Giovanni.Cassarino
Well-known member
Prendendo per assodato che mediamente la condizione di incel riflette più un fattore mentale, ciò che molti qui dentro definiscono accasciamento, che fisico, i canoni estetici presentano ampi margini di soggettività e si abbassano proporzionalmente all'aumentare dell'età (per fare un es. a 15 anni il bel faccino conta 10 ed il carattere 5, a >30 magari è l'opposto) riflettevo quanto la rassegnazione sia correlata a motivi prettamente sociologici. Spesso qui dentro ci si concentra solo su alcuni fattori ( ipergamia, selettività femminile, emancipazione smodata... ) che sono sicuramente osservazioni condivisibili ma che trascurano la cosiddetta visione di insieme.
Ecco alcuni spunti:
- società vecchia. La piramide demografica italiana assomiglia sempre più ad un rombo in cui la fascia più numerosa è quella dei 45-60 anni. Pochi giovani significa che tutto, dagli svaghi alle attività varie, ruotano, per ragioni economiche, attorno a queste generazioni ed il tutto è finalizzato a soddisfare le loro esigenze a discapito magari dei ragazzi piu giovani
- società in declino economico. Rispetto al boom vissuto degli anni 60-70 sono essenzialmente più di 15 anni che vegetiamo tra stagnazioni, crisi ed effimeri rimbalzi del gatto morto, inoltre il futuro non è affatto roseo. Le prospettive sulla qualità di vita dei figli sono peggiori rispetto a quelle dei genitori.
- mancanza di obiettivi. Anche questo punto è fortemente legato alla questione economica però è incentrato su due principi che dal dopoguerra sono reputati essenziali: sanità gratuita e previdenza sociale. La prima se ne sta dolcemente e lentamente andando a fanculo (chi e come ci cureranno quando saremo delle cariatidi?) e la seconda è diventata una mera chimera. I nostri padri o nonni, a torto o ragione, avevano la sicurezza che a 50-55 avrebbero maturato requisiti pensionistici che gli avrebbero garantito vita più che dignitosa. Oggi noi abbiamo la ragionevole certezza che, sempre che il sistema non collassi prima, gli ultimi anni di lavoro li affronteremo indossando il pannolone
- società sempre più eterogenea. Al netto del politicamente corretto alla maggior parte di noi spaventa il diverso. Quando ero piccolo, parlo di fine anni 90 inizi 2000, le comunità erano ancora abbastanza omogenee dal punto di vista etnico culturale, oggi passeggiando in tante citta italiane sembra di piombare improvvisamente a Lagos o Islamabad. Ecco non è propriamente piacevole e noi stiamo vivendo appieno questo cambiamento radicale e destabilizzante.
Aggiungete se gradite vostri spunti personali o eventuali considerazioni.
Ecco alcuni spunti:
- società vecchia. La piramide demografica italiana assomiglia sempre più ad un rombo in cui la fascia più numerosa è quella dei 45-60 anni. Pochi giovani significa che tutto, dagli svaghi alle attività varie, ruotano, per ragioni economiche, attorno a queste generazioni ed il tutto è finalizzato a soddisfare le loro esigenze a discapito magari dei ragazzi piu giovani
- società in declino economico. Rispetto al boom vissuto degli anni 60-70 sono essenzialmente più di 15 anni che vegetiamo tra stagnazioni, crisi ed effimeri rimbalzi del gatto morto, inoltre il futuro non è affatto roseo. Le prospettive sulla qualità di vita dei figli sono peggiori rispetto a quelle dei genitori.
- mancanza di obiettivi. Anche questo punto è fortemente legato alla questione economica però è incentrato su due principi che dal dopoguerra sono reputati essenziali: sanità gratuita e previdenza sociale. La prima se ne sta dolcemente e lentamente andando a fanculo (chi e come ci cureranno quando saremo delle cariatidi?) e la seconda è diventata una mera chimera. I nostri padri o nonni, a torto o ragione, avevano la sicurezza che a 50-55 avrebbero maturato requisiti pensionistici che gli avrebbero garantito vita più che dignitosa. Oggi noi abbiamo la ragionevole certezza che, sempre che il sistema non collassi prima, gli ultimi anni di lavoro li affronteremo indossando il pannolone
- società sempre più eterogenea. Al netto del politicamente corretto alla maggior parte di noi spaventa il diverso. Quando ero piccolo, parlo di fine anni 90 inizi 2000, le comunità erano ancora abbastanza omogenee dal punto di vista etnico culturale, oggi passeggiando in tante citta italiane sembra di piombare improvvisamente a Lagos o Islamabad. Ecco non è propriamente piacevole e noi stiamo vivendo appieno questo cambiamento radicale e destabilizzante.
Aggiungete se gradite vostri spunti personali o eventuali considerazioni.