Il ruolo delle donne nella società

Outsider

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Vai ad "Andando al sodo" se vuoi saltare la parte non preminente.
Io non credo nell'uguaglianza tra uomo e donna
Non credo nemmeno nelle politiche di "inclusione", in quanto considero già la donna inclusa nella normale vita di uno stato sociale.
Ma soprattutto, non credo che l'attuale situazione, in cui sia uomo che donna godono di pari diritti, sia giustificabile, sia attinente alla realtà.
Fa specie che una società apparentemente evoluta come la nostra, consideri la donna potenzialmente uguale all'uomo dal punto di vista lavorativo, da quello relazionale, quello psicologico e così via.
La donna può fare domanda per mansioni all'interno delle forze armate, dell'esercito, se non ricordo male persino nei corpi speciali (passando determinati test fisici).
La donna può diventare manager d'azienda, fatturare milioni di euro, può diventare una politica di successo, amministrare una nazione o una struttura sovranazionale come l'Europa.
Tutto bellissimo e molto occidentale, sulla carta. Quando ci confrontiamo con gli iraniani è bello trollarli sciorinare la nostra superiorità con questa immagine.

Ed attenzione: io NON DUBITO che esistano delle donne capacissime, atlete formidabili, grandi manager, imprenditrici, musiciste, artiste e chi più ne ha più ne metta. Certo, in molti settori sono oggettivamente indietro rispetto all'uomo, mentre in altri risultano oggettivamente più brave, ma mai "così tanto" più brave.
Quello che mi fa rimbrottare è il risultato finale nella società.
Il punto è questo: lo scopo della nostra esperienza umana sulla terra è contribuire a produrre il pil oppure vivere ciò che la natura ci ha messo a disposizione? E cosa ci ha messo a disposizione? Qual è la nostra vera natura? La risposta alla prima domanda è: un pene ed una vagina, mentre alla seconda domanda è: un cervello che costruisca la cultura.
La donna ha EVIDENTEMENTE scelto uno stile di vita libero, sotto la spinta narrativa dei "millenni di oppressione del patriarcato". Ma gli effetti di questa scelta -pur logica e condivisibile, ma basata su presupposti retorici -sono deleteri per tutti, donne incluse.

  • Apro e chiudo parentesi: la donna al giorno d'oggi lamenta i cosiddetti millenni di oppressione da parte dell'uomo. Non è sbagliato dire che effettivamente la donna abbia avuto un ruolo sottomesso nell'economia delle relazioni umane, fino ai tempi recenti (1948 per l'Italia). Il problema di certa narrativa però è farne un racconto parziale, distorto e soprattutto mancante di un pezzo fondamentale. Ve la dirò in modo molto breve: il cosiddetto patriarcato non nasce perchè l'uomo è un orco brutto e cattivo. Nasce in ambito tribale: in passato, quando la sopravvivenza era la priorità di tutti, e non si viveva all'interno di mura cittadine, la donna era considerata preziosa in quanto, col parto, era fondamentale alla sopravvivenza del clan. Con l'arrivo delle città questo imprinting sociale si è tramandato in altre forme, che si sono conservate nel tempo, fino ai giorni nostri. L'uomo se ne è approfittato? Certo, ma rimane il problema dell'origine di questo meccanismo. E quello che manca in questo racconto è considerare quanto la forza fisica sia stata importante per tutti i millenni di sopravvivenza dell'era umana. La donna infatti non era la conditio sine qua non che permetteva al clan, poi diventato cittadina, poi regno ecc. di Sopravvivere . Era altrettanto importante e fondamentale che l'uomo fosse presente ed arruolabile come soldato, che sacrificasse la sua vita per la difesa dei confini (e relativi valori, leggi, vite umane). Dunque: il patriarcato ha sottomesso ed oppresso la donna? Sì. L'uomo era privilegiato ? No. All'uomo toccava la parte peggiore, quella in cui poteva perdere la vita senza possibilità di diniego dalla chiamata alle armi. Anche questa condizione è durata per millenni, ma non mi pare che l'uomo stia lamentandosi con qualcuno, per questo. Nella narrativa e nell'immaginario femminista, dunque, l'uomo viene indicato come orco-stupratore per millenni, quando la storia racconta ben altro. Bisognerebbe mettere questo puntino sulle i di ogni discorso femminista. Chiusa parentesi

