Il sabato dell'incel

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Vomitorio

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La zoccoletta vien dalla campagna,
per si calar un sex on the beach
col suo sacchetto dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di cartine rosa e viola
onde, siccome suole,
spompinare ella s'appresta,
stasera, nel dì di festa, il chad in disco
Siede con le vicine
al bar a far annusar la passerella
incontro là dove anela un porno
e troieggiando vien del suo bel tempo,
quando al di della festa ella spompava,
ed ancor sana e snella
solea scopar la sera sopra di quei
ch'ebbe compagni dell'età più bella.
Già tutta l'aria imbruna,
prende sbrurra senza freno, da più hombre
giù da' il collo e sulle tette,
al biancheggiar di chaddigna spuma.
Ora la squllo dà segno
della festa... e viene;
ed a quel suon diresti
che il cul gli è divenuto torta,
e qua e là saltando,
sopra cazzi scappa d'un peto romore:
e intanto siede alla sua sporca mensa,
segandosi l'incellone
e sego pensa al di del suo riposo eterno.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face
e tutto l'altro tace
odi il martel di chad picchiare, odi la sega
del segaiol, che veglia
con aperta bottega alla lucerna,
e s'affretta e s'adopra
di sborrar di sua opra anzi il chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più funesto giorno,
pien di sperme ma non di gioia:
solo tristezza e noia
recheran l'ore, ed al kleenex usato
mesto il pensier farà ritorno.
Cazzoncello scherzoso,
cotesta età sfiorita
è come un giorno di mestizia piena,
giorno infame, blasfemo,
che precorre la cupezza di tua vita.
Godi, incello mio; stato greve,
stagion bieca è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
 
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