Vomitorio
Well-known member
(racconto surreale incel del Vate)
Oggi, impenitente e propositivo, sono stato svegliato dal rumore dei vicini, che scopavano alle 3 di notte emettendo gemiti e versi animaleschi e mi è stato impossibile non pensare al senso della vita.
Io, povero incel incompreso, perennemente solo, senza amici, a parte il portiere del palazzo, noto segaiolo su postalmarket plurisborrati d'epoca e dalle pagine incollate, senza uno scopo nella vita, senza un lavoro, senza senso, fuori contesto, sistematicamente inadeguato, non potevo non interrogarmi sulla questione esistenziale che ci attanaglia tutti, chad, normies, normobruttini, cessi e scorfani orripilanti da bestiario medievale: qual è il senso della vita ?
Per ore, seduto sulla tazza del cesso, mentre fiotti di sciorda fluivano senza sosta, quasi a svuotarmi ancora di più quest'esistenza di merda, mi domandavo quale fosse questo senso, il perché di tanta ostinazione nel subire, da incel quale sono, le bassezze, le offese, gli inganni, le ipocrisie e la cattiveria della gente, in particolare delle perfide np, quando pare che non vi sia nessuna ricompensa, nessun traguardo per noi brutti, se non riuscire a comprare pane e formaggio.
Riflettevo e cagavo, esternavo al cesso, mio unico e fedele confessore dei segreti più reconditi, le mie incertezze, le mie paure, l'ansia di non aver mai vissuto, se non come comparsa ridicola e grottesca sul palcoscenico del mondo.
E nel mentre cagavo, espellendo l'aspro frutto del limoncello Eurospin miscelato al salmone in offerta, pregno di acido e puzzo, non potevo non pensare che, si, anche io, in verità vi dico, ho uno scopo nella vita: essere un malessere.
E' noto il dilemma "essere o malessere ?" che coglie ogni ragazzo già alla pubertà, se cioè rimanere nell'alveo della correttezza e legalità o divenire un dark triad delinquente e spaccino, con forti ascendenti sulle tossichelle, specie sinistre e da centro sociale. Chi nasce per "essere" può divenire "malessere" ? Il "malessere" ci nasce o diventa tale affinandosi per anni come un vino pregiato della Borgogna ?
Preso da questo dubbio esistenziale, consapevole del rischio mortale, ho deciso per una volta di essere malessere, almeno per un giorno, dunque così è iniziata questa mitologica giornata.
Mi alzo dal cesso con ancora la sciorda che cola, mi detergo con il cartone del rotolo, dato che ho finito la carta igienica e costa 5 euro a pacco... così decido, da vero malessere, di lavarmi il culo nel lavandino, come ogni serio dark triad farebbe in condizioni simili, visto anche che il cartone taglia come una spada laser dei Jedi...
Mi doccio, in maniera essenziale, cioè con solo acqua e detersivo dei piatti, tanto che alla fine profumo di limone e mi vesto, indosso la mia speciale tuta gold, compagna di mille avventure e le snikers inculate ad una grassona di merda tempo fa, in ossequio al principio che rubare è bello.
Esco di casa senza un soldo, ma con una lama da 20cm occultata sotto la tuta e legata alla coscia con 4 elastici, pronto a comportarmi da malessere ed infastidire persone, possibilmente np, dunque mi reco a piedi alla stazione, classico puzzolente e lurido ombelico del mondo di ogni città in decadenza.
Appena arrivato vedo un gruppo di negri intenti a fumare crack e sballati, mi avvicino chiedendo ad un negrone strafatto se ha roba da vendermi. Il negro mi squadra e poi dice "li, li", indicando una specie di macchina distributrice dove, presumibilmente, nasconde le palline di crack. Lo seguo, lui si abbassa e tira fuori da sotto la macchina delle palline di domopak con dentro pezzetti di crack, frutto di chissà quali arti culinarie che per ingredienti utilizzano il contenuto degli ovetti che si mettono nel retto e poi cagano, come galline. Mi fa "cabo, per te 10, 10, una ballina 10 euro", al che acchiappo il negro per i coglioni e nel mentre tiro fuori la lama e gli dico "se fiati non sarai più mandingo uh uh, finisci a cantare voci bianche chiesa, capito mutumbu ?" , il negro è terrorizzato, suda a fontana, è imperlato come la regina d'Olanda, perché gli stringo le palle e la lama sta già tagliando la sua di tuta gold e mi da tutto il sacchetto di crack, con dentro pure pastiglie di mdma, fumo, erba ed altra merda per sballati dicendo "prendi dudo, amigo, non tagliare me palle, brego", al che sorrido sinistramente e stringo ancora di più, con la lama che scivola in prossimità dei boxer attraverso la sua tuta mutilata e quello che comincia a piangere in qualche lingua africana del cazzo "mbebe bo, mtango di mpala, non fare male brego..." ed i lacrimoni che gli escono mi convincono che, si, in fondo è un povero diavolo e può tenersi le sue palle nere, così gli do un calcio in culo e scappo a velocità luce con la droga mentre vedo che lui, dallo shock s'è accasciato a terra immobile con gli occhi sgranati e si tocca le palle quasi per convincersi che siano ancora li, e non ce la fa a chiamare gli altri per inseguirmi, vedo che prova ad urlare ma non emette suoni.
