Si ma non in questa vita, io non credo, io so per certo, che esiste un giudizio divino, e che la vita sulla terra non è comprensibile in senso di giusto o sbagliato, l'uomo di per sé si ritiene nel giusto e va a cercare giustificazioni nel suo vissuto, dei quattro tipi di persone elencate nel Tanya quasi tutti si classificheranno nel terzo tipo infatti, tutti i malvagi di sicuro, l'uomo dovrebbe prima di tutto essere umile, prendersi le sue responsabilità e giustificare o tollerare gli altri, perché è molto molto probabile che la colpa sia effettivamente la sua, oltre il libero arbitrio gli altri sono delle comparse, strumenti del volere del Signore.
Mentre l'uomo si occupa del suo corpo che è mortale trascura la sua anima, che è eterna, quindi attribuisce a esperienze terrene sgradevoli una eccessiva importanza, e per sfuggire alle responsabilità parla di destino, sfortuna, incolpa l'ambiente circostante, dalla famiglia al luogo di residenza allo stato, per finire incolpando addirittura Dio.
Se io non comprendo qualcosa, come una lingua straniera o un processo chimico o il funzionamento di un particolare macchinario, non significa che quel fenomeno non abbia senso, significa semplicemente che io non so coglierne il senso, la stessa cosa è per la vita terrena, non c'è premio in base ai meriti che sia tangibile, non c'è giustizia, un assassino può morire di vecchiaia dopo una vita compiuta con famiglia e ogni bene mentre un giusto può morire giovane investito da un ubriaco mentre attraversa sulle strisce pedonali, così come accade il contrario, come si spiega la mancanza apparente di giustizia in questa vita?
Se noi sapessimo già cosa ci aspetta nel mondo a venire non avremmo possibilità di libero arbitrio e non potremmo meritare il cosiddetto paradiso, saremmo come gli animali, che vivono senza ragionamenti esistenzialisti.
Io penso che più grande è la sofferenza più grande è il premio per chi sa viverla con dignità e amore verso gli altri, non per niente rileggo spesso il libro di Giobbe, non a caso era un gentile, il messaggio è universale.
Quindi il karma esiste ma non riguarda questa vita, l'uomo non ha ricevuto capacità di comprendere gli accadimenti e quindi sapere se quello che gli succede è giusto o sbagliato, un domani potrebbe venirmi un tumore maligno e dovrei comprenderlo alla mia età?
Non ce la farei, penserei di non meritarlo, mentre dovrei accettare il fatto come volere di Dio, la sapienza aumenta le sofferenze, sapere cosa sia giusto fare o no è tutt'altra cosa rispetto a fare cosa è giusto, e allora è meglio non sapere e soffrire un po' come gli animali, reagendo per centri nervosi e non per il male di vivere.