Cucuruz
Well-known member
Ieri stavo osservando delle lucertole che prendevano il sole su un muretto, alcune si rincorrevano o forse si facevano brutto l'un l'altra, altre invece erano in cerca di qualcosa (è sorprendente quanto sia profonda la nostra ignoranza su cose così piccole) e mi è venuto in mente un fatto molto banale: il 99,9% delle specie animali non ha la minima considerazione dell'aspetto estetico. Per loro non solo non esistono canoni di bellezza, ma non ne hanno neanche alcun bisogno per quanto riguarda la riproduzione, ogni specie trova modi differenti di accoppiarsi che raramente consistono nel corteggiamento in cui una femmina deve scegliere il maschio più bello.
Ora, c'è un fatto assodato e inequivocabile nelle neuroscienze, cioè che i primati e gli uomini sono particolarmente sensibili ai volti: quando si vede un viso a livello inconscio in numerose aree del cervello gruppi di neuroni "si accendono", cosa che non succede con altri oggetti o parti del corpo. Da qui probabilmente deriva la squisita attenzione che l'essere umano riserva all'aspetto estetico, ma se posso azzardare una teoria, questa tendenza è solo un sottoprodotto culturale e non innato biologicamente, perché il senso di questa attenzione per i volti dei nostri simili è innanzitutto di carattere sociale: riconoscere e produrre la variegata mimica facciale dei nostri simili è fondamentale per la comunicazione e la cooperazione sociale. Ma in questo processo comunicativo non è affatto implicito il riconoscimento della bellezza di un'altra persona sulla base dei suoi tratti somatici.
Difficilmente si può negare che esistano dei tratti che risultano più attraenti di altri. Eppure l'enorme varietà culturale e canoni estetici delle diverse epoche suggerisce che questi tratti varino di epoca in epoca, per cui si assiste ad una doppia strutturazione non necessaria alla riproduzione biologica: in primis l'idea stessa di bellezza è inutile, in secondo luogo la presenza di numerosi criteri tra loro incompatibili per decretare la scala di bellezza è del tutto superflua e crea confusione.
È difficile capire se altri animali pensano, perché noi del pensiero abbiamo solo un'intuizione, non sappiamo definire e capire precisamente che cosa il pensare sia e cosa implichi o da dove derivi. Però il fatto che i pochi altri animali che basano il corteggiamento sull'estetica apprezzino valori fissi e stereotipati (tipo la coda del pavone) indica che il concetto della bellezza nell'uomo, così variegato e multiforme, scaturisca dal troppo pensare e comunicare coi propri simili e non da predisposizioni biologiche. Il grado di condizionamento che la nostra comunità (o società in tempi più recenti) esercita su di noi non solo è incalcolabile ed imprevedibile, ma resta anche imperscrutabile per la maggior parte di noi, lo interiorizziamo senza neanche rendercene conto, e dunque è ancora più difficile svincolarcene perché non li avvertiamo come vincolo.
Quindi i discorsi sull'ipergamia e l'estetica che si fanno sul forum sono fondamentalmente sbagliati, non perché non rispecchino la situazione che effettivamente si presenta nel mondo contemporaneo, ma perché l'idea soggiacente è che una cosa negativa del mondo moderno è che le donne vogliono solo uomini più belli, mentre se ognuno si cercasse il proprio pariestetico si vivrebbe più serenamente e sarebbe più "giusto". Ma questo fatto è sbagliato in principio, perché la bellezza non dovrebbe avere proprio alcuna rilevanza a livello riproduttivo, e se si resta ancorati a canoni di bellezza aleatori e si creano classifiche nella propria testa si resterà comunque insoddisfatti. Allo stesso tempo anche per un brutto l'idea che l'importanza dell'estetica sia qualcosa di assolutamente necessario è un'attrazione irresistibile, perché un effetto del troppo pensare dell'uomo è di dover necessariamente dare un senso alle cose, mentre un effetto della sua spiccata socialità è che un senso condiviso tra più persone incrementa notevolmente il senso di appartenenza delle persone al gruppo. Pur di sentirsi parte di un gruppo, gli uomini farebbero (quasi) qualunque cosa: è questo il principale motivo per cui nella storia si alternano ideologie e opinioni diffuse che nel proprio tempo sembrano verità inscalfibili, mentre nelle epoche future paiono cose ridicole e insensate.
