Le coppie nate su Tinder aumentano le disuguaglianze: ecco perchè

mcanrew

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https://www.corriere.it/cronache/24_settembre_21/coppie-tinder-diseguaglianze-2a346774-bbf0-4f6e-86e5-7e62f8f92xlk.shtml

I matrimoni nati da incontri in rete passano negli Stati Uniti dal 2% nel 1998, al 20% nel 2008, al 40% circa nel 2017 (e da allora senz’altro non avranno fatto che crescere verso il 50% e oltre). Internet ormai è di gran lunga il principale canale di formazione delle coppie. In rapido declino invece sono i modi tradizionali, per esempio gli incontri attraverso amici comuni (giù dal 33% nel 1980 al 20% nel 2017), gli incontri al college o quelli attraverso le famiglie, che scendono dal 30% circa nel 1940 – quando erano il canale privilegiato – a poco più del 5% oggi.

Si tratta di un bene o di un male? Ognuno avrà la propria risposta, ma è un fatto che i nuovi canali aprano enormemente il raggio delle possibili conoscenze al di fuori delle cerchie sociali di ciascuna persona.

Una quindicina di anni fa si credeva che i social potessero aprire e democratizzare la società al contatto fra identità diverse e lontane fra loro, rendere il mondo più «piatto» e ricco di opportunità, superare gli ostacoli tradizionali.

Risultato? L’opposto. Negli Stati Uniti una maggioranza delle persone, anche quando è online, tende a formare coppie matrimoniali con partner dello stesso livello educativo (35%), con competenze professionali (30%) e reddito (15%) superiori alle loro. Il cambiamento nella selettività nel periodo 2008-2021 grazie all’uso di internet viene definito «minimo».

In fondo, avremmo dovuto saperlo già. Il mito dell’apertura della società grazie ai social network era fortissimo al tempo delle primavere arabe nel 2011, ma già in frantumi quando ci si rese conto della polarizzazione, della formazione di bolle omogenee e della manipolazione di Facebook e Twitter che portarono alla Brexit e all’elezione di Trump nel 2016. Non c’è motivo per cui con Tinder le cose dovessero andare diversamente: polarizza, frammenta e divide la società. Esattamente come tutte le altre piattaforme.

Un incel, leggendo questo articolo, potrebbe trarre alcuni insegnamenti chiave su come funziona la dinamica delle relazioni moderne e su quali fattori determinano il successo o l'insuccesso nel trovare un partner.

Illusione dell'accesso universale: Il fatto che le piattaforme di incontri online sembrino democratizzare l'accesso alle relazioni non significa che le disuguaglianze tradizionali (istruzione, reddito, razza) scompaiano. Al contrario, queste piattaforme tendono a perpetuare la selezione basata su tali fattori. Questo potrebbe aiutarlo a capire che il "problema" non è semplicemente l'accesso, ma come si formano e consolidano le coppie.

Meccanismi sociali profondi: Anche online, le persone tendono a scegliere partner con simili livelli di educazione, reddito e background culturale. Questo suggerisce che il problema della difficoltà di trovare un partner non risiede solo nell'aspetto fisico o nell'immediatezza delle piattaforme, ma anche in una serie di criteri sociali più profondi.

Radicamento delle disuguaglianze: Il fatto che le persone tendano a scegliere partner simili a loro contribuisce ad aumentare la disuguaglianza sociale. Invece di sentirsi esclusi per motivi personali, un incel potrebbe comprendere meglio che esistono strutture sociali ed economiche che influenzano tutti e che l'incontro di un partner è complesso e condizionato da fattori fuori dal controllo individuale.

Autoconsapevolezza e strategia: Comprendere che le piattaforme come Tinder, lungi dall'essere un "mercato aperto" dove tutti hanno le stesse possibilità, funzionano secondo dinamiche di selezione che premiano certi tratti potrebbe spingere un incel a riflettere su quali elementi del suo vissuto, della sua formazione o del suo contesto lo stanno effettivamente ostacolando.

In breve, l'articolo offre una visione critica delle relazioni e dei meccanismi sociali che le influenzano, spingendo a considerare la complessità del "mercato dei matrimoni" anche in era digitale, senza cadere nell'illusione che le app di incontri eliminino magicamente le disuguaglianze preesistenti.

