Sabato pomeriggio. Andrea sta uscendo dal liceo, ha 17 anni e guarda gli altri adolescenti uscire come lui dall' edificio. Si immagina il loro sabato sera, le ragazzine uscire con i ragazzi in genere più grandi, fare sesso in macchina, baciarsi, andare alle feste e fare orgie. Salutati i suoi compagni sfigati, deve prendere 2 autobus, è pendolare. Mentre altri suoi coetanei, più dritti, più svegli, più autonomi inizieranno a frequentare la prima fidanzatina, a dare i primi baci, anche a fare l' amore, a sperimentare le gioie e i dolori della vita di coppia, Andrea passerà la sera a fare i compiti, a leggere il Forum dei Brutti, da appassionato di filosofia quale è, passando dalla filosofia pragmatista di Sentenza all' Epicureismo gioioso di Pezzottato, dal pessimismo cosmico di Free Soul e Crudista. Carnivoro, e documentandosi dalle analisi sociologiche e storiche di Master Shogun e Avanguardia. Mamma e papà lo rimprovereranno di non uscire, di non avere amici, di essere una schiappa con le ragazze, di essere timido con loro. Ma quando aveva amici, gli sfigati lo bullizzavano, gli altri normali invece lo escludevano, troppo indietro è; invisibile alle ragazzine, mica pensano a lui, tra cessi socialoni spigliati, ragazzi di 5-10 anni più grandi pure se scemi, volponi sicuri di se ecc.
Ma, sull' autobus che lo riporta al paese, trova Gino, l' unico compaesano con cui ancora chiacchiera, coetaneo che ritorna da un corso professionale, con cui parla spesso. E' uno sfigato che a scuola non riusciva, faceva casino, sempre gli piace fare casino. Qualche volta in passato si sono frequentati giocando a computer. Parlano di marachelle e di ragazzine insensibili e troie. Si immaginano tra pochi anni: calvi, brutti, con fedina penale sporca, mezzo drogati, disprezzati da tutti, sempre vergini, pure le donne mature che li scanseranno a 10 metri di distanza, attendenti solo la morte. C'è poi Alfredo, ha quasi 30 anni, è calvo, anche lui al rientro da un corso professionale. Parla spesso con loro 2 dicendo scemenze. Guardano le signorine altezzose, Alfredo dice quanto sono coglione. Lui conosce Alberto perché aveva lavorato a casa sua: una giovinezza difficile la sua, sempre porte chiuse in faccia, famiglia disfunzionale, una condanna per lesioni in passato, ancora vergine, allontanato dalle ragazze perché povero e incapace di comunicare, perché sempre ostentante ideologie nazi-fasciste, forse solo per incutere paura e disprezzo negli altri.
Lui propone ai 2 ragazzi di uscire la sera a fare scherzi a queste sceme, loro accettano. Esordisce già in pullman gridando a delle ragazze che dicono con il sorriso sulle labbra che con un povero, con uno senza macchina non ci uscirebbero: “Chi vi credere di essere, fate schifo al cazzo!” Gli amici ridono mentre gli altri passeggeri guardano atterriti.
Appuntamento alle 6 vicino ai tavolini di quei bar. Alfredo e Gino hanno caricato i fucili ad acqua con la loro pipì, acqua abbondantemente hanno bevuto. Arrivato Andrea, uscito tra lo stupore dei genitori, Alfredo sfodera dei chiodini, che loro mettono nelle sedie dove tra poco siederanno le ragazze con i loro amici. Quando si siedono, partono le urla, poi si toccano nelle parti intime, doloranti. Tanti i telefonini che riprendono le scene, mente un bullo che scocciava Gino, dal dolore ai testicoli, bestemmia e prende a calci tutto. I 3 amici guardano tutto da una panchina, ridendo sottovoce.
