Ha senso dire a uno che è un debole se finge di esserlo per un secondo fine?
Io sono una persona pragmatica: faccio un'analisi costi/benefici. Quanto mi costa fingere di sostenere qualche pazzoide che blatera sul patriarcato? Dipende: mi sto forse sputtanando pubblicamente? No.
Sto abbandonando amici, cambiando comitive, compromettendo relazioni lavorative per farlo? Ancora una volta no.
Sto pubblicando cose sui social, innalzandomi a paladino del femminismo e palesandomi di fronte all'intera internet? No di certo.
Qualcuno oltre alla tipa in questione è a conoscenza delle nostre conversazioni sui temi sopra citati? Per l'ennesima volta no.
E dunque, qual è il costo di tutto ciò? Zero, io non ci rimetto niente. Cosa ci guadagno? Una scopata o una serie di scopate. Comunque sia esperienza. Molti kissless virgins venderebbero la madre al mercato per un po' di figa se non rimediassero andando a puttane; questa è la verità.
Sulla definizione discutibile che hai dato, poi, si capisce che spazi come questo non potranno mai migliorare o contribuire a creare valore se si usano parole fuori dal loro contesto primario. Smettiamola con questa degradazione linguistica: un cuck è un cornuto; se vuoi dire poco mascolino di' "poco mascolino", e il fatto che tu abbia riportato la definizione letta chissà dove non dice niente sulla sua validità.
Se poi mi consideri comunque un cuck che ti devo dire, fa' come vuoi. Però allora dimmi, caro
@Vomitorio: se cuck vuol dire anche "poco mascolino e poco assertivo" allora dimmi... non ti senti per caso un cuck quando vai a troie? Chi finanzia e avvantaggia di più il femminismo tra noi due? Tu che PAGHI soldi reali per scopare o io che mento a una femminista per farlo free?