 
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I matrimoni nati da incontri in rete passano negli Stati Uniti dal 2% nel 1998, al 20% nel 2008, al 40% circa nel 2017 (e da allora senz’altro non avranno fatto che crescere verso il 50% e oltre). Internet ormai è di gran lunga il principale canale di formazione delle coppie. In rapido declino invece sono i modi tradizionali, per esempio gli incontri attraverso amici comuni (giù dal 33% nel 1980 al 20% nel 2017), gli incontri al college o quelli attraverso le famiglie, che scendono dal 30% circa nel 1940 – quando erano il canale privilegiato – a poco più del 5% oggi.

Si tratta di un bene o di un male? Ognuno avrà la propria risposta, ma è un fatto che i nuovi canali aprano enormemente il raggio delle possibili conoscenze al di fuori delle cerchie sociali di ciascuna persona.

Una quindicina di anni fa si credeva che i social potessero aprire e democratizzare la società al contatto fra identità diverse e lontane fra loro, rendere il mondo più «piatto» e ricco di opportunità, superare gli ostacoli tradizionali.

Risultato? L’opposto. Negli Stati Uniti una maggioranza delle persone, anche quando è online, tende a formare coppie matrimoniali con partner dello stesso livello educativo (35%), con competenze professionali (30%) e reddito (15%) superiori alle loro. Il cambiamento nella selettività nel periodo 2008-2021 grazie all’uso di internet viene definito «minimo».

In fondo, avremmo dovuto saperlo già. Il mito dell’apertura della società grazie ai social network era fortissimo al tempo delle primavere arabe nel 2011, ma già in frantumi quando ci si rese conto della polarizzazione, della formazione di bolle omogenee e della manipolazione di Facebook e Twitter che portarono alla Brexit e all’elezione di Trump nel 2016. Non c’è motivo per cui con Tinder le cose dovessero andare diversamente: polarizza, frammenta e divide la società. Esattamente come tutte le altre piattaforme.

Un incel, leggendo questo articolo, potrebbe trarre alcuni insegnamenti chiave su come funziona la dinamica delle relazioni moderne e su quali fattori determinano il successo o l'insuccesso nel trovare un partner.

Illusione dell'accesso universale: Il fatto che le piattaforme di incontri online sembrino democratizzare l'accesso alle relazioni non significa che le disuguaglianze tradizionali (istruzione, reddito, razza) scompaiano. Al contrario, queste piattaforme tendono a perpetuare la selezione basata su tali fattori. Questo potrebbe aiutarlo a capire che il "problema" non è semplicemente l'accesso, ma come si formano e consolidano le coppie.

Meccanismi sociali profondi: Anche online, le persone tendono a scegliere partner con simili livelli di educazione, reddito e background culturale. Questo suggerisce che il problema della difficoltà di trovare un partner non risiede solo nell'aspetto fisico o nell'immediatezza delle piattaforme, ma anche in una serie di criteri sociali più profondi.

Radicamento delle disuguaglianze: Il fatto che le persone tendano a scegliere partner simili a loro contribuisce ad aumentare la disuguaglianza sociale. Invece di sentirsi esclusi per motivi personali, un incel potrebbe comprendere meglio che esistono strutture sociali ed economiche che influenzano tutti e che l'incontro di un partner è complesso e condizionato da fattori fuori dal controllo individuale.

Autoconsapevolezza e strategia: Comprendere che le piattaforme come Tinder, lungi dall'essere un "mercato aperto" dove tutti hanno le stesse possibilità, funzionano secondo dinamiche di selezione che premiano certi tratti potrebbe spingere un incel a riflettere su quali elementi del suo vissuto, della sua formazione o del suo contesto lo stanno effettivamente ostacolando.

In breve, l'articolo offre una visione critica delle relazioni e dei meccanismi sociali che le influenzano, spingendo a considerare la complessità del "mercato dei matrimoni" anche in era digitale, senza cadere nell'illusione che le app di incontri eliminino magicamente le disuguaglianze preesistenti.

