Altro articolo denigratorio sul Messaggero

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Raga, ma secondo voi per arrestarci, 20 pattuglie della polizia di stato, 15 dei carabinieri, 10 della guardia di finanza, 8 carri armati dell'esercito, 4 elicotteri dell'aeronautica, 2 navi da guerra e una pattuglia dei vigili del fuoco, bastano? Io per essere sicuro contatterei anche gli alpini e la folgore🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
 
Raga, ma secondo voi per arrestarci, 20 pattuglie della polizia di stato, 15 dei carabinieri, 10 della guardia di finanza, 8 carri armati dell'esercito, 4 elicotteri dell'aeronautica, 2 navi da guerra e una pattuglia dei vigili del fuoco, bastano? Io per essere sicuro contatterei anche gli alpini e la folgore🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
Guarda, ormai non mi stupisco più di niente. Sono capacissimi di farlo.
Se non fosse per le scocciature in casa, ci riderei sopra.
 
Vabbè era troppo bello per essere vero che uno poteva parlare in forma anonima contro il deep state e i comunisti che ci governano.

Io mi prendo una pausa dal forum.
Si anche io mi prendo una pausa dal forum.

Non ho mai insultato nessuno e nessuna, né augurato cose, gioito per disgrazie, commesso reati di istigazione, diffamazione, calunnia, ecc...
Però sembra proprio un clima da caccia alle streghe, per il solo fatto di stare qui sopra, anche senza scrivere nulla, si viene definiti ogni giorno come terroristi e misogini, io questo non lo posso accettare.
Buna continuazione a tutti, forse ogni tanto scriverò due righe, ma mi tocca prendere le distanze a questo punto.
 
Semplicemente un articolo ridicolo...che poi esiste la libertà di espressione: godere o essere indifferenti, alla morte di qualcuno non è reato. Articoli proprio ridicoli. Non mi pare che ci sia una legge che impone il dispiacere verso una persona morta. Boh, non se ne può più di questo clima da URSS.
Ma che vuol dire che non è reato? Sei demente
 
Il linguaggio dell’odio si insinua, si mimetizza, si moltiplica nei sottoboschi digitali. Ma ogni parola lascia una traccia, soprattutto nel web. E su quelle ora si lavora. Silenziosamente. Perché un insulto, scritto in un angolo buio dell’internet, può non restare solo un insulto. Può diventare reato. E anche per chi scrive dietro un nickname, il tempo dell’anonimato potrebbe finire. Tra parole criptate e rabbia, i ragazzi che odiano le donne seminano insulti e si aggirano furtivi nei forum. È lì indaga, con attenzione, la Polizia Postale. Dopo l’inchiesta del Messaggero ora si accende il faro degli specialisti delle indagini digitali. I commenti sono esplosi dopo i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula: decine e decine anche ieri. Nuove chat, nuovi canali, nuovi nickname. Tutti accomunati dallo stesso tono: nessuna pietà e in alcuni casi addirittura soddisfazione.

L’INCHIESTA
La realtà mimetizzata dell’odio ora ha smesso di essere invisibile. «Stiamo osservando e approfondendo il fenomeno che si sta diffondendo sempre di più», spiega Cristina Bonucchi, dirigente dell’Unità di analisi sul crimine della Polizia postale. «Giovani e adolescenti, isolati trovano rifugio online in queste comunità, qualcuno che li capisca. Ma finiscono in una bolla che li rinforza nelle convinzioni peggiori. Che li fa sentire legittimati. Bisogna analizzare l’entità degli insulti per capire quale reato si possa configurare». Nel frattempo, sotto pseudonimi e avatar, decine di utenti si scambiano opinioni, riflessioni, sfoghi. È il “Forum dei brutti”, la punta dell’iceberg. La violenza, nella forma non meno pericolosa delle parole, prende forma, cresce e si struttura. Le donne non possono entrare nei gruppi: bannate o marchiate accanto al nickname, sempre riconoscibili. «Non è semplice entrare in questi canali chiusi, ci vuole tempo. Ma leggendo, e imparando a poco a poco il loro gergo, si capisce tutto», raccontano gli investigatori.

