Amore materialistico

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Senza esserti mai visto in vita tua, in base a cosa ti giudicheresti?
Bella domanda. Mi giudicherei in base al feedback altrui, come già faccio, volente o meno. Il cosa penserei di me stesso se non avessi mai potuto guardarmi in faccia è una domanda a cui credo sia impossibile rispondere. Deduco si baserebbe tutto sui feedback di cui sopra, vedendo meno la possibilità di farsi un idea per conto proprio. Per cui forse in fin dei conti sarebbe peggio: immagina essere un sub6.5 e non poter vedere coi tuoi occhi la ragione per cui nessuna ti apprezza.
 
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Ti innamori dell'idea che dai all'altra persona e difatto ti innamori di te stesso perché associando a te stesso un sentimento nobile come l' "amore" (che è un costrutto mentale) ti elevi nobilmente al di sopra della meschina volontà di eiaculare, in pratica te la canti e te la suoni per non apparire allo specchio come il maiale, che si è in realtà, deputato alla prosecuzione della specie, il maiale si accoppia senza tanti fronzoli mentre l'homo deve crearsi tutta una serie di giustificazioni morali (oltre che legali, calate dal potere istituzionalizzato) per le sue azioni. Rispetto alla donna, che è molto più pratica ed adotta alla brutalità le leggi di natura alla stregua di un automa già programmato, la mente maschile adotta tutta una serie di accorgimenti, tra cui l'idealizzazione di una cameriera meritevole di una scalata sociale grazie alla sapiente ala protettrice di un uomo affermato ed intelligente oppure al vivere la classica storia di due cuori ed una capanna con tanto di finale felice dopo tante battaglie. È roba che Svevo descrisse anche nel suo romanzo "Senilità". La donna va diritta al sodo per questioni di praticità biologica, ma ha anche le sue fallacie nel sistema, come l'uomo ha le sue di fallacie (l'essere cuck, per esempio).
Proust ha descritto tutto questo in maniera ineguagliabile nella Recherche.
 
L'amore è superficialità, è un illusione, è egoismo, è un concetto sociale che serve a non rendere l'accoppiamento un mero strumento di scambio, una fredda e calcolata decisione che il nostro cervello prende incosciamente alla visione di un volto simmetrico e un corpo eccitante, e l'essere umano, come per la quasi totalità delle dinamiche sociali e non, ha dovuto costruirci un'idealizzazione sopra, per rispondere a domande scomode, perchè la verità era difficile da accettare, come dio con la morte, ma la verità è che siamo bestie e dietro le nostre azioni non c'è nulla di speciale, è tutto funzionale a soddisfare un nostro tornaconto, non c'è un fine ultimo "divino", dietro ogni azione positiva che compiamo si nasconde sempre un guadagno personale, senza una ricompensa, per quanto invisibile o chimica, non faremmo nulla... e questa non è un po' l'antitesi dell'amore?

Ci si innamora della carne, delle ossa, di ciò che vediamo, di ciò che è tangibile, senza la vista, dal punto di vista relazionale, con l'altro sesso saremmo in grado di elevarci davvero, in quel caso saremmo capaci di andare oltre l'aspetto fisico e notare un miliardo di altri fattori dandogli la giusta importanza, senza che per farlo si debba superare uno step visivo, senza che venga tutto filtrato attraverso quel senso, che paradossalmente, ci sta limitando dall'apprezzare una persona nella sua interezza, non solo perchè ha vinto la lotteria genetica e ti fa rizzare il cazzo o bagnare la figa, capite quanto ancora siamo primitivi?

Il problema è anche a livello personale, perchè pure allo specchio ci facciamo ingannare dai nostri stessi occhi, ci autoconvinciamo che noi siamo quel che vediamo, ma senza la vista, dovremmo trovarci un'altra identità...

Senza esserti mai visto in vita tua, in base a cosa ti giudicheresti?
Secondo questo ragionamento dovresti essere contento di non essere amato: o vorresti essere la figurina di qualcuna?
 