I social hanno solo instillato quel senso di "tutto è possibile" deleterio che aleggiava già prima del loro avvento.
In realtà poco è possibile e non per tutti.
Hanno rovinato la realtà in cui viviamo in maniera sensibile.
Chi la pensa diversamente,ci sguazza e ci guadagna alla grande,scopando o arricchendosi.
 
"che aleggiava già prima del loro avvento" vero. "estensione del dominio della lotta" è del 1994.
 
I social sono un'aberrazione di internet, che è nato come esperimento sociale/per motivi militari ed è finito in mano alla gente, che si trova tutto in camera da letto e non alza più il culo dalla sedia o lo sguardo dallo schermo.
I social nello specifico, sono per l'appunto la declassificazione di internet, che negli anni '90 erano il rifugio di chi di notte usciva e uccideva la gente, che ora invece ora è in mano a boomer e ragazzini che non hanno capito che perlomeno l'amore, si fa dal vivo.
Quand'ero giovane uno usciva di casa e andava, il Nokia non ti ricordavi neanche dov'era, ti venivano a suonare gli amici e se dovevi scopare ti venivano le amiche degli amici sotto casa. Io nel bagno dell'atrio del mio condominio ci ho sborrato in compagnia non so quante volte.
Che adesso uno debba fare swip su internet, poi vai all'incontro e lei ha i denti storti, fuma ed è tonta, è una roba che fa venire i brividi.
 
https://www.corriere.it/cronache/24_settembre_21/coppie-tinder-diseguaglianze-2a346774-bbf0-4f6e-86e5-7e62f8f92xlk.shtml

I matrimoni nati da incontri in rete passano negli Stati Uniti dal 2% nel 1998, al 20% nel 2008, al 40% circa nel 2017 (e da allora senz’altro non avranno fatto che crescere verso il 50% e oltre). Internet ormai è di gran lunga il principale canale di formazione delle coppie. In rapido declino invece sono i modi tradizionali, per esempio gli incontri attraverso amici comuni (giù dal 33% nel 1980 al 20% nel 2017), gli incontri al college o quelli attraverso le famiglie, che scendono dal 30% circa nel 1940 – quando erano il canale privilegiato – a poco più del 5% oggi.

Si tratta di un bene o di un male? Ognuno avrà la propria risposta, ma è un fatto che i nuovi canali aprano enormemente il raggio delle possibili conoscenze al di fuori delle cerchie sociali di ciascuna persona.

Una quindicina di anni fa si credeva che i social potessero aprire e democratizzare la società al contatto fra identità diverse e lontane fra loro, rendere il mondo più «piatto» e ricco di opportunità, superare gli ostacoli tradizionali.

Risultato? L’opposto. Negli Stati Uniti una maggioranza delle persone, anche quando è online, tende a formare coppie matrimoniali con partner dello stesso livello educativo (35%), con competenze professionali (30%) e reddito (15%) superiori alle loro. Il cambiamento nella selettività nel periodo 2008-2021 grazie all’uso di internet viene definito «minimo».

In fondo, avremmo dovuto saperlo già. Il mito dell’apertura della società grazie ai social network era fortissimo al tempo delle primavere arabe nel 2011, ma già in frantumi quando ci si rese conto della polarizzazione, della formazione di bolle omogenee e della manipolazione di Facebook e Twitter che portarono alla Brexit e all’elezione di Trump nel 2016. Non c’è motivo per cui con Tinder le cose dovessero andare diversamente: polarizza, frammenta e divide la società. Esattamente come tutte le altre piattaforme.

Un incel, leggendo questo articolo, potrebbe trarre alcuni insegnamenti chiave su come funziona la dinamica delle relazioni moderne e su quali fattori determinano il successo o l'insuccesso nel trovare un partner.

Illusione dell'accesso universale: Il fatto che le piattaforme di incontri online sembrino democratizzare l'accesso alle relazioni non significa che le disuguaglianze tradizionali (istruzione, reddito, razza) scompaiano. Al contrario, queste piattaforme tendono a perpetuare la selezione basata su tali fattori. Questo potrebbe aiutarlo a capire che il "problema" non è semplicemente l'accesso, ma come si formano e consolidano le coppie.

