L'articolo non me lo fa leggere senza pagare...
Chissà come mai i sinistroidi vanno sempre in cortocircuito
La protesta dell'Udi di Modena: «Messaggio sbagliato»
«Visto che oggi, grazie ad un aumento della consapevolezza sul tema - commenta la presidente di
Udi Modena,
Serena Ballista - non si può più perorare in modo disinvolto la causa del dar sfogo alle proprie pulsioni sessuali sulle donne,
il mercato si inventa una narrazione più politicamente corretta, accettabile, ma della stessa cosa. Mi si dirà "ma sono bambole e non donne vere". Certo! Ma tutto fa cultura. E un negozio di questo tipo non fa che alimentare l'idea che le donne siano un oggetto del piacere, di cui disporre, merce in vendita, appunto. È inutile che parlino di
"valore sociale" del prodotto o di prodotto "etico", e addirittura di oggetto che consentirebbe la "prevenzione degli abusi" perché è esattamente il contrario e vorrei chiarirlo con molta forza».
E aggiunge: «Inoltre, davvero crediamo che
far provare piacere sessuale usando una donna di silicone sia un modo di sostenere la necessità umana di relazione e di contatto emotivo? Si tratta di robot programmati per dire sempre di sì: un modo davvero discutibile per superare tutta la questione del consenso».
Le critiche dal Pd modenese: «Ancora donne passive e mercificate»
Della stessa opinione
Stefania Gasperini, della direzione nazionale del
Partito Democratico, da sempre impegnata su questi temi: «I modelli iperrealistici di donne
nulla c’entrano con il sacrosanto diritto alla sessualità per tutte e tutti e con la prevenzione della violenza. Questi due temi fondamentali sono solo una foglia di fico per coprire l’ennesima mercificazione e oggettivazione del corpo delle donne. Ancora donne passive e mercificate. Questo è solo un modo per lucrare sul finto contrasto alla violenza e sui problemi, fisici o relazionali, delle persone
. È solo di pochi giorni fa il ritiro dalle vendite da parte di Shein delle bambole sessuali a misura di bambina, anche se questo mi pare rischi di essere più come il finale del film di Sordi, «Io e Caterina», dove gli uomini finivano vittime delle bambole robot costruite per sostituire le donne reali, che esistono, sono felicemente imperfette e possono dire dei sì e dei no».