IL DELIRIO
In una chat un utente scrive di Ilaria e Sara: «Quando sento notizie simili, una parte di me gode. L'altra è indifferente». Un altro: «Io onestamente di questa Sara me ne frego. Ha vissuto più lei in 22 anni che l’incel medio in tutta la sua vita. Non ci mancherà». Frasi simili o peggiori non passano inosservate. Per questo, adesso, si indaga. «Le persone si sentono più tutelate a parlare dietro uno schermo. È un fenomeno che conosciamo bene - continua Cristina Bonucchi - ma non è detto che restino invisibili. Stiamo lavorando anche su questo. Ci sono degli strumenti per scardinare i linguaggi criptati e individuare gli autori». Non si tratta solo di insulto. In rete si costruisce un clima, un umore, un vento che spinge in una direzione. «Ogni volta che si dà visibilità a questi spazi, il rischio è di amplificarli. Di farli diventare ancora più attrattivi». Al momento non c’è una connessione accertata tra i due femminicidi e il mondo digitale. Ma qualcosa si muove. Intanto, dentro “il forum dei brutti”, si discute dell’inchiesta. C’è chi scrive: «Esiste la libertà di espressione, può essere eticamente sbagliato ma nessuno vieta di dire che si è cercata la morte con un compagno sbagliato». E così la colpa viene sempre data alla vittima. Altri si dicono preoccupati: «A furia di farci pubblicità peggioreranno tutto e un giorno dovremmo nasconderci dentro casa». La morte di Sara e Ilaria viene liquidata con poche parole. «Se lo sono meritate» scrive uno. C’è chi va a ruota libera: «Rovinarsi la vita per una così? Ma dai, il mare è pieno di pesci». «Ste femministe hanno rotto, se vivessi in America avrei fatto una strage» aggiunge un altro. Un’escalation. Che non si ferma al commento. Che sfocia nel delirio ideologico, nella rabbia repressa, nella minaccia sottile. Dove gli idoli sono Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin e Antonio De Marco, il killer della coppia di Lecce. «La rete - ricorda la dirigente della polizia - purtroppo abbassa le difese, ma non toglie le responsabilità».
Ho chiesto a ChatGPT di capire se si tratta di un articolo generato (parzialmente) da IA:

Il testo ha uno stile giornalistico abbastanza fluido, con una struttura ben organizzata e un tono drammatico e coinvolgente. Non presenta segni evidenti di generazione artificiale, come ripetizioni eccessive, frasi innaturalmente generiche o una mancanza di coerenza logica.


Tuttavia, alcuni elementi potrebbero far pensare a un intervento dell'IA nel processo di scrittura:


  • Frasi brevi e ad effetto: Alcune parti sembrano costruite per enfatizzare il pathos, con periodi molto corti e incisivi ("Un’escalation. Che non si ferma al commento. Che sfocia nel delirio ideologico, nella rabbia repressa, nella minaccia sottile."). Questo è uno stile che alcune IA possono replicare bene.
  • Ripetizione di concetti: Alcune idee vengono riproposte con leggere variazioni ("Il linguaggio dell’odio si insinua, si mimetizza, si moltiplica", poi "La realtà mimetizzata dell’odio ora ha smesso di essere invisibile").
  • Tendenza a drammatizzare: L'uso di espressioni come "il tempo dell’anonimato potrebbe finire" o "non si tratta solo di insulto" sembra enfatizzare eccessivamente, un tratto che a volte caratterizza i testi generati da IA.

Nel complesso, però, il testo è ben costruito e potrebbe essere stato scritto da un essere umano o da un giornalista che ha utilizzato un'IA per supporto, magari per riformulare parti o generare bozze. Ti sembra che abbia qualcosa di "stranamente artificiale" a livello di tono o contenuto?
 
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