Meccanismi sociali profondi: Anche online, le persone tendono a scegliere partner con simili livelli di educazione, reddito e background culturale. Questo suggerisce che il problema della difficoltà di trovare un partner non risiede solo nell'aspetto fisico o nell'immediatezza delle piattaforme, ma anche in una serie di criteri sociali più profondi.

Radicamento delle disuguaglianze: Il fatto che le persone tendano a scegliere partner simili a loro contribuisce ad aumentare la disuguaglianza sociale. Invece di sentirsi esclusi per motivi personali, un incel potrebbe comprendere meglio che esistono strutture sociali ed economiche che influenzano tutti e che l'incontro di un partner è complesso e condizionato da fattori fuori dal controllo individuale.

Autoconsapevolezza e strategia: Comprendere che le piattaforme come Tinder, lungi dall'essere un "mercato aperto" dove tutti hanno le stesse possibilità, funzionano secondo dinamiche di selezione che premiano certi tratti potrebbe spingere un incel a riflettere su quali elementi del suo vissuto, della sua formazione o del suo contesto lo stanno effettivamente ostacolando.

In breve, l'articolo offre una visione critica delle relazioni e dei meccanismi sociali che le influenzano, spingendo a considerare la complessità del "mercato dei matrimoni" anche in era digitale, senza cadere nell'illusione che le app di incontri eliminino magicamente le disuguaglianze preesistenti.

Sembra scritto da chatgpt
 
Articolo interessante.
La stampa mainstream finalmente e timidamente inizia a parlare dell'attuale mercato delle relazioni anche se in maniera blupillata e ignora completamente il fenomeno dell'ipergamia femminile che spinge verso la ricerca di un partner con valore riproduttivo superiore al loro e mai alla pari.
 
Articolo interessante.
La stampa mainstream finalmente e timidamente inizia a parlare dell'attuale mercato delle relazioni anche se in maniera blupillata e ignora completamente il fenomeno dell'ipergamia femminile che spinge verso la ricerca di un partner con valore riproduttivo superiore al loro e mai alla pari.
Fubini è uno bravo (come Rampini).
ovviamente non si può essere troppo estremisti, sennò la linea editoriale del Corriere queste cose non gliele fa passare.
 
I social sono un'aberrazione di internet, che è nato come esperimento sociale/per motivi militari ed è finito in mano alla gente, che si trova tutto in camera da letto e non alza più il culo dalla sedia o lo sguardo dallo schermo.
Mi viene in mente la Petrolini. Una del 2002, mi fa venire i brividi solo a pensarlo visto che il 2002 lo ricordo bene da uomo già adulto, anno in cui internet già c'era, pur con tutti i limiti di allora, credo ci fosse ancora la 56 kb, che 'chiede' al signor google, come una sorta di intelligenza artificiale, come fare questo e quello, e gli viene data ogni volta una risposta idonea. Me la immagino mentre smanetta con quel cazzo di dito alla velocità della luce su un apparecchio di cui non capisce un acca, e che pure usa in maniera compulsiva, e da per scontata, magari dalla tazza del cesso spesso e volentieri.
Specchio degli attuali giovani, ma ormai non si torna indietro, salvo che l'intera civiltà non regredisca. Perfino nelle zone più antiquate, dove dominano regimi islamici o dittature africani, il telefono è diventato una parte essenziale della vita delle persone, e parlo di telefono in senso restrittivo, ma di fatto è un piccolo elaboratore, gente che magari il pc fisso non l'ha, e nemmeno saprebbe usarlo.
 
Fubini è uno bravo (come Rampini).
ovviamente non si può essere troppo estremisti, sennò la linea editoriale del Corriere queste cose non gliele fa passare.
Sì comunque non mi preoccuperei troppo dei 'diritti d'autore', soprattutto per un articolo di giornale, ma se vuoi essere iper garantista, verso te stesso, va bene. Ma al limite ti verrebbe chiesto di rimuoverlo, non capisco tutto questo timore.
 
