BelloDeZia
Well-known member
C'è quello dei 20 anni, dei 25, dei 30, dei 35/40 e così via. Ovviamente non è così fiscale come cosa e tutto va messo in prospettiva come sempre, oltre ad essere diverso da persona a persona.
Ciò che cambia in base all'età sono le esperienze e opportunità che si possono vivere, ciò che puoi pretendere dal tuo corpo, e le responsabilità che la società stabilisce che devi avere.
Ciò che fa più male alle persone, non sono tante le esperienze mancate, ma le cose che non si possono più fare. Magari quando sei adolescente ti fa male non avere la ragazza e fare le varie esperienze sessuali, però sei ancora nel range di età giusto, un'anno in più o due, ma anche tre, che differenza fa no? Però poi arrivi al punto in cui non sei più adolescente, devi cominciare a pensare al tuo futuro, alla tua carriera, così come fanno i tuoi coetanei, così come ti impone la società, e intanto quella finestra di emozioni ed esperienze che potevi vivere a quell'età si è chiusa per sempre.
Puoi anche fare dopo le tue esperienze certo, ma sai che non saranno più le stesse, perché tu sei cambiato e le persone intorno a te sono cambiate, e la percezione della vita pure. Ti fa male, ma prima accetti la cosa prima puoi andare avanti, rimuginare sul passato non serve a niente ti provoca solo dolore, ma forse è meglio provare quel dolore che non provare niente affatto, è comunque un modo per provare qualche emozione che non hai vissuto (o che vuoi rivivere), un tentativo di avvicinarti a quel passato ormai irrecuperabile.
Ma si può parlare di esperienze mancate se non le si sono vissute affatto? Io penso di no perché sono cose che ormai non ti appartengono, e non ti sono mai appartenute (visto che non le hai vissute). È come se ogni giorno la gente si lamentasse di non essere miliardaria o multimilionaria, ed è questo la causa della loro rovina, avere quella quantità di soldi è una cosa talmente esclusiva che uno non sente generalmente quella vicinanza a questa condizione, uno ci può fantasticare su certo ma la cosa finisce là, non credo che uno pensi sia quello la causa di tutti i suoi mali (certo i soldi migliorano enormemente la vita ma il discorso è un altro).
È quello che noi sentiamo emotivamente vicino che poi ci fa star male. La donna wallata non avrà più la sua bellezza giovanile e le opportunità e esperienze che poteva ricevere da essa, così come l'uomo che diventa sempre meno performante. Man mano che si va avanti nella vita bisogna arrivare all'accettazione che non si può più avere tutto, che quella grande potenzialità che il futuro ci riservava è arrivata ai suoi minimi termini, e bisogna ricalibrare i propri standard. Uno può ancora sperare e desiderare di avere quel "successo" certo, ma poi deve essere preparato per quando le delusioni eventualmente arriveranno.
Superare tutto ciò non è facile, ci vuole una grandissima forza mentale e controllo emotivo. È una spirale che si alimenta da sola, una volta che cominci a pensarci ci pensi sempre di più e va rovinarti la salute mentale e la qualità della tua vita. E allora l'accettazione quale sarebbe? Di convincersi di essere persone di serie B perché non si sono vissute, e non si possono più vivere cose che ritenevamo importanti? Io credo di no. Alla natura non gliene frega niente se uno ha chiavato giovane, o abbia un mucchio di soldi, o che passi il suo tempo lavorando tutta la giornata o facendo aperitivi, che sia una celebrità o un'operaio, che sia un fregna o una co. Alla fine nel grande ecosistema delle cose la natura va avanti, qualunque cosa facciamo o abbiamo fatto. Nel grande ecosistema delle cose non conta un cazzo nulla, non conta un cazzo nulla. Chiamatelo cope (alla fine è tutto in cope nella vita), ma quale sarebbe poi l'alternativa?
Ciò che cambia in base all'età sono le esperienze e opportunità che si possono vivere, ciò che puoi pretendere dal tuo corpo, e le responsabilità che la società stabilisce che devi avere.
Ciò che fa più male alle persone, non sono tante le esperienze mancate, ma le cose che non si possono più fare. Magari quando sei adolescente ti fa male non avere la ragazza e fare le varie esperienze sessuali, però sei ancora nel range di età giusto, un'anno in più o due, ma anche tre, che differenza fa no? Però poi arrivi al punto in cui non sei più adolescente, devi cominciare a pensare al tuo futuro, alla tua carriera, così come fanno i tuoi coetanei, così come ti impone la società, e intanto quella finestra di emozioni ed esperienze che potevi vivere a quell'età si è chiusa per sempre.
Puoi anche fare dopo le tue esperienze certo, ma sai che non saranno più le stesse, perché tu sei cambiato e le persone intorno a te sono cambiate, e la percezione della vita pure. Ti fa male, ma prima accetti la cosa prima puoi andare avanti, rimuginare sul passato non serve a niente ti provoca solo dolore, ma forse è meglio provare quel dolore che non provare niente affatto, è comunque un modo per provare qualche emozione che non hai vissuto (o che vuoi rivivere), un tentativo di avvicinarti a quel passato ormai irrecuperabile.
Ma si può parlare di esperienze mancate se non le si sono vissute affatto? Io penso di no perché sono cose che ormai non ti appartengono, e non ti sono mai appartenute (visto che non le hai vissute). È come se ogni giorno la gente si lamentasse di non essere miliardaria o multimilionaria, ed è questo la causa della loro rovina, avere quella quantità di soldi è una cosa talmente esclusiva che uno non sente generalmente quella vicinanza a questa condizione, uno ci può fantasticare su certo ma la cosa finisce là, non credo che uno pensi sia quello la causa di tutti i suoi mali (certo i soldi migliorano enormemente la vita ma il discorso è un altro).
È quello che noi sentiamo emotivamente vicino che poi ci fa star male. La donna wallata non avrà più la sua bellezza giovanile e le opportunità e esperienze che poteva ricevere da essa, così come l'uomo che diventa sempre meno performante. Man mano che si va avanti nella vita bisogna arrivare all'accettazione che non si può più avere tutto, che quella grande potenzialità che il futuro ci riservava è arrivata ai suoi minimi termini, e bisogna ricalibrare i propri standard. Uno può ancora sperare e desiderare di avere quel "successo" certo, ma poi deve essere preparato per quando le delusioni eventualmente arriveranno.
Superare tutto ciò non è facile, ci vuole una grandissima forza mentale e controllo emotivo. È una spirale che si alimenta da sola, una volta che cominci a pensarci ci pensi sempre di più e va rovinarti la salute mentale e la qualità della tua vita. E allora l'accettazione quale sarebbe? Di convincersi di essere persone di serie B perché non si sono vissute, e non si possono più vivere cose che ritenevamo importanti? Io credo di no. Alla natura non gliene frega niente se uno ha chiavato giovane, o abbia un mucchio di soldi, o che passi il suo tempo lavorando tutta la giornata o facendo aperitivi, che sia una celebrità o un'operaio, che sia un fregna o una co. Alla fine nel grande ecosistema delle cose la natura va avanti, qualunque cosa facciamo o abbiamo fatto. Nel grande ecosistema delle cose non conta un cazzo nulla, non conta un cazzo nulla. Chiamatelo cope (alla fine è tutto in cope nella vita), ma quale sarebbe poi l'alternativa?