Corso Trieste ~ I Cani (Niccoló Contessa)

Gelointenso_isback

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"Padri stanchi tornano a casa dal lavoro in moto
È quasi buio, soltanto luci verdi e rosse ed arancioni e gialle
E sotto gli alberi non fanno luce neanche quelle
Ho 15 anni e con le mani in tasca sto tornando a casa anch'io
E in faccia ho freddo mentre sotto alla mia giacca sudo
E ho un groppo in gola ma non so perché
Adesso non ricordo più perché
Ricordo solo che avevo la stessa
Faccia da cazzo dei pischelli che ora vedo in giro
Da vero duro con problemi seri
Ti giuro è l'unica, davvero l'unica
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho
L'unica vera nostalgia che ho"
 
on line, da oggi 5 maggio, il videoclip ufficiale di “Corso Trieste”, il singolo del progetto musicale del cantautore romano Niccolò Contessa,denominato I Cani. Il brano è tratto dall’album “Glamour” mentre il Il video, girato da Tim Small, giornalista e film-maker milanese, è ambientato nel lunapark dell’Idroscalo di Novegro, alle porte di Milano Sud e presenta volti a confronto in un contesto che, seppur giocoso, assume una connotazione malinconicamente isolante.

Volti, corpi ed espressioni non verbali si affiancano al movimento frenetico di giostre ed attrazioni che paiono assumere vita propria mentre, nel frattempo, scorrono incisive e trascinanti le chitarre dei Gazebo Penguins.“Padri stanchi tornano a casa dal lavoro in moto. È quasi buio soltanto luci verdi e rosse ed arancioni e gialle e sotto gli alberi non fanno luce neanche quelle”, questa l’introduzione narrativa di una resa dei conti realistica ed efficace che raggiunge un significativo crescendo con i versi dedicati ad una delle immagini più ricorrenti nel quotidiano comune: “Ho 15 anni e con le mani in tasca sto tornando a casa anch’io e in faccia ho freddo mentre sotto alla mia giacca sudo e ho un groppo in gola ma non so perché, adesso non ricordo più perché”: paura, ansia, preoccupazione, pesantezza d’animo in un attimo possono svilire la vita o dileguarsi senza un preciso motivo gettando l’animo in un particolare stato confusionale che molto spesso è il fedele compagno di una vita alla ricerca di una prospettiva. “Ricordo solo che avevo la stessa faccia da cazzo dei pischelli che ora vedo in giro da vero duro con problemi seri, Ti giuro è l’unica, davvero l’unica l’unica vera nostalgia che ho…”, l’unica vera nostalgia che ho: una frase ripetuta a più riprese, in grado di insinuarsi nella mente martellandola fino alla completa metabolizzazione di suoni e parole dedicate ad una giovinezza ormai lontana.
 
Benché la canzone del gruppo I Cani, a cui appartiene il testo sopra riportato, porti il nomeCorso Trieste, le emozioni descritte sono condivisibili da molti adulti, una volta adolescenti, di qualsiasi quartiere o città. Il testo di questo brano è la prova che non serve utilizzare molte parole per trasmettere all’interlocutore quello che si prova. La riuscita di un pezzo sta nella pregnanza del significato, che in questo caso è data dall’introspezione dell’artista e dalla musica di sottofondo.


La scena raccontata è quella di un uomo immerso nei ricordi più teneri dell’adolescenza.

In faccia ho freddo mentre sotto la mia giacca sudo e ho un groppo in gola ma non so perché, adesso non ricordo più il perché
è il momento dove il ricordo si allaccia al pensiero attuale. Niccolò Contessa, il cantautore del gruppo, racconta la propria nostalgia, intesa come senso di tristezza rispetto ad un’esperienza che non può rivivere.

Il groppo in gola in adolescenza poteva essere la litigata con un amico, l’attesa della risposta da parte di una ragazza, una discussione in casa, o più semplicemente un’interrogazione in arrivo. Adesso in età adulta, con un occhio interiore diverso, il groppo rispecchia la consapevolezza della finitezza e dell’irrepetibilità di ogni momento.
 
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