Sì comunque non mi preoccuperei troppo dei 'diritti d'autore', soprattutto per un articolo di giornale, ma se vuoi essere iper garantista, verso te stesso, va bene. Ma al limite ti verrebbe chiesto di rimuoverlo, non capisco tutto questo timore.
diciamo che in un forum come questo la paranoia un po' ti viene :D

poi i riassunti di chatgpt sono utili, perchè ormai nessuno legge i testi troppo lunghi
 
diciamo che in un forum come questo la paranoia un po' ti viene :D

poi i riassunti di chatgpt sono utili, perchè ormai nessuno legge i testi troppo lunghi
Capisco, ma, ti faccio un esempio, su youtube è pieno di contenuti, teoricamente proprietà intellettuale di chissà chi, ma se non se ne accorge nessuno vengono regolarmente monetizzati, e, se si accorgono, semplicemente ti rimuovono il contenuto, certo se perseveri perdi il canale, ammesso te ne importi qualcosa, ma quello è quanto, pensa a quanti canali hanno mandato in onda film interi, poi magari li hanno chiusi, altri invece, soprattutto per pellicole di serie B di cui non frega a nessuno, sono ancora in linea.
 
vale comunque il discorso dei riassunti, necessari a gente che non legge, e che si ricollega a questo: "Me la immagino mentre smanetta con quel cazzo di dito alla velocità della luce su un apparecchio di cui non capisce un acca, e che pure usa in maniera compulsiva, e da per scontata, magari dalla tazza del cesso spesso e volentieri."
 
vale comunque il discorso dei riassunti, necessari a gente che non legge, e che si ricollega a questo: "Me la immagino mentre smanetta con quel cazzo di dito alla velocità della luce su un apparecchio di cui non capisce un acca, e che pure usa in maniera compulsiva, e da per scontata, magari dalla tazza del cesso spesso e volentieri."
Ma ti pare normale che i giovani d'oggi, ma soprattutto le femmine dico io, che fino a 15 anni solo le nerdone più incallite, osavano mettere mano ad un pc, oggi siano tra le più indefesse usufruitrici?
I telefonini hanno avvelenato l'esistenza, e tutto con il miraggio del sesso, sesso, sempre e solo sesso, che in molti sono abilissimi a mascherare come 'amore' come un 'me lo sentivo', e quindi lo 'dovevo' fare, ecc.
 
La modernità ha via via ucciso la socialità, quindi con la morte della socialità le conoscenze con quei canali frutto di una socialità viva non potevano che diminuire, anche le famiglie se i genitori stanno davanti a quel cazzo di televisore e lavorano fuori dal comune di residenza, come possono essere di aiuto (o di autorità) a dei figli per far loro conoscere persone? Se i genitori fanno poca vita sociale ovvio che pur volendo potranno fare poco per far conoscere potenziali fidanzati ai figli e trasmetteranno questa pratica di scarsa socialità ai figli come esempio.
Così Internet diventa il mezzo privilegiato di molte persone, per ripiego, ma lo si usa come un supermercato online dove si cerca il prodotto migliore.
Riguardo alla ricerca di persone affini per situazione economica, ambito lavorativo ecc. sappiamo che per sentirci più tranquilli, per poter condividere le nostre cose, tendiamo appunto a cercare partner sessuali che ci siano affini, escludendo quelli che dovrebbero esserlo di meno. Internet non poteva che accentuare il fenomeno, perché è un mezzo che si usa da soli, isolati dalle altre persone, e ci permette di fare una selezione di chi incontriamo. Invece con la socializzazione aperta, nella vita reale e slegata a gruppi chiusi, virtuali o reali, in piazza, al mercato rionale ecc., entriamo in contatto con persone diverse, non affini e proprio perché le troviamo casualmente, ci interagiamo e possiamo trovarle piacevoli, inoltre nella socializzazione aperta non scegli sempre con chi interagisci in base a livello culturale, classe sociale, professione ecc.
Internet accentua il fenomeno della ricerca per gruppi chiusi e selezionati pure in virtù della possibilità di cercare ampliando l' ambito geografico di ricerca, cercando ciò che è affine e non si trova vicino geograficamente, sempre più lontano, cioè ciò che non posso trovare dove abito posso contattarlo in zone anche molto distanti. Invece se c'è la socializzazione aperta nel luogo di residenza, al massimo nei comuni limitrofi, esclusivamente come sistema per trovare partner, allora ci si deve accontentare un pò ad certo punto, se si vuole fare l' amore, formare una coppia.
 
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