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Gennaro Capuozzo era un apprendista commesso napoletano.[2]
Dopo l'armistizio di Cassibile del 3 settembre 1943 e il proclama Badoglio dell'8 settembre 1943, l'esercito italiano era rimasto senza ordini, e così a Napoli le truppe tedesche in breve tempo avevano preso il controllo della città. Dopo un'iniziale fase di smarrimento, tuttavia, il 27 settembre 1943 la popolazione insorse dando vita alle quattro giornate napoletane.
Capuozzo fu uno dei più giovani insorti e partecipò ai combattimenti contro i nazisti. Come raccontato anche dal film Le quattro giornate di Napoli (1962), "Gennarino" sarebbe morto a causa dell'esplosione di una granata tedesca, nella battaglia di via Santa Teresa degli Scalzi, mentre lanciava bombe a mano contro i carri armati tedeschi dal terrazzino dell'istituto delle Maestre Pie Filippini.[2] Per questo suo atto di coraggio gli fu attribuita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Dopo l'armistizio di Cassibile del 3 settembre 1943 e il proclama Badoglio dell'8 settembre 1943, l'esercito italiano era rimasto senza ordini, e così a Napoli le truppe tedesche in breve tempo avevano preso il controllo della città. Dopo un'iniziale fase di smarrimento, tuttavia, il 27 settembre 1943 la popolazione insorse dando vita alle quattro giornate napoletane.
Capuozzo fu uno dei più giovani insorti e partecipò ai combattimenti contro i nazisti. Come raccontato anche dal film Le quattro giornate di Napoli (1962), "Gennarino" sarebbe morto a causa dell'esplosione di una granata tedesca, nella battaglia di via Santa Teresa degli Scalzi, mentre lanciava bombe a mano contro i carri armati tedeschi dal terrazzino dell'istituto delle Maestre Pie Filippini.[2] Per questo suo atto di coraggio gli fu attribuita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.