Praticamente, l'ultima giornata di tutta la mia vita in cui mi sono sentito quantomeno sereno e leggero risale a quando andavo a scuola, mi piaceva molto studiare e leggere, credevo che con le mie capacità, con la creatività e con la fantasia che mi ritrovavo avrei potuto condurre una esistenza appagante. Comunque, per ritornare in topic, di solito era una giornata di metà maggio, ancora non calda, ma con un'atmosfera nell'aria che preannunciava la fioritura delle piante, non esistevano gli smartphone quindi le persone si degnavano ancora di condurre una conversazione logica e di prestare un minimo di attenzione, le quotidiane attività venivano condotte con la massima spontaneità e c'era fiducia per il futuro. Erano semplici cose come appunto lo studiare per diletto, l'allenarsi per migliorare la propria salute, confrontarsi con gli altri, fare una passeggiata, cucinare una pietanza mai provata prima. Una giornata che poteva essere eterna, ma forse le giornate della gioventù sono tutte amplificate dalla propria capacità cerebrale di massimizzare le emozioni, vedere immagini più chiare e nitide nei colori, sentire l'armonia dei suoni e ricollegarli al proprio umore, nel bene e nel male. Non credo che torneranno più quelle sensazioni ed è inutile starci a pensare, il vero sollievo è che tutto ha una fine.