In realtà esiste da quando esiste l'immigrazione. Erano i primi anni 2000, avevo poco più di 20 anni, e mi trovavo a Milano per conoscere una ragazza da una chat, mi sembra fosse C6, ormai scomparsa da tempo.
Bene, non ricordo esattamente il contesto, ma mi trovavo al palazzo sforzesco per fare un giro, e stavo consumando un panino, e mi si avvicina questo chiedendo di fare una telefonata. Era un nordafricano (all'epoca non esisteva questo termine 'maranza', si usava per tutti il termine 'marocchino'), più giovane di me, quindi forse minorenne, con fare strafottente. Ora, non ricordo se mi avesse visto telefonare, e non potei negare di avere il telefono (un Ericsson T28), quindi gli dissi semplicemente che non avevo soldi nel cell (so che per voi queste cose sono preistoria, ma, all'epoca, non c'erano pagamenti di 5-10 euro a chiamate illimitate per mese, si pagava e costavano care le chiamate sui cellulari, e spesso li si teneva con pochi centesimi solo per fare gli squilli, ed eventualmente farsi richiamare), oppure gli dissi direttamente che non avevo il telefono (all'epoca era piuttosto comune, ma non così comune come oggi che è rarissimo trovare qualcuno senza).
Insomma ad un certo punto inizia a minacciarmi, ed io me ne vado perché non volevo problemi, c'erano già parecchi stranieri, in zona, e ripeto, parliamo del 2001-2002. Era da solo, non dubito che, nelle circostanze attuali, e col fatto che girino sempre in gruppo, mi avrebbero aggredito per derubarmi. Mentre mi allontanavo, lo vidi che stava parlando con un tizio, sempre africano, maneggiando un telefono, penso gli avesse chiesto sto benedetto telefono per chiamare. Facile supporre a me lo avrebbe rubato se glielo avessi dato in mano, tra l'altro ne avevo già perduto uno uguale, a Tirano, località valtellinese sempre dove andai due o tre volte ad incontrare una.
Se ci penso adesso mi chiedo: ma chi cazzo me lo fece fare a spendere i soldi, e tanto tempo e fatica, per dei viaggi del genere. So che a 20 anni si ragiona in maniera diversa, ne sono l'esempio io stesso, ma, davvero, non ne vale la pena.