Più passa il tempo e più analizzo il mio passato alla luce della mia situazione attuale, più mi rendo conto che alla base di tutto vi sia il rapporto tra me e i miei genitori che non esito a definire disfunzionale. Ammesso che buona parte della mia personalità poggi su basi genetiche, ritengo che forse siano proprio le dinamiche relazionali tra me e loro alla fine ad aver causato i danni maggiori. Un padre sostanzialmente assente, che vedevo rientrare alla sera solo per lavoro, con cui non mi sono mai confrontato direttamente sin dall'infanzia a livello di giochi con la palla, che non mi ha mai coinvolto nell'affrontare anche fisicamente i piccoli ostacoli per cominciare a costruirmi quella dose minima di sicurezza e fiducia in me stesso per muovermi nel mondo e nella vita; che non mi ha mai stimolato nel farmi capire l'importanza di questi gesti per attivare in me il sistema della ricompensa futura, per provare alla fine piacere nell'affrontare le sfide e tentare di vincerle, in tutti i campi. Che ha confuso il non farmi mancare nulla economicamente per coprire l'assenza di vero amore e affetto a livello emotivo e sentimentale. Una madre sostanzialmente succube di lui (non mi addentro troppo nella descrizione del loro matrimonio, dico solo che a sua volta è stata una unione a dir poco difficile), marito possessivo e a volte anche violento, che si è portata dietro traumi pesantissimi sin dall'infanzia. Due genitori che non si sono mai preoccupati di impartirmi nozioni basilari di educazione sessuale, con mia madre che addirittura qualche tempo addietro rivendicava con fermezza il fatto che i figli dovessero informarsi da soli e al limite andare loro per primi a chiedere ai genitori informazioni solo nel caso di dubbi e perplessità. Un padre che, essendo figlio maschio, durante l'adolescenza tanto per cambiare è sempre stato del tutto assente quando si trattava nel momento decisivo di aiutarmi a capire come funzionano e come muovermi nell'ambito delle relazioni sentimentali tra uomini e donne. Quando il mio disagio esistenziale cominciava ad emergere, da non confondere con una semplice malinconia adolescenziale, mia madre ebbe appena la capacità di cogliere che qualcosa in me non andava ma data la sua situazione lei per prima non era in condizione di sapere cosa fare e a chi rivolgersi. Nelle rare occasioni in cui provava a parlarne con mio padre, lui liquidava la questione dicendo di lasciare stare dato che evidentemente ero fatto così e non c'era ragione di preoccuparsi, manco stessimo parlando di un 40enne fatto e finito. Mai che i miei genitori mi abbiano preso da parte, chiedendomi cosa non andava e prospettandomi la necessità di un percorso psicologico, facendomi capire che loro per me ci sarebbero stati e che mi avrebbero aiutato finalmente a prendere in mano la mia vita, a farne qualcosa di bello in quella fase dove le energie vitali sono al 110% e l'esistenza va presa a pugni cominciando ad avere chiaro cosa si vuole diventare. Mai che mi abbiano guardato dritto in faccia per cogliere i segni dell'apatia, dell'accascio e del trascinamento che già allora mi caratterizzava. Mai che si siano intromessi nei miei studi, che mi abbiano spronato a dare il massimo fin dai tempi del liceo; soprattutto mio padre, della serie "fai quello che ti piace, poi si vedrà", ignorando che questo era il viatico migliore per finire poi a laurearsi in una cosa del tutto inutile e terminare a fare un lavoro di merda per 9 anni della propria vita. Mai che specie mia madre, dal momento che trascorrevo la maggior parte del tempo con lei, mi prendesse da parte facendomi capire la necessità di curare la mia immagine e di non entrare in classe manco fossi uno scappato di casa (fino a 24 anni letteralmente non mi pettinavo, il liceo e l'università li affrontavo con gli stessi capelli con cui scendevo dal letto), di lavarmi regolarmente e di non puzzare. Mai che mi facessero realmente capire l'importanza di coltivare seriamente le amicizie e di non perderle nel corso del tempo, perché questo passa rapidamente e inesorabilmente. In poche parole, mai che mi abbiano fatto capire la necessità di costruirmi uno stile di vita che mi desse soddisfazione, che valesse la pena provare a farlo per non ritrovarsi poi a quasi 40 anni pieno di rimpianti. Scusate il papiro ma volevo condividere con voi tutto questo.