Si passa al secondo scherzo, come la notte è giunta: ci si nasconde dietro una siepe di una piazza dove non c'è nessuno, Gino tira fuori un foglio puzzolente che copre qualcosa: è la cacca del cane. Obiettivo: lanciarla sulla faccia di una signorina. Eccone 2, altezzose, tutte eleganti, in gonna corta, stivali, cappotto, borsa di marca, col telefonino ultimo modello. Gino da dietro i cespugli effettua il lancio della cacca di cane. Arriva sulla testa di una signorina. Dai capelli scende verso gli occhi, sporca gli occhiali, poi il naso, infine la bocca. Spaventata si tocca, e si sporca le mani, si butta per terra piangendo, il cellulare è caduto per terra, si dimena, urla “tutta la cacca, puzzo!” L' amica ferma le macchina e chiede aiuto, vari automobilisti tirano fuori salviette e fazzoletti. Solo uno non mostra empatia, è un brutto quarantenne, calvo, barboso, che urla “ben vi sta troie di merda, non mi avete mai aiutato”. I 3 amici dietro una panchina osservano e ascoltano trattenendosi per non essere scoperti, poi vanno via e finalmente possono scoppiare a ridere.
Arriva la terza operazione: si sale in macchina di Alfredo, una macchina a 5 porte vecchiotta, pronti i fucili giocatolo caricati a pipì, e via! Ogni signorina viene sottoposta al lancio di pipì, 2 vestite da metallare vedono la pizzetta che mangiano colpita dalla pipì mentre se ne nutrono, e continuano a mangiarla. Tante si spaventano, è un divertimento, vedere i loro sguardi imbufaliti. Ad un giovane mano nella mano con la sua innamorata, il raggio di pipì entra nelle sua bocca arrivando fino in gola, fanno in tempo i 3 a vederlo tossire e poggiarsi al muro, per la pipì andata di traverso.
La pipì è finita. Si è in strada a ridere. Passano i bulli che prendono in giro Andrea ogni volta che esce, ma Alfredo e Gino, li guardano male, chiedono con la faccia decisa che problema hanno, si avvicinano e i bulletti si scusano, fanno i diplomatici. Si stanno cagando addosso.
La macchina è rimessa in cortile, si bere birra a fiumi, alla faccia di Matteo Salvini. Per finire infatti col pennarellone di Gino si scrivono parolacce contro il ministro dei trasporti su pali e cartelli.
Si rientra a casa tardi, a cenare. Niente scopate, niente baci, ma alle dispensatrici del piacere a chi vogliono loro (ai bellocci, ai furbi, ai svegli, ai monetati, ai sicuri di se) han dato filo da torcere.
D'ora in poi, ogni sabato sarà puro divertimento. Cari fighetti, care narcisiste insensibili, i 3 giustizieri vagheranno tra le vie, il vostro profumo in odore di cacca di cane si tramuterà, i vostri costosi vestitini con la pipì verranno lavati.
Se vedete che alle ragazze siete invisibili, se vi accorgete che tanto, provarci, è un trovare solo porte in faccia, se vi rendete conto che tanto non rientrate nei requisiti cercati dal genere femminile, fate gruppo tra voi sfigati. Non c'è che un solo modo per non pensare a quanto siete scartati: fare scemenze, fare casino.
Ma, sull' autobus che lo riporta al paese, trova Gino, l' unico compaesano con cui ancora chiacchiera, coetaneo che ritorna da un corso professionale, con cui parla spesso. E' uno sfigato che a scuola non riusciva, faceva casino, sempre gli piace fare casino. Qualche volta in passato si sono frequentati giocando a computer. Parlano di marachelle e di ragazzine insensibili e troie. Si immaginano tra pochi anni: calvi, brutti, con fedina penale sporca, mezzo drogati, disprezzati da tutti, sempre vergini, pure le donne mature che li scanseranno a 10 metri di distanza, attendenti solo la morte. C'è poi Alfredo, ha quasi 30 anni, è calvo, anche lui al rientro da un corso professionale. Parla spesso con loro 2 dicendo scemenze. Guardano le signorine altezzose, Alfredo dice quanto sono coglione. Lui conosce Alberto perché aveva lavorato a casa sua: una giovinezza difficile la sua, sempre porte chiuse in faccia, famiglia disfunzionale, una condanna per lesioni in passato, ancora vergine, allontanato dalle ragazze perché povero e incapace di comunicare, perché sempre ostentante ideologie nazi-fasciste, forse solo per incutere paura e disprezzo negli altri.