Questa opinione, espressa in altre discussioni nel forum, è a sua volta un'idealizzazione: credere che gli umani siano robot spinti da istinti biologici è la ricerca di un senso nel quadro appunto della biologia, laddove un senso della vita non c'è. Mettiamo che si stabilisca una volta per tutte che le donne agiscono istintivamente verso un uomo attraente in maniera servile: questo diminuisce la tua frustrazione? Mettiamo che tu possa ricostruire il percorso evolutivo che da esseri impassibili ci ha fatto diventare animali fortemente improntati all'emozione e alla soggettività: questo rende la tua rabbia meno intensa, il dolore meno pungente? Quando hai sete, puoi elaborare mille teorie sul perché tu abbia bisogno di bere, ma alla fine la voglia di bere sparirà?
Se prendi l'essere umano e lo concepisci come una macchina a cui sono applicati strani pensieri e idealizzazioni che gli fanno provare emozioni, non capirai mai cos'è l'essere umano (e in realtà non capirai mai alcun essere vivente): perché noi siamo fatti proprio di queste emozioni e di queste esperienze interiori, che proprio per la loro misteriosità ed assurdità sbalordiscono e sfuggono a spiegazioni meccanicistiche. Loro non sono una nostra invenzione, ma sono proprio parte di noi: per quanto razionalmente tu voglia pensare all'amore come ad una transazione sociale, quando vedi una ragazza per cui provi una cotta baciare un altro ragazzo, ciò che provi non è la soddisfazione di aver trovato una spiegazione ad un fenomeno, ma un tormento interiore e vivissimo.
Se non ti comprendi, e se ti ostini a pensarti come una macchina di cui la biologia ha già stabilito tutto, non potrai mai fare nulla della tua vita, perché già chiusa ed inquadrata in una paradigma che sembra ineluttabile. È da qui che sorge quell'idea diffusa nel forum che l'unica cosa che conta sia scopare e che il resto sia "cope": il paradigma pseudobiologico è così forte che ha messo in secondo piano tutto il resto, non perché tutto ciò che non è scopare non sia importante ma perché voi avete deciso così.
In ogni caso: no, ciò che hai descritto non è affatto l'antitesi dell'amore, è semmai una descrizione precisa di cosa sia l'amore: la ricerca di una ricompensa misteriosa, laddove non ci è chiaro perché questa esista.
 
Questa opinione, espressa in altre discussioni nel forum, è a sua volta un'idealizzazione: credere che gli umani siano robot spinti da istinti biologici è la ricerca di un senso nel quadro appunto della biologia, laddove un senso della vita non c'è. Mettiamo che si stabilisca una volta per tutte che le donne agiscono istintivamente verso un uomo attraente in maniera servile: questo diminuisce la tua frustrazione? Mettiamo che tu possa ricostruire il percorso evolutivo che da esseri impassibili ci ha fatto diventare animali fortemente improntati all'emozione e alla soggettività: questo rende la tua rabbia meno intensa, il dolore meno pungente? Quando hai sete, puoi elaborare mille teorie sul perché tu abbia bisogno di bere, ma alla fine la voglia di bere sparirà?
Se prendi l'essere umano e lo concepisci come una macchina a cui sono applicati strani pensieri e idealizzazioni che gli fanno provare emozioni, non capirai mai cos'è l'essere umano (e in realtà non capirai mai alcun essere vivente): perché noi siamo fatti proprio di queste emozioni e di queste esperienze interiori, che proprio per la loro misteriosità ed assurdità sbalordiscono e sfuggono a spiegazioni meccanicistiche. Loro non sono una nostra invenzione, ma sono proprio parte di noi: per quanto razionalmente tu voglia pensare all'amore come ad una transazione sociale, quando vedi una ragazza per cui provi una cotta baciare un altro ragazzo, ciò che provi non è la soddisfazione di aver trovato una spiegazione ad un fenomeno, ma un tormento interiore e vivissimo.
Se non ti comprendi, e se ti ostini a pensarti come una macchina di cui la biologia ha già stabilito tutto, non potrai mai fare nulla della tua vita, perché già chiusa ed inquadrata in una paradigma che sembra ineluttabile. È da qui che sorge quell'idea diffusa nel forum che l'unica cosa che conta sia scopare e che il resto sia "cope": il paradigma pseudobiologico è così forte che ha messo in secondo piano tutto il resto, non perché tutto ciò che non è scopare non sia importante ma perché voi avete deciso così.
In ogni caso: no, ciò che hai descritto non è affatto l'antitesi dell'amore, è semmai una descrizione precisa di cosa sia l'amore: la ricerca di una ricompensa misteriosa, laddove non ci è chiaro perché questa esista.
Tutto molto bello ma in realtà tantissime emozioni sono tranquillamente spiegabili con la produzione e rilascio di molecole.
 
immagina essere un sub6.5 e non poter vedere coi tuoi occhi la ragione per cui nessuna ti apprezza.

Se lo vedi forse è peggio (?), non credo che esista un brutto vero che abbia accettato al 100% la sua condizione

Essendo cieco non potresti neanche concepire la bruttezza, probabilmente ti farebbe soffrire di meno, o forse di più... non riuscendo a concretizzare il motivo, a visualizzarlo (letteralmente), verresti mangiato dall'idea di qualcosa che gli altri possono osservare e giudicare e tu non sarai mai in grado di farlo, anche volendo looksmaxare, dovresti affidarti a chi ti sta vicino, sarebbe un macello...

Comunque, la domanda non era "da cieco come ti giudicheresti", ma semplicemente "non potendoti vedere, in base a cosa ti giudicheresti?", mettendo magari il caso che chiunque nel mondo fosse nella stessa posizione e nessuno potesse conoscere il proprio livello estetico
 
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