La cosa che più odiate/vi spaventa del mondo del lavoro

La cosa che più odiate/vi spaventa del mondo del lavoro

  • la fatica

    Voti: 1 3.8%
  • la socialità forzata

    Voti: 4 15.4%
  • la mancanza di libertà, autonomia

    Voti: 12 46.2%
  • spesso non viene premiato il merito ma il ruffianismo, la vicinanza alla politica ecc.

    Voti: 4 15.4%
  • sempre più requisiti richiesti per trovare un impiego

    Voti: 5 19.2%
  • altro

    Voti: 0 0.0%

  • Votatori totali
    26
Cambiate lavoro se state a disagio o roba simile
E' molto difficile trovare lavoro. Per un lavoro dove si stia un pò bene poi ci vogliono gli accozzi politici o comunque delle buone raccomandazioni. Tra l' altro non te ne puoi andare se non vuole l' azienda e nel caso, dove farai il colloquio ti chiedono perché te ne sei andato e possono volendo interpellare l' azienda che avevi lasciato.
 
Io destesto tutti gli aspetti che ho elencato, e potrebbero essercene altri, infatto ho messo tra le opzioni "altro". Quello che mi infastidisce più di tutti è la mancanza di libertà, di autonomia: ad esempio vestirmi come vuole l' azienda, il dover apparire sempre positivi e sorridenti, comunque non musoni, avere orari e ritmi imposti da altri, se voglio la sera fare passeggiate in montagna per tenermi bene fisicamente e anche mentalmente, non lo posso fare perché bisogna stare in ufficio fino alle 20:00, il fatto che non possa parlare delle tematiche che si affrontano qui sul forum (se sanno che scrivo qui mi fanno un casino), non poter esprimere le mie opinioni neppure fuori dal lavoro perché rappresenterei l' azienda sempre, se giovedì voglio passare al mercato per scegliermi i mandaranci come si deve non fa perché devo stare al lavoro, non uscire fuori a prendere aria ecc.
 
Ho votato "per mancanza di libertà, autonomia" ma potenzialmente le mie risposte sarebbero tre.
Nel mio caso dipende molto da quale lavoro si tratta, se si tratta di qualcosa che suscita in me passione e vero interesse non mi peserebbe mettermi in gioco in linea di massima, anzi, potrei percepire il tutto come un piacere o un divertimento perché quando ci dedichiamo alla nostra passione è come se in realtà non fosse un lavoro nonostante lo sia a tutti gli effetti.
Partendo dal fattore "libertà", il dover lavorare 8/10 ore al giorno per tutta la settimana o quasi escludendo il fine settimana (ma anche mezza giornata e non tutti i giorni, per me il discorso è uguale) in un ufficio o negozio di cui a me importa ben poco e solamente per un guadagno economico o per il gusto di avere un lavoro visto che fa parte dei step di crescita della persona che ad una certa età ha un "incarico" di entrare nel mondo lavorativo, stare tutto il giorno nello stesso luogo senza un coinvolgimento emotivo, occuparmi di compiti a me "estranei", ritornare a casa stanco e demotivato con poco tempo per riprendermi mentalmente facendo ciò che mi piace di più perché poi la mattina devo svegliarmi presto per ricominciare una nuova giornata uguale alla precedente, sia per routine che per piattezza d'emozioni. A lungo andare diventerebbe logorante. Capisco che il mio discorso può sembrare un po' lavativo, però credo che sia importante dedicarsi a ciò che ci piace perché il lavoro ideale dovrebbe portare serenità e stimoli mentali positivi. Tuttavia capisco chi accetta alcuni incarichi per necessità economica e mancanza di altre possibilità, ovviamente io non giudico nessuno figuriamoci queste persone che io comprendo benissimo.
Poi c'è il fattore della "fatica" che è abbastanza collegato al discorso che ho fatto sopra. A lungo andare diventa logorante praticare mansioni e lavori in maniera forzata, con orari prestabiliti e forzati, o peggio con una certa rigidità imposta e il pensiero che una volta tornati a casa avremmo poco tempo per sentirci meglio e dedicarci ad attività di nostro interesse. Ma anche il pensiero che l'indomani sarebbe un giorno fotocopia, personalmente mi farebbe sentire malinconico e non riuscirei a godermi quei momenti di quotidianità piacevole.
Un altra cosa fondamentale credo sia il fattore "socialità forzata", interfacciarsi con certe persone può fare più male che bene. Una cosa di cui avrei davvero timore è la possibilità di incontrare colleghi che senza conoscermi mi trattano con disprezzo e freddezza, nonostante io magari, seppur in maniera goffa e timida, provassi a dare una buona impressione di me. Oppure il fatto di essere considerato superficialmente come se fossi un incapace totale o raccomandato per il semplice fatto che lavorerei in fascia protetta. Magari si farebbero l'idea, vedendomi goffo ed introverso, che io debba essere guidato per qualsiasi mansione e trattato come se avessi difficoltà cognitive (ho massimo rispetto per queste persone ma io non ho problemi di questa natura quindi mi dispiacerebbe dare questa impressione di me). Scrivo questo perché mi è rimasto il trauma degli ultimi anni delle superiori e di altri contesti ai quali ho partecipato successivamente, sicuramente non sono bravo in diverse cose ma non cerco trattamenti di favore dovuti dalla pietà e compassione che possono provare verso di me. Nel peggiore dei casi ci sarebbe pure il mobbing o le prese in giro da parte dei colleghi dall'atteggiamento alpha che potrebbero indicarmi come bersaglio principale, purtroppo c'è la possibilità che capitino queste dinamiche tossiche nel mondo del lavoro e di conseguenza preferirei licenziarmi dopo pochi giorni in totale anonimato perché tanto la situazione rimarrebbe sempre quella.
Riguardo al "merito" non mi sono mai focalizzato davvero su questa possibile dinamica, tuttavia riconosco che in diversi contesti si creano dipendenti di Serie A e Serie B, possibili preferenze mentre altri vengono trattati peggio o considerati meno poiché ritenuti meno importanti.
Dal punto di vista dei "requisiti" volendo ho una base perché ho ottenuto il diploma quasi un anno e mezzo fa, qui bene o male si possono trovare lavori con il diploma da quello che io so. Non mi sono mai preoccupato per questo.
 
