Disclaimer: Queste sono considerazioni a livello statistico e storico. Non vogliono in alcun modo giudicare le scelte individuali di nessuno, né indicare come dovrebbero andare le cose. È solo una lettura fredda e razionale di dinamiche che sembrano ripresentarsi ciclicamente, sia a livello biologico che sociale.
Durante un approfondimento sull’ipergamia, ho trovato un dato che fa riflettere, il cromosoma Y, trasmesso solo dai padri, è molto meno vario rispetto al DNA mitocondriale, che si eredita solo dalla madre. Questo suggerisce che, nel corso della storia dell’Homo sapiens, molte più donne rispetto agli uomini hanno lasciato discendenti.
Le stime si aggirano intorno ad una media in cui il 40% degli uomini ha trasmesso i propri geni, contro l’80% delle donne. È una media ovviamente, ci sono stati periodi storici in cui la sproporzione era ancora più estrema. Uno dei casi più evidenti risale a circa 8.000 anni fa, dove si stima che per ogni 17 donne che si riproducevano, c’era solo 1 uomo. Questo non perché gli uomini morivano prima, ma perché solo pochi (status, genetica, risorse, ecc) avevano accesso alla riproduzione. Tutti gli altri venivano semplicemente esclusi, il modello in cui ci siamo evoluti era quello della poliginia, con una selezione sessuale durissima per gli uomini.
È probabile che proprio per riequilibrare questa situazione, in molte società sia stata imposta la monogamia, molto probabilmente dovuta a rivolte interne da parte degli uomini esclusi. Per garantire un minimo di stabilità sociale, dare anche agli uomini “non selezionati” accesso a una partner e ridurre il rischio di disordini o rivolte interne, oltre alla formazione di grandi centri abitati e strutture sociali sempre più complesse. Questo è avvenuto in un periodo di transizione che avvenne durante l'età del bronzo (3000-1000 a.C.).
Attualmente, con il mercato sessuale totalmente libero, senza più religione o pressione sociale a fare da filtro, è plausibile che ci stiamo muovendo di nuovo verso una struttura biologicamente più consona per la nostra specie, molto simile a quella antica.
La biologia prende di nuovo il sopravvento, e quando viene meno la regolazione culturale, si torna spontaneamente alla configurazione che ha dominato per tutta l’evoluzione umana.
Personalmente, credo che da qui ai prossimi decenni ci ritroveremo in una situazione simile:
- Circa il 20% degli uomini starà in relazioni poliginiche (un uomo con più donne).
- Un 30-40% avrà una relazione monogama, ma spesso con partner che si saranno accontentate o non accettano di stare in relazioni poliginiche.
- Il restante 40-50% verrà tagliato fuori, o entrerà nel mercato con fatica, spesso senza mai costruire nulla di duraturo.
Questo trend si riflette anche nei consumi, il mercato della prostituzione è in crescita, così come quello della pornografia, dei sex toys maschili, delle bambole e della realtà virtuale erotica. Segnali evidenti di una domanda sempre maggiore da parte di uomini che non trovano una compagna nel mercato relazionale classico.
Come dice Ray Dalio, che studia i cicli storici: "La natura umana non cambia, cambiano i contesti, ma i comportamenti si ripetono ciclicamente."
E infatti, liberato da vincoli culturali e religiosi, il comportamento umano sembra tornare esattamente là dove si è formato, in una struttura di coppia asimmetrica, dove pochi uomini si accoppiano con molte donne e molti restano esclusi.
Durante un approfondimento sull’ipergamia, ho trovato un dato che fa riflettere, il cromosoma Y, trasmesso solo dai padri, è molto meno vario rispetto al DNA mitocondriale, che si eredita solo dalla madre. Questo suggerisce che, nel corso della storia dell’Homo sapiens, molte più donne rispetto agli uomini hanno lasciato discendenti.
Le stime si aggirano intorno ad una media in cui il 40% degli uomini ha trasmesso i propri geni, contro l’80% delle donne. È una media ovviamente, ci sono stati periodi storici in cui la sproporzione era ancora più estrema. Uno dei casi più evidenti risale a circa 8.000 anni fa, dove si stima che per ogni 17 donne che si riproducevano, c’era solo 1 uomo. Questo non perché gli uomini morivano prima, ma perché solo pochi (status, genetica, risorse, ecc) avevano accesso alla riproduzione. Tutti gli altri venivano semplicemente esclusi, il modello in cui ci siamo evoluti era quello della poliginia, con una selezione sessuale durissima per gli uomini.
È probabile che proprio per riequilibrare questa situazione, in molte società sia stata imposta la monogamia, molto probabilmente dovuta a rivolte interne da parte degli uomini esclusi. Per garantire un minimo di stabilità sociale, dare anche agli uomini “non selezionati” accesso a una partner e ridurre il rischio di disordini o rivolte interne, oltre alla formazione di grandi centri abitati e strutture sociali sempre più complesse. Questo è avvenuto in un periodo di transizione che avvenne durante l'età del bronzo (3000-1000 a.C.).
Attualmente, con il mercato sessuale totalmente libero, senza più religione o pressione sociale a fare da filtro, è plausibile che ci stiamo muovendo di nuovo verso una struttura biologicamente più consona per la nostra specie, molto simile a quella antica.
La biologia prende di nuovo il sopravvento, e quando viene meno la regolazione culturale, si torna spontaneamente alla configurazione che ha dominato per tutta l’evoluzione umana.
Personalmente, credo che da qui ai prossimi decenni ci ritroveremo in una situazione simile:
- Circa il 20% degli uomini starà in relazioni poliginiche (un uomo con più donne).
- Un 30-40% avrà una relazione monogama, ma spesso con partner che si saranno accontentate o non accettano di stare in relazioni poliginiche.
- Il restante 40-50% verrà tagliato fuori, o entrerà nel mercato con fatica, spesso senza mai costruire nulla di duraturo.
Questo trend si riflette anche nei consumi, il mercato della prostituzione è in crescita, così come quello della pornografia, dei sex toys maschili, delle bambole e della realtà virtuale erotica. Segnali evidenti di una domanda sempre maggiore da parte di uomini che non trovano una compagna nel mercato relazionale classico.
Come dice Ray Dalio, che studia i cicli storici: "La natura umana non cambia, cambiano i contesti, ma i comportamenti si ripetono ciclicamente."
E infatti, liberato da vincoli culturali e religiosi, il comportamento umano sembra tornare esattamente là dove si è formato, in una struttura di coppia asimmetrica, dove pochi uomini si accoppiano con molte donne e molti restano esclusi.