E' un sabato primaverile, mi dedico di primo mattino agli orti del rifugio di cui ho preso possesso, in queste montagne. Si sa cosa fa la gente normale sabato, io da mesi sono eremita ed il sabato è come tutti gli altri giorni: orti, raccolta di legna ed erbe commestibili, raccolta di qualche frutto nei campi coltivati che si trovano qui nelle campagne, raccolta di acqua e faccende così.
Appena mi allontano dal rifugio si nota un gran bel movimento, tra giovani e famiglie con bambini che vanno a fare la scampagnata perché è una bellissima giornata. Questi tutta la settimana fanno la vita tra lavoro, studio, acquisti, incombenze come denuncia dei redditi, tasse, uscite con gli amici; io da tutta questa merda mi sono tirato fuori: quanti problemi inutili, quante preoccupazioni, quanta gente di merda in mezzo ai coglioni! In questi mesi delle poche migliaia di euro che mi sono rimasti ne ho speso pochissimi e riesco a mangiare e bere, sul filo di lana ma ci riesco. Alle donne riesco a pensare poco, questi pensieri mi tormentano poco. Unica distrazione è la lettura di qualche giornale che prendo dai cestini della carta davanti le case situate in campagna.
Arrivo al fiume, e noto una comitiva di giovani ventenni più o meno, sono 4 ragazzi e 4 ragazze, con asciugamani, zaini, nella spiaggia del fiume. Vedo che scherzano, giocano; osservandoli, mi assalgono i fantasmi del passato, ripenso alla mia adolescenza, alla mia giovinezza, a tutte le cose che vedevo e non riuscivo a fare, alle esperienze che non sono riuscito a fare, a tutto il tempo che è andato via. Li vedo questi giovani che sono nell' acqua del fiume, le ragazze sono in costume da bagno, eccetto una che è in pantaloni corti e reggiseno, si tirano l' acqua, si spingono, ridono. Li osservo come li osservavo quando avevo la loro età, e mi rivedo il giovane triste che ero io, perché non riusciva a giocare con le ragazze, perché non mi consideravano, perché gli altri ragazzi mi boicottavano. Io restavo sempre solo in un angolo.
Osservando bene il gruppo, realizzo che vi sono 2 coppie, mentre gli altri 4 sono disaccoppiati o i rispetti partner non sono presenti. Le coppie si abbracciano, si toccano, si baciano, così la depressione mi sale ulteriormente, perché a quell' età non potei provare la bellezza di baciarmi con una ragazza, di abbracciarci, di coccolarci, di scherzare in campagna. Dei ragazzi accoppiati uno è veramente brutto, con una tipa davvero carina, l' altra coppia è di carini al punto giusto. Le altre 2 ragazze stanno a parlare e scherzare con un ragazzone alto, bello, socialone, gli fanno scherzi. L' altro ragazzo del gruppo è invece in disparte, con il cellulare davanti, seduto in una roccia, gli altri sembrano incuranti. Ebbene, in quel ragazzo, un po' ciccione, rivedo il giovane che ero, sempre in disparte, escluso dai giochi, che non riusciva ad attirare l' attenzione delle ragazze e per cui ogni uscita con gli altri era sempre una umiliazione, un castigo.
Trovo modo di rompere la depressione quando sono un po' lontani, tutti: mi avvicino agli zaini e in un minuto rubo a loro roba da mangiare e vado via, notando il via vai di auto su quella strada sterrata che conduce al parco naturalistico. Vedo famiglie con bambini sedute a mangiare, ma per quello non mi sono perso niente, il mondo del lavoro è tutta una catena. Arrivo in una zona del fiume, isolata e trovo una coppia, lui è un uomo di mezza età, non brutto ma niente di eccezionale, la ragazza avrà 25, 30 anni al massimo, è in costume da bagno, alcuni tatuaggi, un po' grassoccia ma bellina. Quasi a volermi fare di nuovo male sto ad osservarli, di nascosto; come invidio quel tipo di mezza età che sta con una ragazza che avrà 15 anni in meno di lui più o meno! Questi si appartano in un punto nascosto tra gli alberi, in riva al fiume, ma riesco ad osservali. Lei si toglie il costume, è tutta nuda, lui si toglie i pantaloni e la bruca in mezzo alle cosce, per 15 minuti, poi si sdraia e lei gli mette la figa nella bocca, lui le accarezza i capezzoli. Sono molto su di giri, paralizzato, il cuore mi batte forte. Ad un certo punto, lei va sotto e lui le infila il pene nella vagina, senza preservativo, iniziando un amplesso. Lei gode intensamente al punto da stringerlo con le sue gambe, diventano un prigioniero obbligato a fare flessioni su di lei, spingendo il pene nella vagina a più non posso, fino a quando eiacula dentro la sua fessura. Poi lei si lava nel fiume, per togliersi lo sperma che scende dalla sua vagina, pure lui si lava nell' acqua ancora fredda nel fiume. Sono sorridenti, contenti, si asciugano. La depressione mi sale forte, sono tristissimo, sembra di aver visto cose che voi umani non potete capire. Perché a me non è toccato in sorte di infilare il pene in una vagina di donna in carne ed ossa?