E' molto difficile trovare lavoro. Per un lavoro dove si stia un pò bene poi ci vogliono gli accozzi politici o comunque delle buone raccomandazioni. Tra l' altro non te ne puoi andare se non vuole l' azienda e nel caso, dove farai il colloquio ti chiedono perché te ne sei andato e possono volendo interpellare l' azienda che avevi lasciato.

Questo succede se non hai studiato e allora servono raccomandazioni o altro oppure se fatto università inutili.
Tanti non gli va di fare un cazzo se non lamentarsi per esempio lavori manuali, dove abito io gli idraulici sono ricercati peggio delle escort, idem meccanici e barbieri.
Mai sentito di medici disoccupati o con la Fiat come macchina.
 
A me un pò spaventa la visione del lavoro attuale... lavorare il più possibile per fare più soldi possibili, ho paura che tutto questo mi contagi. Mi spaventa la possibilità di arrivare a vivere per il mio lavoro... rendermi conto di non avere più altri spazi per esprimere me stessa.
Però devo dire che tutto sommato mi piace quello che faccio, credo che un'altra mia paura grande sia perdere la curiosità che ho adesso e finire nel circolo vizioso dell'abitudine, fare il minimo indispensabile senza un vero interesse attivo solo per avere lo stipendio a fine mese
 
vivere una vita che non mi appartiene, passando gran parte del mio tempo a fare qualcosa che mi fa cagare, di insensato e che non dà un senso alla mia vita, contro la mia volontà, per pura coercizione.

non so come fanno certe persone ma io per esempio non riuscirei mai a studiare medicina o finanza solo per soldi, senza che il settore non sia in alcun modo collegato a una vocazione. sì, guadagni tanto, ma alla fine? se il tempo non ti appartiene realmente sei comunque uno schiavo...starai bene economicamente (il che è un vantaggio) ma starai male spiritualmente. per come sono fatto io non riuscirei a essere felice lavorando tutto il giorno per qualcosa che non dà un senso alla mia esistenza, anche se guadagnassi tanti soldi.
 
