Nemmeno la Cina è più quella di una volta

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mcanrew

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https://www.corriere.it/esteri/24_n...-3229-4870-80e9-4e8d1ebc0xlk.shtml?refresh_ce

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L’autore del massacro, Fan, secondo quanto riportato, aveva acquistato il Suv del valore di 200 mila euro (25 mila euro al cambio), con un prestito, pochi giorni prima: segno che aveva in mente di utilizzarlo proprio per «vendicarsi» di un torto patrimoniale subito, pare, nel corso del divorzio dalla moglie. Ora, nella società cinese è quasi impossibile trovare uno sfogo alle frustrazioni personali. L’individuo ha una parte minima e non esiste se non in relazione al gruppo, al clan.

Dunque, quando si ritiene di aver «perso la faccia», e non si posseggono le risorse per far fronte all’umiliazione da soli, il rischio di un’esplosione di aggressività e violenza è frequente. E l’obiettivo è ovunque: la società.

Per questo ogni tanto si legge di aggressioni con un’arma bianca (il controllo sulle armi da fuoco per fortuna è capillare) contro inermi e inconsapevoli vittime predestinate: passanti, scolari, anziani.

L’episodio di Zhuhai ha segnato tuttavia un «salto di qualità» proprio per la scala. Avendo il signor Fan trasformato un’auto in un’arma, proprio come accade più a ovest nel mondo, dove i terroristi improvvisati da tempo utilizzano questa forma di violenza, le vittime si sono moltiplicate, provocando choc e incredulità in una società di massa dove la «stabilità» è considerata un valore irrinunciabile, una delle poche cose che il regime è tenuto a garantire in cambio della sua legittimazione. Per la cronaca, il signor Fan è in coma a causa delle ferite auto inflitte con un coltello: si è punito da solo, ultima vendetta contro tutti gli altri.
 
Lunedì sera a Zhuhai, città cinese del Guangdong. Un SUV piomba sulla gente che fa esercizio fisico o balla in gruppo davanti allo stadio. Sui social mandarini corrono le immagini di anziani e giovani, anche bambini falciati e riversi a terra. Si capisce che è una terribile scia di morte. La polizia comunica di aver arrestato l’assassino: dice che ha 62 anni, «era insoddisfatto dalla divisione dei beni dopo il divorzio».
Ci vuole un giorno intero perché la polizia dichiari l’enormità del gesto folle: 35 morti e 43 feriti. Questi casi in Cina sono catalogati come «baofu shehu», «vendetta sulla società»
, da parte di squilibrati che avevano o credevano di avere conti da regolare con le autorità. Sotto altre forme, spesso con l’uso di armi da fuoco, fatti del genere accadono negli Stati Uniti.
La gravità della strage di Zhuhai questa volta ha spinto Xi Jinping a ordinare che le «autorità competenti traggano lezioni e risolvano i rischi alla fonte». Linguaggio involuto, che ammette problemi sociali. Però, la risposta dei funzionari di Zhuhai è stata la solita: la censura ha cancellato dai social immagini e commenti sul massacro; la stampa di Pechino ha confinato la notizia in poche righe. Può essere una strategia per cercare di evitare «l’effetto emulazione» da parte di altri squilibrati. Ma questa volta le autorità hanno agito con ulteriore zelo: ieri hanno fatto sparire anche i mazzi di fiori e le candele che semplici cittadini avevano accumulato davanti allo stadio in ricordo delle vittime.
 
Lunedì sera a Zhuhai, città cinese del Guangdong. Un SUV piomba sulla gente che fa esercizio fisico o balla in gruppo davanti allo stadio. Sui social mandarini corrono le immagini di anziani e giovani, anche bambini falciati e riversi a terra. Si capisce che è una terribile scia di morte. La polizia comunica di aver arrestato l’assassino: dice che ha 62 anni, «era insoddisfatto dalla divisione dei beni dopo il divorzio».
Ci vuole un giorno intero perché la polizia dichiari l’enormità del gesto folle: 35 morti e 43 feriti. Questi casi in Cina sono catalogati come «baofu shehu», «vendetta sulla società»
, da parte di squilibrati che avevano o credevano di avere conti da regolare con le autorità. Sotto altre forme, spesso con l’uso di armi da fuoco, fatti del genere accadono negli Stati Uniti.
La gravità della strage di Zhuhai questa volta ha spinto Xi Jinping a ordinare che le «autorità competenti traggano lezioni e risolvano i rischi alla fonte». Linguaggio involuto, che ammette problemi sociali. Però, la risposta dei funzionari di Zhuhai è stata la solita: la censura ha cancellato dai social immagini e commenti sul massacro; la stampa di Pechino ha confinato la notizia in poche righe. Può essere una strategia per cercare di evitare «l’effetto emulazione» da parte di altri squilibrati. Ma questa volta le autorità hanno agito con ulteriore zelo: ieri hanno fatto sparire anche i mazzi di fiori e le candele che semplici cittadini avevano accumulato davanti allo stadio in ricordo delle vittime.
Costretti a essere insetti in un formicaio, si diventa come gli atomi di idrogeno concentrati in uno spazio piccolo: finiscono per scontrarsi a velocità sempre crescenti.
 
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L’autore del massacro, Fan, secondo quanto riportato, aveva acquistato il Suv del valore di 200 mila euro (25 mila euro al cambio), con un prestito, pochi giorni prima: segno che aveva in mente di utilizzarlo proprio per «vendicarsi» di un torto patrimoniale subito, pare, nel corso del divorzio dalla moglie. Ora, nella società cinese è quasi impossibile trovare uno sfogo alle frustrazioni personali. L’individuo ha una parte minima e non esiste se non in relazione al gruppo, al clan.

Dunque, quando si ritiene di aver «perso la faccia», e non si posseggono le risorse per far fronte all’umiliazione da soli, il rischio di un’esplosione di aggressività e violenza è frequente. E l’obiettivo è ovunque: la società.

Per questo ogni tanto si legge di aggressioni con un’arma bianca (il controllo sulle armi da fuoco per fortuna è capillare) contro inermi e inconsapevoli vittime predestinate: passanti, scolari, anziani.

L’episodio di Zhuhai ha segnato tuttavia un «salto di qualità» proprio per la scala. Avendo il signor Fan trasformato un’auto in un’arma, proprio come accade più a ovest nel mondo, dove i terroristi improvvisati da tempo utilizzano questa forma di violenza, le vittime si sono moltiplicate, provocando choc e incredulità in una società di massa dove la «stabilità» è considerata un valore irrinunciabile, una delle poche cose che il regime è tenuto a garantire in cambio della sua legittimazione. Per la cronaca, il signor Fan è in coma a causa delle ferite auto inflitte con un coltello: si è punito da solo, ultima vendetta contro tutti gli altri.
Un caso non fa statistica.
Stiamo parlando di una nazione che ha 4 volte la popolazione europea.
 
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