Mentre mi incammino verso il rifugio, una coppia di giovani, educati e gentili, facce da secchioni, mi domandano una informazione e gentilmente gliela fornisco.
Tornato nel rifugio, è quasi notte. Sono solo, vivo da primitivo e mi immagino cosa sarebbe successo se fossi stato in una popolazione di primitivi qualsiasi: la notte non la trascorrerei da solo, ma assieme ad una donna, nel giaciglio, sotto una coperta, nudi, facendo l' amore. Guardo le pareti, mi metto le mani nella faccia, piango. Da primitivo in un mondo civilizzato, la donna primitiva, sobria, forte, puzzolente, tosta, non mi è possibile, simili donne non esistono più, le donne amano la civiltà, così sono condannato a marcire, la legge del “Dio li fa e poi li accoppa” per gli eremiti non vale.
Accendo un fuoco, leggo un giornale, mangio quanto ho rubato. Domani è domenica, sarà pieno di gente in montagna, andrò a rubacchiare alla gente normale che produce, consuma, crepa, e farò il guardone.
Non avete baciato una ragazza da ragazzini? Non siete mai corsi in un fiume con l' amica? Non avete fatto la scampagnata con un gruppo misto? Non vi siete mai imboscati dentro la foresta con la vostra ragazza, per fare le zozzerie? Allora vi converrà rifugiarvi in quei luoghi incontaminati che la natura ancora offre, per vedere meno le cose che avreste voluto, vorreste fare ancora, certo le vedrete ma meglio che a contatto quotidiano con la civiltà.
Appena mi allontano dal rifugio si nota un gran bel movimento, tra giovani e famiglie con bambini che vanno a fare la scampagnata perché è una bellissima giornata. Questi tutta la settimana fanno la vita tra lavoro, studio, acquisti, incombenze come denuncia dei redditi, tasse, uscite con gli amici; io da tutta questa merda mi sono tirato fuori: quanti problemi inutili, quante preoccupazioni, quanta gente di merda in mezzo ai coglioni! In questi mesi delle poche migliaia di euro che mi sono rimasti ne ho speso pochissimi e riesco a mangiare e bere, sul filo di lana ma ci riesco. Alle donne riesco a pensare poco, questi pensieri mi tormentano poco. Unica distrazione è la lettura di qualche giornale che prendo dai cestini della carta davanti le case situate in campagna.
Arrivo al fiume, e noto una comitiva di giovani ventenni più o meno, sono 4 ragazzi e 4 ragazze, con asciugamani, zaini, nella spiaggia del fiume. Vedo che scherzano, giocano; osservandoli, mi assalgono i fantasmi del passato, ripenso alla mia adolescenza, alla mia giovinezza, a tutte le cose che vedevo e non riuscivo a fare, alle esperienze che non sono riuscito a fare, a tutto il tempo che è andato via. Li vedo questi giovani che sono nell' acqua del fiume, le ragazze sono in costume da bagno, eccetto una che è in pantaloni corti e reggiseno, si tirano l' acqua, si spingono, ridono. Li osservo come li osservavo quando avevo la loro età, e mi rivedo il giovane triste che ero io, perché non riusciva a giocare con le ragazze, perché non mi consideravano, perché gli altri ragazzi mi boicottavano. Io restavo sempre solo in un angolo.
Osservando bene il gruppo, realizzo che vi sono 2 coppie, mentre gli altri 4 sono disaccoppiati o i rispetti partner non sono presenti. Le coppie si abbracciano, si toccano, si baciano, così la depressione mi sale ulteriormente, perché a quell' età non potei provare la bellezza di baciarmi con una ragazza, di abbracciarci, di coccolarci, di scherzare in campagna. Dei ragazzi accoppiati uno è veramente brutto, con una tipa davvero carina, l' altra coppia è di carini al punto giusto. Le altre 2 ragazze stanno a parlare e scherzare con un ragazzone alto, bello, socialone, gli fanno scherzi. L' altro ragazzo del gruppo è invece in disparte, con il cellulare davanti, seduto in una roccia, gli altri sembrano incuranti. Ebbene, in quel ragazzo, un po' ciccione, rivedo il giovane che ero, sempre in disparte, escluso dai giochi, che non riusciva ad attirare l' attenzione delle ragazze e per cui ogni uscita con gli altri era sempre una umiliazione, un castigo.
Trovo modo di rompere la depressione quando sono un po' lontani, tutti: mi avvicino agli zaini e in un minuto rubo a loro roba da mangiare e vado via, notando il via vai di auto su quella strada sterrata che conduce al parco naturalistico. Vedo famiglie con bambini sedute a mangiare, ma per quello non mi sono perso niente, il mondo del lavoro è tutta una catena. Arrivo in una zona del fiume, isolata e trovo una coppia, lui è un uomo di mezza età, non brutto ma niente di eccezionale, la ragazza avrà 25, 30 anni al massimo, è in costume da bagno, alcuni tatuaggi, un po' grassoccia ma bellina. Quasi a volermi fare di nuovo male sto ad osservarli, di nascosto; come invidio quel tipo di mezza età che sta con una ragazza che avrà 15 anni in meno di lui più o meno! Questi si appartano in un punto nascosto tra gli alberi, in riva al fiume, ma riesco ad osservali. Lei si toglie il costume, è tutta nuda, lui si toglie i pantaloni e la bruca in mezzo alle cosce, per 15 minuti, poi si sdraia e lei gli mette la figa nella bocca, lui le accarezza i capezzoli. Sono molto su di giri, paralizzato, il cuore mi batte forte. Ad un certo punto, lei va sotto e lui le infila il pene nella vagina, senza preservativo, iniziando un amplesso. Lei gode intensamente al punto da stringerlo con le sue gambe, diventano un prigioniero obbligato a fare flessioni su di lei, spingendo il pene nella vagina a più non posso, fino a quando eiacula dentro la sua fessura. Poi lei si lava nel fiume, per togliersi lo sperma che scende dalla sua vagina, pure lui si lava nell' acqua ancora fredda nel fiume. Sono sorridenti, contenti, si asciugano. La depressione mi sale forte, sono tristissimo, sembra di aver visto cose che voi umani non potete capire. Perché a me non è toccato in sorte di infilare il pene in una vagina di donna in carne ed ossa?
Mentre mi incammino verso il rifugio, una coppia di giovani, educati e gentili, facce da secchioni, mi domandano una informazione e gentilmente gliela fornisco.
Tornato nel rifugio, è quasi notte. Sono solo, vivo da primitivo e mi immagino cosa sarebbe successo se fossi stato in una popolazione di primitivi qualsiasi: la notte non la trascorrerei da solo, ma assieme ad una donna, nel giaciglio, sotto una coperta, nudi, facendo l' amore. Guardo le pareti, mi metto le mani nella faccia, piango. Da primitivo in un mondo civilizzato, la donna primitiva, sobria, forte, puzzolente, tosta, non mi è possibile, simili donne non esistono più, le donne amano la civiltà, così sono condannato a marcire, la legge del “Dio li fa e poi li accoppa” per gli eremiti non vale.
Accendo un fuoco, leggo un giornale, mangio quanto ho rubato. Domani è domenica, sarà pieno di gente in montagna, andrò a rubacchiare alla gente normale che produce, consuma, crepa, e farò il guardone.
Non avete baciato una ragazza da ragazzini? Non siete mai corsi in un fiume con l' amica? Non avete fatto la scampagnata con un gruppo misto? Non vi siete mai imboscati dentro la foresta con la vostra ragazza, per fare le zozzerie? Allora vi converrà rifugiarvi in quei luoghi incontaminati che la natura ancora offre, per vedere meno le cose che avreste voluto, vorreste fare ancora, certo le vedrete ma meglio che a contatto quotidiano con la civiltà.