiare materia praticamente dormivo di merda e l'unica cosa decente e divertente che facevo era fare pesi e arti marziali
Che faccio?