Se devo pensare ai videogiochi che mi hanno emozionato di più, tre titoli spiccano immediatamente: Mario Kart, Super Mario Bros e Assetto Corsa. Ognuno di loro rappresenta un’emozione diversa, un momento preciso della mia esperienza videoludica e, in un certo senso, anche della mia vita.
Mario Kart è il gioco che associo alla spensieratezza. Non importa quante volte ci giochi: ogni gara è un misto di caos, risate, sfide improvvise e colpi di scena. È uno di quei titoli che crea ricordi, perché lo vivi con gli altri. Ti emoziona non tanto per la competizione, ma per quel momento in cui tutti urlano, ridono, si lanciano gusci e cercano disperatamente di arrivare primi. Per me rappresenta l’idea stessa del divertimento condiviso.
Super Mario Bros, invece, è la magia dell’inizio. È quel gioco che ti porta indietro nel tempo, alle prime volte in cui hai scoperto cosa significa superare un livello, risolvere un ostacolo, entrare in un mondo immaginario più grande di te. Ogni musichetta, ogni salto, ogni tubo segreto evoca quella sensazione di meraviglia pura, quasi infantile. È un’emozione semplice ma potentissima: la nostalgia di un mondo che ti ha insegnato ad amare i videogiochi.
Infine, Assetto Corsa rappresenta un’emozione completamente diversa: la passione. Qui non si tratta di arcade, ma di precisione, tecnica e realismo. Assetto Corsa ti coinvolge perché ti costringe a migliorarti, a capire la macchina, la pista, il tuo stile di guida. Ogni giro perfetto, ogni curva fatta nel modo giusto, genera quella soddisfazione profonda che solo una simulazione autentica sa dare. È il gioco che ti emoziona non per ciò che ti regala, ma per ciò che ti fa conquistare.
Insomma, questi tre titoli mi hanno emozionato per motivi diversi: la gioia condivisa di Mario Kart, la magia senza tempo di Super Mario Bros, e la passione tecnica di Assetto Corsa. Tre mondi diversi, tre modi diversi di sentire un videogioco. Se dovessi riassumere: mi hanno emozionato perché ognuno rappresenta un pezzo della mia storia da giocatore.