Ecco il potere del dark triad, penso, "la paura" che incute, il terrore, il fascino del male.
Corro, ormai sono ad una fermata dell'autobus ed un vecchio davanti sta per far chiudere le porte che sale a rallentatore, e quindi lo spingo dentro e gli dico "nonno, guarda che è ora della pastina col formaggino, l'autobus non aspetta te, o sali o ti levi dai coglioni". A queste parole la gente a bordo comincia a guardare a terra, fuori dai finestrini, ovunque ma non verso di me, nessuno dice una parola. Però l'autista, probabile coattone tatuato, ferma il mezzo ed esce dal suo loculo, al che lo squadro, con sguardo assassino mentre si avvicina e dice "che succede qui ?". A quel punto tiro fuori la lama da 20 cm e gli dico "torna nella cuccia, coglione, e sbrigati che ho fretta...". Vedendo la lama, il tizio, effettivamente coattone ultras tatuato ha un sussulto e si nota comparire una macchia all'altezza dei coglioni: s'è pisciato addosso, e così mestamente torna alla guida, senza fiatare, intanto la gente si accalca verso le porte del bus con l'espressione delle pecore al macello, scendono tutti, vecchio compreso, alla fermata successiva. Così, col mio bus ed autista pisciato personale, arrivo alla mia fermata e prima di scendere, sempre col coltello in mano, gli faccio "beh ? come sei silenzioso, non hai niente da dire ? non è che avresti per caso 50 euro da prestarmi ? te li restituisco fra...", così mi porge direttamente il portafoglio con la mano tremante e prelevo 100 euro dicendo "ne prendo 100, che mi sono ricordato che ho altre cose da comprare, però ti lascio i documenti, tranquillo li rivedrai i 100 euro, parola fra...ti do pure gli interessi" e quello "grazie", senza mai alzare gli occhi dal volante.
Oggi, impenitente e propositivo, sono stato svegliato dal rumore dei vicini, che scopavano alle 3 di notte emettendo gemiti e versi animaleschi e mi è stato impossibile non pensare al senso della vita.
Io, povero incel incompreso, perennemente solo, senza amici, a parte il portiere del palazzo, noto segaiolo su postalmarket plurisborrati d'epoca e dalle pagine incollate, senza uno scopo nella vita, senza un lavoro, senza senso, fuori contesto, sistematicamente inadeguato, non potevo non interrogarmi sulla questione esistenziale che ci attanaglia tutti, chad, normies, normobruttini, cessi e scorfani orripilanti da bestiario medievale: qual è il senso della vita ?
Per ore, seduto sulla tazza del cesso, mentre fiotti di sciorda fluivano senza sosta, quasi a svuotarmi ancora di più quest'esistenza di merda, mi domandavo quale fosse questo senso, il perché di tanta ostinazione nel subire, da incel quale sono, le bassezze, le offese, gli inganni, le ipocrisie e la cattiveria della gente, in particolare delle perfide np, quando pare che non vi sia nessuna ricompensa, nessun traguardo per noi brutti, se non riuscire a comprare pane e formaggio.
Riflettevo e cagavo, esternavo al cesso, mio unico e fedele confessore dei segreti più reconditi, le mie incertezze, le mie paure, l'ansia di non aver mai vissuto, se non come comparsa ridicola e grottesca sul palcoscenico del mondo.
E nel mentre cagavo, espellendo l'aspro frutto del limoncello Eurospin miscelato al salmone in offerta, pregno di acido e puzzo, non potevo non pensare che, si, anche io, in verità vi dico, ho uno scopo nella vita: essere un malessere.
E' noto il dilemma "essere o malessere ?" che coglie ogni ragazzo già alla pubertà, se cioè rimanere nell'alveo della correttezza e legalità o divenire un dark triad delinquente e spaccino, con forti ascendenti sulle tossichelle, specie sinistre e da centro sociale. Chi nasce per "essere" può divenire "malessere" ? Il "malessere" ci nasce o diventa tale affinandosi per anni come un vino pregiato della Borgogna ?
Preso da questo dubbio esistenziale, consapevole del rischio mortale, ho deciso per una volta di essere malessere, almeno per un giorno, dunque così è iniziata questa mitologica giornata.
