"La donna è mobile" (canzone redpillata)

Pezzottato

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"La donna è mobile" è una famosa aria dell'opera Rigoletto di Giuseppe Verdi, composta nel 1851 su libretto di Francesco Maria Piave. L'aria è cantata dal personaggio del Duca di Mantova nel terzo atto dell'opera.

Testo e Tema: La canzone esprime un punto di vista superficiale e misogino nei confronti delle donne, dipingendole come esseri volubili, capricciosi e inaffidabili. Il testo riflette le opinioni del Duca, un personaggio libertino e spregiudicato che considera le donne come oggetti di piacere piuttosto che come individui con sentimenti e dignità.

  • Critica Sociale: Alcuni interpreti vedono nell'aria una critica alla superficialità e al maschilismo della società del tempo. Verdi, attraverso il personaggio del Duca, mette in evidenza atteggiamenti sprezzanti e problematici nei confronti delle donne, aprendo una riflessione sulla loro condizione sociale e sull'ipocrisia dei potenti.
  • Iconicità Musicale: La melodia accattivante e leggera dell'aria ha contribuito alla sua fama, rendendola una delle arie più conosciute e facilmente riconoscibili dell'intero repertorio operistico. La sua apparente semplicità musicale contrasta con la complessità emotiva e morale della storia in cui è inserita.
In sintesi, "La donna è mobile" è un'aria che unisce un testo superficiale e maschilista a una melodia accattivante, utilizzata in "Rigoletto" per caratterizzare il Duca di Mantova e per sottolineare i temi della volubilità e dell'infedeltà, in contrasto con le tragiche conseguenze delle sue azioni.


La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d'accento
E di pensiero.
Sempre un amabile,
Leggiadro viso,
In pianto o in riso,
È menzognero.
La donna è mobil
Qual piuma al vento,
Muta d'accento
E di pensier!
E di pensier!

È sempre misero
Chi a lei s'affida,
Chi le confida
Mal cauto il core!
Pur mai non sentesi
Felice appieno
Chi su quel seno
Non liba amore!
La donna è mobil
Qual piuma al vento,
Muta d'accento
E di pensier!
E di pensier!
 
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