L'estetica come concetto è un cope, dettato dal fatto che bisogna cercare un senso alla propria esistenza, e di questi tempi affidarsi alla biologia va molto di moda. Ma come abbiamo visto, l'estetica è scarsamente definibile in termini biologici, soprattutto nell'uomo. Aiuta a distogliere lo sguardo dall'insensatezza della vita, cosa insopportabile ai più.
Ora, c'è un fatto assodato e inequivocabile nelle neuroscienze, cioè che i primati e gli uomini sono particolarmente sensibili ai volti: quando si vede un viso a livello inconscio in numerose aree del cervello gruppi di neuroni "si accendono", cosa che non succede con altri oggetti o parti del corpo. Da qui probabilmente deriva la squisita attenzione che l'essere umano riserva all'aspetto estetico, ma se posso azzardare una teoria, questa tendenza è solo un sottoprodotto culturale e non innato biologicamente, perché il senso di questa attenzione per i volti dei nostri simili è innanzitutto di carattere sociale: riconoscere e produrre la variegata mimica facciale dei nostri simili è fondamentale per la comunicazione e la cooperazione sociale. Ma in questo processo comunicativo non è affatto implicito il riconoscimento della bellezza di un'altra persona sulla base dei suoi tratti somatici.
Difficilmente si può negare che esistano dei tratti che risultano più attraenti di altri. Eppure l'enorme varietà culturale e canoni estetici delle diverse epoche suggerisce che questi tratti varino di epoca in epoca, per cui si assiste ad una doppia strutturazione non necessaria alla riproduzione biologica: in primis l'idea stessa di bellezza è inutile, in secondo luogo la presenza di numerosi criteri tra loro incompatibili per decretare la scala di bellezza è del tutto superflua e crea confusione.
È difficile capire se altri animali pensano, perché noi del pensiero abbiamo solo un'intuizione, non sappiamo definire e capire precisamente che cosa il pensare sia e cosa implichi o da dove derivi. Però il fatto che i pochi altri animali che basano il corteggiamento sull'estetica apprezzino valori fissi e stereotipati (tipo la coda del pavone) indica che il concetto della bellezza nell'uomo, così variegato e multiforme, scaturisca dal troppo pensare e comunicare coi propri simili e non da predisposizioni biologiche. Il grado di condizionamento che la nostra comunità (o società in tempi più recenti) esercita su di noi non solo è incalcolabile ed imprevedibile, ma resta anche imperscrutabile per la maggior parte di noi, lo interiorizziamo senza neanche rendercene conto, e dunque è ancora più difficile svincolarcene perché non li avvertiamo come vincolo.
Quindi i discorsi sull'ipergamia e l'estetica che si fanno sul forum sono fondamentalmente sbagliati, non perché non rispecchino la situazione che effettivamente si presenta nel mondo contemporaneo, ma perché l'idea soggiacente è che una cosa negativa del mondo moderno è che le donne vogliono solo uomini più belli, mentre se ognuno si cercasse il proprio pariestetico si vivrebbe più serenamente e sarebbe più "giusto". Ma questo fatto è sbagliato in principio, perché la bellezza non dovrebbe avere proprio alcuna rilevanza a livello riproduttivo, e se si resta ancorati a canoni di bellezza aleatori e si creano classifiche nella propria testa si resterà comunque insoddisfatti. Allo stesso tempo anche per un brutto l'idea che l'importanza dell'estetica sia qualcosa di assolutamente necessario è un'attrazione irresistibile, perché un effetto del troppo pensare dell'uomo è di dover necessariamente dare un senso alle cose, mentre un effetto della sua spiccata socialità è che un senso condiviso tra più persone incrementa notevolmente il senso di appartenenza delle persone al gruppo. Pur di sentirsi parte di un gruppo, gli uomini farebbero (quasi) qualunque cosa: è questo il principale motivo per cui nella storia si alternano ideologie e opinioni diffuse che nel proprio tempo sembrano verità inscalfibili, mentre nelle epoche future paiono cose ridicole e insensate.
L'estetica come concetto è un cope, dettato dal fatto che bisogna cercare un senso alla propria esistenza, e di questi tempi affidarsi alla biologia va molto di moda. Ma come abbiamo visto, l'estetica è scarsamente definibile in termini biologici, soprattutto nell'uomo. Aiuta a distogliere lo sguardo dall'insensatezza della vita, cosa insopportabile ai più.