Auto, in Italia si comprano solo usate: prezzi troppo alti per il nuovo, costo medio sale a 29 mila euro

contava solo rimorchiare con questa

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https://www.editorialedomani.it/eco...-in-italia-crolla-ai-minimi-dal-1956-nlm6zfts

Secondo i dati del sindacato Fim Cisl, nel terzo trimestre sono uscite dalle fabbriche ex Fiat in Italia poco più di 51mila auto, con un calo di oltre il 50 per cento rispetto all’anno scorso. La previsione è che nel 2024 verranno prodotte meno di 300 mila vetture. Intanto Stellantis ha annunciato nuovi stop a Mirafiori e per la Panda a Pomigliano

Crolla la produzione di auto Stellantis in Italia: secondo i dati forniti dal sindacato metalmeccanico Fim Cisl, la produzione di vetture nel terzo trimestre è più che dimezzata a 51mila unità rispetto alle quasi 110mila dello stesso trimestre del 2023. Aggiungendo i veicoli commerciali si arriva a 84mila unità, con un calo del 48 per cento.

Se il quarto trimestre proseguirà su questi ritmi, prevede Fim Cisl, la produzione di auto a fine anno potrebbe scendere sotto le 300mila unità, 500mila con i veicoli commerciali. Un valore così basso non si registrava da quasi 70 anni (1956).
 
Questi stanno fuori come pochi, spero che falliscano diverse case automobilistiche cosi imparano a fare il cazzo che gli pare, la Panda poi una macchina obsoleta di 15 anni, un cesso praticamente a 16 mila euro follia.
 
Sicuramente i prezzi sono aumentati tantissimo in un paio d'anni.

Però in strada vedo ormai 1 auto su 4 che costa da 50.000 € in su.
I soldi per le auto a quanto pare ci sono.

Oggi avrò visto 5-6 defender nuovi, range rover sport (con un ventenne alla guida), cle, macan e cayenne ormai comuni come le panda, classe g e poi una infinità di suv nuovi renault, peugeot, vw che non costano mica poco.

Il bello è che oggi il suv da 50.000 € non ti garantisce di chiavare in Italia. C'è una competizione mai vista prima sugli oggetti di status.

Sono macchine aziendali o prese in affitto, di quelle che vedi nessuno è il proprietario effettivo.
 
Sono macchine aziendali o prese in affitto, di quelle che vedi nessuno è il proprietario effettivo.
Non tutti.
C'è gente, con una capacità di gestione del risparmio simile a quella di un calzino, che spende tutto in macchine "semi-premium" pensando di far invidia agli altri e di attirare np.
 
https://www.repubblica.it/economia/...umento_meloni-423533104/?ref=RHLF-BG-P1-S2-T1

@albaserenadv

Il governo alza le accise sul diesel. Quando Meloni diceva: “È una vergogna, vanno abolite”​

di Giuseppe Colombo
La premier Giorgia Meloni

La premier Giorgia Meloni

La decisione di riallineare le accise sul gasolio a quelle, più alte, della benzina, e quindi di aumentarle, contempla la sconfessione di convinzioni e promesse. Perché un intervento sulle accise era sì previsto, ma in ben altra direzione. “Noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite”, disse la premier in un video, realizzato nel 2019.
 
Non tutti.
C'è gente, con una capacità di gestione del risparmio simile a quella di un calzino, che spende tutto in macchine "semi-premium" pensando di far invidia agli altri e di attirare np.

Sono pochissimi, il 90% dei macchinoni che vedi non è di loro proprietà.
 
Direi che sono semplicemente dei ritardati, alle np frega un cazzo della macchina gli basta una 500 se sei piacente
 
https://www.repubblica.it/economia/...umento_meloni-423533104/?ref=RHLF-BG-P1-S2-T1

@albaserenadv

Il governo alza le accise sul diesel. Quando Meloni diceva: “È una vergogna, vanno abolite”​

di Giuseppe Colombo
La premier Giorgia Meloni

La premier Giorgia Meloni

La decisione di riallineare le accise sul gasolio a quelle, più alte, della benzina, e quindi di aumentarle, contempla la sconfessione di convinzioni e promesse. Perché un intervento sulle accise era sì previsto, ma in ben altra direzione. “Noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite”, disse la premier in un video, realizzato nel 2019.
Che schifo, ringraziamo gli elettori fascisti (il 42% del 50% che va a votare) per avere quest'idiota tra i piedi. Diamo tempo al tempo, è caduto anche Berlusconi che sembrava immortale, finirà pure lei dove deve finire.
 
Che schifo, ringraziamo gli elettori fascisti (il 42% del 50% che va a votare) per avere quest'idiota tra i piedi. Diamo tempo al tempo, è caduto anche Berlusconi che sembrava immortale, finirà pure lei dove deve finire.
Non sapevo che i fascisti fossero i più servili lustrascarpe dell'impero del male angloamerdicano e della sinagoga si Satana...
 
nella mia zona ford ha chiuso 2 centri e lasciato aperto quello più grande, ma le vendite sono in calo costante., è un paese allo sbando, io se faccio i soldi scappo viaaaaa...