Parliamo di rapporti, sempre meno stabili, sempre meno duraturi. Parliamo di figli abbandonati alla badante di turno, perchè entrambi i genitori devono fatturare, così si possono fare i soldi per andare alla vacanza estiva, con relativi selfie portalike. Apparenza, zero sostanza.
Parliamo di una continua imitazione della biologia maschile, per la quale si prova risentimento ed invidia, scimmiottando forzatamente una mentalità poligama che natura non ha certamente concesso. E quindi ostentare sempre la propria bellezza, continuare a stuzzicare il prossimo con evidenti messaggi di matrice sessuale, abusare del proprio potere sociale crescente, non impiegarsi mai nella vera cura dei propri rapporti interpersonali. Come vedete, se l'uomo ha abusato della sua posizione di vantaggio nell'epoca del patriarcato, la donna sta abusando del suo potere sociale nonostante abbia raggiunto da poco la sua libertà.
Il problema sarebbe anche limitato, se le donne decidessero questo stile di vita senza danneggiare persone innocenti.
Ma qual è l'effetto finale? Che questa scelta della libertà, del volere botte piena e moglie ubriaca, spesso si traduce anche nel non rinunciare al matrimonio (perchè si vuole proprio tutto, ed in questo tutto perchè rinunciare al belloccio di turno, scelto tra una schiera di bellocci disponibili?). Non si rinuncia ad un matrimonio nè alla propria mentalità arrivista e capricciosa. Questo porta, prima o poi, al divorzio. Ed oggi abbiamo tra le mani intere generazioni di ragazzi che devono subìre il trauma di due genitori che si separano, che si insultano, che lottano tra di loro.
Tutto perchè si è voluto sovvertire l'ordine imposto dalla natura.
La natura non ci dice che uomo e donna sono uguali. Tutto della natura indica il contrario. Sono mondi diversi a livello fisico e psicologico, e dunque la relativa esperienza umana dovrebbe essere diversa.

Andando al sodo
La donna vuole lavorare ed essere "indipendente"? Questo stile di vita implica che non produrrà figli, e quindi un oggettivo danno per la società (ricordiamo che uno dei mali recenti dell'occidente è il crollo delle nascite): se ha scelto così, paghi una tassa, o doni le ovaie per la scienza. In questo modo avrà comunque contribuito in modo davvero utile a riparare ad un danno per abuso della propria libertà sulla sua stessa natura.
La donna vuole avere figli? I figli sono una responsabilità pesante, non vanno solo allattati: vanno sostenuti, e non solo in quel periodo che lo stato sociale chiama "maternità" sul lavoro. Un figlio è un essere umano, che non ha chiesto di nascere, sono persone da attenzionare e curare, almeno fino ai periodi ardui dell'adolescenza. Non si può delegare questo alle maestre di scuola, ai professori, alle badanti. È sbagliato, egoistico, superficiale. Entrambi i genitori devono occuparsene ovviamente ma ci vuole una figura che sia stabilmente presente, e non presa da lavoro, o peggio ancora dagli aperitivi con amichette, dalle seratine in discoteca. Ogni volta che una coppia di genitori lascia il figlio da solo (magari di fronte uno smartphone) perchè entrambi devono lavorare, abbiamo fallito come società.
Quindi, figli=la donna non può lavorare, o al massimo si stabilisca che può solo fare dei part time. Accetti di essere la figura atta alla crescita dei figli, si attenzioni alla loro educazione. Ma se proprio vogliamo potremmo anche fare l'inverso: tu donna vuoi lavorare perchè ti piace? Allora sia il padre ad occuparsi del figlio ed a non lavorare, e tu donna penserai a mantenere la famiglia. Una figura di questo tipo, comunque, dovrebbe essere prevista.

Forse la mia è un'idea troppo pretenziosa, ma ciò di cui sono certo è che il modello attuale è assolutamente sbagliato e da cambiare.

Aspetto anche le vostre idee in proposito.
 
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