Lui propone ai 2 ragazzi di uscire la sera a fare scherzi a queste sceme, loro accettano. Esordisce già in pullman gridando a delle ragazze che dicono con il sorriso sulle labbra che con un povero, con uno senza macchina non ci uscirebbero: “Chi vi credere di essere, fate schifo al cazzo!” Gli amici ridono mentre gli altri passeggeri guardano atterriti.
Appuntamento alle 6 vicino ai tavolini di quei bar. Alfredo e Gino hanno caricato i fucili ad acqua con la loro pipì, acqua abbondantemente hanno bevuto. Arrivato Andrea, uscito tra lo stupore dei genitori, Alfredo sfodera dei chiodini, che loro mettono nelle sedie dove tra poco siederanno le ragazze con i loro amici. Quando si siedono, partono le urla, poi si toccano nelle parti intime, doloranti. Tanti i telefonini che riprendono le scene, mente un bullo che scocciava Gino, dal dolore ai testicoli, bestemmia e prende a calci tutto. I 3 amici guardano tutto da una panchina, ridendo sottovoce.
Si passa al secondo scherzo, come la notte è giunta: ci si nasconde dietro una siepe di una piazza dove non c'è nessuno, Gino tira fuori un foglio puzzolente che copre qualcosa: è la cacca del cane. Obiettivo: lanciarla sulla faccia di una signorina. Eccone 2, altezzose, tutte eleganti, in gonna corta, stivali, cappotto, borsa di marca, col telefonino ultimo modello. Gino da dietro i cespugli effettua il lancio della cacca di cane. Arriva sulla testa di una signorina. Dai capelli scende verso gli occhi, sporca gli occhiali, poi il naso, infine la bocca. Spaventata si tocca, e si sporca le mani, si butta per terra piangendo, il cellulare è caduto per terra, si dimena, urla “tutta la cacca, puzzo!” L' amica ferma le macchina e chiede aiuto, vari automobilisti tirano fuori salviette e fazzoletti. Solo uno non mostra empatia, è un brutto quarantenne, calvo, barboso, che urla “ben vi sta troie di merda, non mi avete mai aiutato”. I 3 amici dietro una panchina osservano e ascoltano trattenendosi per non essere scoperti, poi vanno via e finalmente possono scoppiare a ridere.
Arriva la terza operazione: si sale in macchina di Alfredo, una macchina a 5 porte vecchiotta, pronti i fucili giocatolo caricati a pipì, e via! Ogni signorina viene sottoposta al lancio di pipì, 2 vestite da metallare vedono la pizzetta che mangiano colpita dalla pipì mentre se ne nutrono, e continuano a mangiarla. Tante si spaventano, è un divertimento, vedere i loro sguardi imbufaliti. Ad un giovane mano nella mano con la sua innamorata, il raggio di pipì entra nelle sua bocca arrivando fino in gola, fanno in tempo i 3 a vederlo tossire e poggiarsi al muro, per la pipì andata di traverso.
La pipì è finita. Si è in strada a ridere. Passano i bulli che prendono in giro Andrea ogni volta che esce, ma Alfredo e Gino, li guardano male, chiedono con la faccia decisa che problema hanno, si avvicinano e i bulletti si scusano, fanno i diplomatici. Si stanno cagando addosso.
La macchina è rimessa in cortile, si bere birra a fiumi, alla faccia di Matteo Salvini. Per finire infatti col pennarellone di Gino si scrivono parolacce contro il ministro dei trasporti su pali e cartelli.
Si rientra a casa tardi, a cenare. Niente scopate, niente baci, ma alle dispensatrici del piacere a chi vogliono loro (ai bellocci, ai furbi, ai svegli, ai monetati, ai sicuri di se) han dato filo da torcere.
D'ora in poi, ogni sabato sarà puro divertimento. Cari fighetti, care narcisiste insensibili, i 3 giustizieri vagheranno tra le vie, il vostro profumo in odore di cacca di cane si tramuterà, i vostri costosi vestitini con la pipì verranno lavati.
Se vedete che alle ragazze siete invisibili, se vi accorgete che tanto, provarci, è un trovare solo porte in faccia, se vi rendete conto che tanto non rientrate nei requisiti cercati dal genere femminile, fate gruppo tra voi sfigati. Non c'è che un solo modo per non pensare a quanto siete scartati: fare scemenze, fare casino.