I boomer, adottando il liberalismo (chiamiamolo progressismo, diritti civili, o come vi pare, insomma ci siamo capiti), hanno sobbarcato le generazioni future di sorreggere il costo di una farsa che non può durare all'infinito, dato che è fondata sul nulla, se non sulle risorse materiali accumulate in occidente, che sono cosi state quasi tutte sperperate.
Quindi, si è creata una distanza "metafisica" tra i vecchi e i giovani, dato che i giovani non percepiscono nessuna aura nel sostenere questa farsa, dato che non ci sono neanche le condizioni materiali per farlo.
E quando due persone non condividono la stessa visione dell'esistenza, possono essere accomunate solo dal denaro e da hobby materaili. Ma, di nuovo, i boomer, sfruttando i giovani per sorreggere la farsa liberale, e vedendo effettivamente le generazioni giovani come competizione, si sono tenuti varie forme di ricchezza. Il che vuol dire che neanche sul piano materiale c'è qualcosa da convidere.
Non solo noi giovani non percepiamo "aura" - loro si, dato che si credono i portatori divini dell'utopia liberale - ma non abbiamo neanche nessuna condizione materiale in comune con loro, il che rende impossiible avere tempi e spazi in comune.
Ed è per questo che i boomer si meritano tutta la desolazione che i propri figli e nipoti - se ne hanno - gli restituiscono, il silenzio cringe, i dialoghi meccanici "come stai? hai mangiato?". Perchè non hanno protetto la struttura esistenziale della società, distruggendo quella che chiamo "aura"; e hanno rovinato l'economia. E quindi se un giovane non convidide i loro valori è un "-ista", e se non vuole lavorare per andare a caccia di wallate è un incel (ommioddio, un incel, prendiamolo in giro) o uno scansafatiche/sfigato (completate voi la lista di etichette ebraiche).
Ho riflettuto su questo pensando a quanto poco ho sempre avuto da dire ai miei genitori. Da piccolo pensavo di essere nato psicopatico o autistico o "narcisista", quando molto semplicemente, se distruggi l'occidente per sentirti moralmente virtuoso e per i tuoi interessi economici, poi ovvio che qualcuno dei giovani non troverà nessun interesse nel sostenere questi valori dsitruttivi, nè avrà i soldi e le energie per farlo.
Se provo a parlarci di dating, mi diranno consigli ritardati.
Se gli parlo della cultura che hanno venduto agli ebrei in cambio di soldi facili e sentimenti felici, mi diranno che sono razzista (ommioddio)
Se gli dico che il vaccino mi ha fatto venire problemi di salute - cosa che ora ammettono pure gli (((Scienziati))) di harvard, dato che ormai la notizia non si può censurare-, mi diranno che non sono un dottore.
Se gli dico che lavorare non mi piace, mi diranno che sono uno scansafatiche.
Quindi, si è creata una distanza "metafisica" tra i vecchi e i giovani, dato che i giovani non percepiscono nessuna aura nel sostenere questa farsa, dato che non ci sono neanche le condizioni materiali per farlo.
E quando due persone non condividono la stessa visione dell'esistenza, possono essere accomunate solo dal denaro e da hobby materaili. Ma, di nuovo, i boomer, sfruttando i giovani per sorreggere la farsa liberale, e vedendo effettivamente le generazioni giovani come competizione, si sono tenuti varie forme di ricchezza. Il che vuol dire che neanche sul piano materiale c'è qualcosa da convidere.
Non solo noi giovani non percepiamo "aura" - loro si, dato che si credono i portatori divini dell'utopia liberale - ma non abbiamo neanche nessuna condizione materiale in comune con loro, il che rende impossiible avere tempi e spazi in comune.
Ed è per questo che i boomer si meritano tutta la desolazione che i propri figli e nipoti - se ne hanno - gli restituiscono, il silenzio cringe, i dialoghi meccanici "come stai? hai mangiato?". Perchè non hanno protetto la struttura esistenziale della società, distruggendo quella che chiamo "aura"; e hanno rovinato l'economia. E quindi se un giovane non convidide i loro valori è un "-ista", e se non vuole lavorare per andare a caccia di wallate è un incel (ommioddio, un incel, prendiamolo in giro) o uno scansafatiche/sfigato (completate voi la lista di etichette ebraiche).
Ho riflettuto su questo pensando a quanto poco ho sempre avuto da dire ai miei genitori. Da piccolo pensavo di essere nato psicopatico o autistico o "narcisista", quando molto semplicemente, se distruggi l'occidente per sentirti moralmente virtuoso e per i tuoi interessi economici, poi ovvio che qualcuno dei giovani non troverà nessun interesse nel sostenere questi valori dsitruttivi, nè avrà i soldi e le energie per farlo.
Se provo a parlarci di dating, mi diranno consigli ritardati.
Se gli parlo della cultura che hanno venduto agli ebrei in cambio di soldi facili e sentimenti felici, mi diranno che sono razzista (ommioddio)
Se gli dico che il vaccino mi ha fatto venire problemi di salute - cosa che ora ammettono pure gli (((Scienziati))) di harvard, dato che ormai la notizia non si può censurare-, mi diranno che non sono un dottore.
Se gli dico che lavorare non mi piace, mi diranno che sono uno scansafatiche.
