Emarginato
Well-known member
Non contenti di aver causato la morte, perché i compagni di merende l'hanno ucciso com'è non uficiale ma noto, e la trafila giudiziaria di un ignorante che era un violento ma che in aula si vedeva che non sapeva manco di che cazzo gli stavano parlando, adesso si riaprono le indagini o il cazzo che è per il rosso del mugello.
Hanno già creato anche il nickname come nei server di Medal of Honor, e vanno a scoperchiare l'istigazione al suicidio di uno che non aveva fatto un cazzo, perché un giornalista deve pagarsi la bamba che usa con le escort.
Mi raccomando la testimonianza esclusiva, eh
Hanno già creato anche il nickname come nei server di Medal of Honor, e vanno a scoperchiare l'istigazione al suicidio di uno che non aveva fatto un cazzo, perché un giornalista deve pagarsi la bamba che usa con le escort.
Il rosso del Mugello
Nel servizio di “Far West” il giornalista Carmine Gazzani ha messo in fila gli indizi che disegnano un quadro mai preso in considerazione in passato da chi ha condotto le indagini sul Mostro di Firenze. Ne emerge un nuovo sospettato mai indagato, il “rosso del Mugello”, un cacciatore con precedenti penali. Viveva a Borgo San Lorenzo nel cuore del Mugello, nella frazione Le fontanine ovvero la stessa in cui fu compiuto il delitto del 14 settembre del ‘74 ai danni di Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore: la seconda coppia trucidata dal mostro, lungo una strada sterrata mentre erano appartati nella loro 127. Lui fu ucciso con cinque colpi di pistola ma su di lei il Mostro si accanì con profonda furia. La Pettini è stata l’unica vittima ad aver lottato col mostro e nella colluttazione il contatto potrebbe aver causato un deposito di Dna. Il suo corpo potrebbe ancora parlare e i familiari stanno lottando per una riesumazione della salma.
Il DNA
Ma c’è altro Dna da cui ripartire ed è quello appartenente a un profilo ignoto ritrovato sui pantaloni di Jean Micheal, il ragazzo francese che insieme alla sua Nadine è stato l’ultima vittima del Mostro. Se quel Dna com’è stato appurato non è dei vari sospettati a chi appartiene? Il Dna del rosso del Mugello non è mai stato comparato. Ma la pista del rosso del fu già indicata da un rapporto dei carabinieri del 1984, sul penultimo dei duplici omicidi del Mostro. Nel verbale compare un sospettato che nel febbraio del 1965 fu accusato del furto di quattro pistole e una di questa non fu mai ritrovata. Il furto avvenne in un’armeria di Borgo San Lorenzo, dove viveva il rosso del Mugello, e l’arma era una Beretta calibro 22, la stessa arma del Mostro di Firenze com’è ben noto. Perché allora non è mai entrato nelle indagini?
Testimonianza esclusiva
Dopo 40 anni sbuca una testimonianza esclusiva. Lei si chiama Beatrice Niccolai: “Ho preferito mantenere l’anonimato ma dopo 40 anni posso metterci la faccia. Nel 1985, avevo 17 anni quando incontrai una persona che non mi ha fatto dormire per molto tempo”. L’episodio raccontato da Beatrice risale a pochi giorni dopo l’ultimo omicidio del Mostro ai danni della coppia di turisti francesi, Jean Micheal e Nadine, assaltati in una piazzola all’interno della loro tenda da campeggio. Racconta Beatrice a Far West: “C’era sciopero mezzi, feci l’autostop e fui raccolta subito da un’auto con uomo di mezza età a bordo. Mi chiese subito se avessi un fidanzato e nel caso, dove ci appartavamo, dove andassero le coppiette, che abitudini c’erano nel Mugello. Mi chiese anche se funzionava la campagna “Occhio ragazzi”, per cui vennero distribuiti dei volantini in cui le autorità davano indicazioni su cosa fare. Furono domande imbarazzanti, speravo solo che il viaggio finisse presto. Mi chiese anche se sapevo delle indagini del mostro e se sapessi del feticcio inviato al magistrato Silvia della Monica”.
Nella lettera anonima inviata alla magistrata c’era un lembo di pelle umano, estratto dal seno dell’ultima vittima del mostro, Nadine. “Il lunedì tornai a scuola, portavamo sempre in classe i giornali e lessi quindi del feticcio. Mi sentì gelare ma perché lo sapevo già dal giovedì prima del feticcio. Prima che fosse scritto sui giornali. Denunciai tutto ma iniziarono ad arrivavano telefonate inquietanti di notte, non era mai successo prima”, aggiunge la Niccolai. Alla domanda del giornalista Carmine Gazzanni che mostrando una foto dell’identikit del Mostro alla donna le ha chiesto se lo riconoscesse, lei senza esitare per un attimo ha risposto: “Si, è lui. Aveva una corporatura robusta e i capelli rossicci e radi”, ha aggiunto. A questa testimonianza se ne aggiungono altre due (non inedite) tra cui quella di una collega di una delle vittime del serial killer, Pia Gilda Rontini. Lei si chiama Emanuela Abbazzi e lavorava con Pia in un bar di Vicchio. “C’era un uomo che mi scocciava sempre. Era alto, robusto, rosso e stempiato. Mi tampinava sempre, infastidiva tutte”.
Mi raccomando la testimonianza esclusiva, eh