Mi alzo dal cesso con ancora la sciorda che cola, mi detergo con il cartone del rotolo, dato che ho finito la carta igienica e costa 5 euro a pacco... così decido, da vero malessere, di lavarmi il culo nel lavandino, come ogni serio dark triad farebbe in condizioni simili, visto anche che il cartone taglia come una spada laser dei Jedi...
Mi doccio, in maniera essenziale, cioè con solo acqua e detersivo dei piatti, tanto che alla fine profumo di limone e mi vesto, indosso la mia speciale tuta gold, compagna di mille avventure e le snikers inculate ad una grassona di merda tempo fa, in ossequio al principio che rubare è bello.
Esco di casa senza un soldo, ma con una lama da 20cm occultata sotto la tuta e legata alla coscia con 4 elastici, pronto a comportarmi da malessere ed infastidire persone, possibilmente np, dunque mi reco a piedi alla stazione, classico puzzolente e lurido ombelico del mondo di ogni città in decadenza.
Appena arrivato vedo un gruppo di negri intenti a fumare crack e sballati, mi avvicino chiedendo ad un negrone strafatto se ha roba da vendermi. Il negro mi squadra e poi dice "li, li", indicando una specie di macchina distributrice dove, presumibilmente, nasconde le palline di crack. Lo seguo, lui si abbassa e tira fuori da sotto la macchina delle palline di domopak con dentro pezzetti di crack, frutto di chissà quali arti culinarie che per ingredienti utilizzano il contenuto degli ovetti che si mettono nel retto e poi cagano, come galline. Mi fa "cabo, per te 10, 10, una ballina 10 euro", al che acchiappo il negro per i coglioni e nel mentre tiro fuori la lama e gli dico "se fiati non sarai più mandingo uh uh, finisci a cantare voci bianche chiesa, capito mutumbu ?" , il negro è terrorizzato, suda a fontana, è imperlato come la regina d'Olanda, perché gli stringo le palle e la lama sta già tagliando la sua di tuta gold e mi da tutto il sacchetto di crack, con dentro pure pastiglie di mdma, fumo, erba ed altra merda per sballati dicendo "prendi dudo, amigo, non tagliare me palle, brego", al che sorrido sinistramente e stringo ancora di più, con la lama che scivola in prossimità dei boxer attraverso la sua tuta mutilata e quello che comincia a piangere in qualche lingua africana del cazzo "mbebe bo, mtango di mpala, non fare male brego..." ed i lacrimoni che gli escono mi convincono che, si, in fondo è un povero diavolo e può tenersi le sue palle nere, così gli do un calcio in culo e scappo a velocità luce con la droga mentre vedo che lui, dallo shock s'è accasciato a terra immobile con gli occhi sgranati e si tocca le palle quasi per convincersi che siano ancora li, e non ce la fa a chiamare gli altri per inseguirmi, vedo che prova ad urlare ma non emette suoni.
Ecco il potere del dark triad, penso, "la paura" che incute, il terrore, il fascino del male.
Corro, ormai sono ad una fermata dell'autobus ed un vecchio davanti sta per far chiudere le porte che sale a rallentatore, e quindi lo spingo dentro e gli dico "nonno, guarda che è ora della pastina col formaggino, l'autobus non aspetta te, o sali o ti levi dai coglioni". A queste parole la gente a bordo comincia a guardare a terra, fuori dai finestrini, ovunque ma non verso di me, nessuno dice una parola. Però l'autista, probabile coattone tatuato, ferma il mezzo ed esce dal suo loculo, al che lo squadro, con sguardo assassino mentre si avvicina e dice "che succede qui ?". A quel punto tiro fuori la lama da 20 cm e gli dico "torna nella cuccia, coglione, e sbrigati che ho fretta...". Vedendo la lama, il tizio, effettivamente coattone ultras tatuato ha un sussulto e si nota comparire una macchia all'altezza dei coglioni: s'è pisciato addosso, e così mestamente torna alla guida, senza fiatare, intanto la gente si accalca verso le porte del bus con l'espressione delle pecore al macello, scendono tutti, vecchio compreso, alla fermata successiva. Così, col mio bus ed autista pisciato personale, arrivo alla mia fermata e prima di scendere, sempre col coltello in mano, gli faccio "beh ? come sei silenzioso, non hai niente da dire ? non è che avresti per caso 50 euro da prestarmi ? te li restituisco fra...", così mi porge direttamente il portafoglio con la mano tremante e prelevo 100 euro dicendo "ne prendo 100, che mi sono ricordato che ho altre cose da comprare, però ti lascio i documenti, tranquillo li rivedrai i 100 euro, parola fra...ti do pure gli interessi" e quello "grazie", senza mai alzare gli occhi dal volante.
Last edited: