Riassunto:
• Il terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980 è un evento traumatico che ha segnato profondamente la memoria collettiva degli italiani, paragonato all'11 settembre per l'Occidente.
• Il sisma ha causato 2.734 vittime accertate, 10.000 feriti, 75.000 abitazioni distrutte e 280.000 sfollati, colpendo 688 comuni.
• La risposta iniziale ai soccorsi è stata disorganizzata, con l'assenza di un coordinamento efficace, evidenziata dall'urlo di Sandro Pertini.
• Giuseppe Zamberletti, nominato Commissario Straordinario, ha avviato la creazione di una Protezione Civile nazionale centralizzata.
• La gestione dell'emergenza ha portato alla costruzione di prefabbricati che sono diventati abitazioni permanenti, creando "ghetti di Stato".
• La ricostruzione ha visto la delocalizzazione dei centri storici, trasformando paesi in "non-luoghi" e causando una speculazione fondiaria.
• La Legge 219 del 1981, inizialmente pensata per la ricostruzione e lo sviluppo, ha portato a un grande scandalo finanziario e a un fallimento nella gestione dei fondi.
• Nonostante gli investimenti, il terremoto ha causato dipendenza economica e ha contribuito allo spopolamento di alcune aree del Sud, con perdite demografiche del 40-50%.
• Quarantacinque anni dopo, rimangono la memoria delle vittime e la cicatrice dei miliardi spesi senza un reale sviluppo.
"Molti si arricchirono con imbrogli e raggiri dopo il terremoto del 1980 in Irpinia, Campania e Lucania, e le mafie in particolare fecero enormi profitti. La camorra si infiltrò profondamente nella ricostruzione post-terremoto, controllando appalti e forniture di materiali come il calcestruzzo mediante accordi illeciti con imprenditori e forze politiche, ottenendo commesse con ribassi fino al 50% e creando un mercato monopolistico senza concorrenza. La Commissione antimafia e la Procura di Avellino hanno documentato e perseguito vere e proprie organizzazioni criminali che emettevano false certificazioni e si appropriavano dei fondi pubblici stanziati per la ricostruzione, con arresti di imprenditori e funzionari pubblici compiacenti. Si stima che buona parte del denaro stanziato non sia arrivato ai destinatari ma sia stata dilapidata in frodi, corruzione e sprechi gestiti da un sistema di potere mafioso e politico intrecciato. La criminalità organizzata in questo periodo effettuò una trasformazione che la rese imprenditoria organizzata, segnando un salto di qualità della camorra nella regione. Questi fatti fanno parte di uno scenario di malaffare e infiltrazioni mafiose riconosciuto da più fonti e dalla Commissione antimafia.[terredifrontiera +4]
In sintesi, il terremoto del 1980 non solo causò una tragedia umana e materiale ma anche un enorme flusso di denaro pubblico a rischio di appropriazione indebita, frodi e infiltrazione mafiosa che arricchirono molti soggetti a danno della popolazione terremotata."
www.salernotoday.it
• Il terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980 è un evento traumatico che ha segnato profondamente la memoria collettiva degli italiani, paragonato all'11 settembre per l'Occidente.
• Il sisma ha causato 2.734 vittime accertate, 10.000 feriti, 75.000 abitazioni distrutte e 280.000 sfollati, colpendo 688 comuni.
• La risposta iniziale ai soccorsi è stata disorganizzata, con l'assenza di un coordinamento efficace, evidenziata dall'urlo di Sandro Pertini.
• Giuseppe Zamberletti, nominato Commissario Straordinario, ha avviato la creazione di una Protezione Civile nazionale centralizzata.
• La gestione dell'emergenza ha portato alla costruzione di prefabbricati che sono diventati abitazioni permanenti, creando "ghetti di Stato".
• La ricostruzione ha visto la delocalizzazione dei centri storici, trasformando paesi in "non-luoghi" e causando una speculazione fondiaria.
• La Legge 219 del 1981, inizialmente pensata per la ricostruzione e lo sviluppo, ha portato a un grande scandalo finanziario e a un fallimento nella gestione dei fondi.
• Nonostante gli investimenti, il terremoto ha causato dipendenza economica e ha contribuito allo spopolamento di alcune aree del Sud, con perdite demografiche del 40-50%.
• Quarantacinque anni dopo, rimangono la memoria delle vittime e la cicatrice dei miliardi spesi senza un reale sviluppo.
"Molti si arricchirono con imbrogli e raggiri dopo il terremoto del 1980 in Irpinia, Campania e Lucania, e le mafie in particolare fecero enormi profitti. La camorra si infiltrò profondamente nella ricostruzione post-terremoto, controllando appalti e forniture di materiali come il calcestruzzo mediante accordi illeciti con imprenditori e forze politiche, ottenendo commesse con ribassi fino al 50% e creando un mercato monopolistico senza concorrenza. La Commissione antimafia e la Procura di Avellino hanno documentato e perseguito vere e proprie organizzazioni criminali che emettevano false certificazioni e si appropriavano dei fondi pubblici stanziati per la ricostruzione, con arresti di imprenditori e funzionari pubblici compiacenti. Si stima che buona parte del denaro stanziato non sia arrivato ai destinatari ma sia stata dilapidata in frodi, corruzione e sprechi gestiti da un sistema di potere mafioso e politico intrecciato. La criminalità organizzata in questo periodo effettuò una trasformazione che la rese imprenditoria organizzata, segnando un salto di qualità della camorra nella regione. Questi fatti fanno parte di uno scenario di malaffare e infiltrazioni mafiose riconosciuto da più fonti e dalla Commissione antimafia.[terredifrontiera +4]
In sintesi, il terremoto del 1980 non solo causò una tragedia umana e materiale ma anche un enorme flusso di denaro pubblico a rischio di appropriazione indebita, frodi e infiltrazione mafiosa che arricchirono molti soggetti a danno della popolazione terremotata."
45 anni dopo il sisma del 1980: l'eredità dello spopolamento e l'illusione dello sviluppo
Oltre 280mila sfollati e un fiume di denaro pubblico finito nel nulla. Dalla nascita della Protezione Civile all'intreccio perverso tra politica e affari denunciato dalla Commissione Scalfaro: bilancio di un'occasione persa