Stiamo nelle merda così profonda che nn ce ne rendiamo conto fra 20 anni l'italia sarà fallita del tutto, saranno morti gli ultimi con le pensioni decenti, le macchine se le comprano tutti con i soldi dei nonni... anche i nipotini, ma i nonni stanno finendo e quelli che rimpiazzano i nonni hann pensioni da 1000 euro
 
Sono macchine aziendali o prese in affitto, di quelle che vedi nessuno è il proprietario effettivo.
this, e poi quelli che vedi sono la superficie di un paese che affonda, oggi con impicci assicurativi la macchina la rivernici, infatti sono tutte belle fuori ma dentro stanno a tocchi, ho un amico con macchine sempre nuove sembra, ma sono usate e con motori con 200mila km...

SOno tutti con macchina aziendali, affittate addirittura condivise fra famiglie, e poi ci sta un sacco di gente che mangia pane e cipolla e paga solo la macchina e vive con i genitori.

Io no nne vedo così tante costose, vedo un sacco di macchine vecchie in giro guardate le targhe nuove sono pochisisme
 
Che schifo, ringraziamo gli elettori fascisti (il 42% del 50% che va a votare) per avere quest'idiota tra i piedi. Diamo tempo al tempo, è caduto anche Berlusconi che sembrava immortale, finirà pure lei dove deve finire.
Passare dalle parole ai fatti sarà complicato, senza contare che il governo rischia grosso anche sul piano politico. Dopo aver vinto le elezioni promettendo che mai e poi mai avrebbero aumentato le tasse, ora i partiti di maggioranza si trovano costretti a ragionare di nuovi prelievi per coprire i buchi nei conti pubblici. Si spiega così la levata di scudi dalle fila del centrodestra dopo il discorso di Giorgetti, che due giorni fa ha evocato sacrifici a carico di tutte le categorie.

Nel frattempo, però, le statistiche più recenti rivelano che il peso delle tasse è aumentato proprio con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. I dati diffusi ieri dall’Istat fissano al 41,3% la pressione fiscale nel secondo trimestre di quest’anno, contro il 40,6% dello stesso periodo del 2023. Del resto, già nei giorni scorsi, dalla lettura del Piano strutturale di bilancio (PSB) a sette anni appena pubblicato dal Mef, era emerso che la pressione fiscale arriverà al 42,8% nel 2025, mezzo punto percentuale in più rispetto a quanto stimato nel 2024.

Insomma, alla voce fisco, il governo finisce per smentire le sue stesse promesse elettorali. Non è proprio l’Italia promessa da Meloni.
 
La Commissione Europea ha imposto il passaggio all’auto elettrica (Ev) non tenendo conto dell’assenza di una rete capillare di colonne di ricariche e di produttori di batterie (la componente di maggior costo), oltre a non prevedere i sussidi per l’acquisto di Ev indispensabili a raggiungere le economie di scala necessarie perché i produttori possano ridurre i prezzi.

Gli investimenti delle case automobilistiche europee in Ev si sono rivelati un bagno di sangue, anche per via dei ritardi accumulati rispetto alle cinesi che ne hanno approfittato per dominare il loro mercato domestico dove prevalgono le vendite di Ev, riducendo così drasticamente la quota di mercato in Cina delle auto europee ferme al motore endotermico.

Le case europee hanno poi tagliato la produzione dei modelli più economici, per spingere quelli di fascia alta dai margini più elevati e aumentare i profitti: col risultato che ora si trovano con un elevato stock di vetture invendute, i margini falcidiati, gli esuberi dovuti al calo delle vendite (la Volkswagen chiude stabilimenti in Germania per la prima volta nella sua storia), e si trova la concorrenza cinese in casa.

Di fronte a una crisi di tale portata l’Europa non ha una strategia comune, salvo aumentare al 45% i dazi sulle auto cinesi, con francesi e italiani che votano a favore perché Stellantis non vende in Cina, e tedeschi contrari perché la Cina è un mercato importante per Bmw e Mercedes, e temono ritorsioni da parte di Pechino.

È ora che i governi europei capiscano che è anche nel loro interesse definire una politica comune per recuperare la competitività perduta, o avranno sempre più vita breve travolti dallo scontento e crescente risentimento dei cittadini che vedono continuamente erodere il loro benessere e prospettive reddituali.

Da Stellantis ai piccoli produttori della componentisca sono in tanti quelli che rischiano di licenziare o mettere in cassa integrazione migliaia e migliaia di lavoratori nei prossimi mesi.

Una bomba sociale ed economica pronta ad esplodere e di cui gli elettori chiederanno conto al governo Meloni, che è in carica da oltre due anni e non potrà scaricare altrove le responsabilità.
 
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