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non so come fanno certe persone ma io per esempio non riuscirei mai a studiare medicina o finanza solo per soldi, senza che il settore non sia in alcun modo collegato a una vocazione. sì, guadagni tanto, ma alla fine? se il tempo non ti appartiene realmente sei comunque uno schiavo...starai bene economicamente (il che è un vantaggio) ma starai male spiritualmente. per come sono fatto io non riuscirei a essere felice lavorando tutto il giorno per qualcosa che non dà un senso alla mia esistenza, anche se guadagnassi tanti soldi.
Lo fanno perchè capiscono che la probabiltia di stare bene spirituralmente è cosi bassa che meglio puntare, a quel punto, su quella di stare bene economicamente
Io tornando indeitro farei medicina
 
Lo fanno perchè capiscono che la probabiltia di stare bene spirituralmente è cosi bassa che meglio puntare, a quel punto, su quella di stare bene economicamente
Io tornando indeitro farei medicina
guarda, io ho provato a studiare ingegneria ma ho mollato perché, anche se matematica mi piaceva (ma solo come passatempo e non come scopo nella vita) sono arrivato ad avere forti dolori al cuore tra altri sintomi, appena ho lasciato e ho deciso di fare quello che volevo il dolore al petto è scomparso. ogni giorno un impulso proveniente dal petto mi tartassava dicendomi che stavo solo perdendo tempo. per questo mi domandavo come facessero gli altri, perché io non ce la facevo a livello fisiologico. mai rivelato a nessuno perché me ne vergognavo e mi sono sentito un debole ad abbandonare gli studi per via di malessere psichico che si è ripercosso pure sul piano fisico.

e a proposito di benessere, se avessi una fidanzata con cui scopare ogni giorno non me ne fregherebbe nulla di essere povero o di avere un lavoro di merda. il benessere economico è cope
 
guarda, io ho provato a studiare ingegneria ma ho mollato perché, anche se matematica mi piaceva (ma solo come passatempo e non come scopo nella vita) sono arrivato ad avere forti dolori al cuore tra altri sintomi, appena ho lasciato e ho deciso di fare quello che volevo il dolore al petto è scomparso. ogni giorno un impulso proveniente dal petto mi tartassava dicendomi che stavo solo perdendo tempo. per questo mi domandavo come facessero gli altri, perché io non ce la facevo a livello fisiologico. mai rivelato a nessuno perché me ne vergognavo e mi sono sentito un debole ad abbandonare gli studi per via di malessere psichico che si è ripercosso pure sul piano fisico.

e a proposito di benessere, se avessi una fidanzata con cui scopare ogni giorno non me ne fregherebbe nulla di essere povero o di avere un lavoro di merda. il benessere economico è cope
Penso che considerato che gran parte delle persone che fa ingegneria si laurea fuoricorso, a meno che non si voglia dire che siano tutti low iq, ci siaon tanti che hanno avuto problemi simili ai tuoi e magari non lo dicono. Anche perchè oggi tutti dallo psicologo vanno.

Io pure ho cambiato facolta per via di sintomi fisici, ma non tanto cardiaci ma piu che altro per un accascio generale che aveva fatto perdere di senso lo studiare le stem.
 
guarda, io ho provato a studiare ingegneria ma ho mollato perché, anche se matematica mi piaceva (ma solo come passatempo e non come scopo nella vita) sono arrivato ad avere forti dolori al cuore tra altri sintomi, appena ho lasciato e ho deciso di fare quello che volevo il dolore al petto è scomparso. ogni giorno un impulso proveniente dal petto mi tartassava dicendomi che stavo solo perdendo tempo. per questo mi domandavo come facessero gli altri, perché io non ce la facevo a livello fisiologico. mai rivelato a nessuno perché me ne vergognavo e mi sono sentito un debole ad abbandonare gli studi per via di malessere psichico che si è ripercosso pure sul piano fisico.

e a proposito di benessere, se avessi una fidanzata con cui scopare ogni giorno non me ne fregherebbe nulla di essere povero o di avere un lavoro di merda. il benessere economico è cope
Dopo un certo livello il benessere economico è superfluo.

Riguardo ingegneria, è una facoltà molto difficile.
 
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