A cosa mi riferisco, personalmente, quando spesso utilizzo il mio mantra "è finita"?
È bene fare un chiarimento, poiché ognuno di noi interpreta a modo suo. Il primo significato che un utente generalmente attribuisce a questa frase, sia esso da tempo bazzicante di luoghi redpillati, sia esso un novizio, è il più semplice: la vita è finita, la speranza è finita.
Personalmente attribuisco a questo apparentemente triste motto, che amo scrivere, un altro significato. Quando dico "è finita", mi riferisco a tutto l'insieme di pensieri, speranze, opinioni, credenze, appartenenti al periodo precedente la consapevolezza red/blackpillata.
Non alludo a morte o pensieri suicidari. Affatto.
Quando dico a un utente che "è finita", parlo di quella speranza di un mondo romantico che bene o male, un po' tutti, nutrivamo. Parlo della possibilità di rimediare a cose oramai passate e non più modificabili. Parlo delle opportunità, o meglio, delle non opportunità che abbiamo perduto. Parlo della ingenuità del blupillato.
La consapevolezza che questo mondo è brutale e oggettivamente insensato. Che la natura è un mostro che progredisce attraverso la legge del più forte e che l'essere umano è il più infimo delle sue creature.
È finita l'idea che tutto abbia un senso, che in fondo al libro c'è il lieto fine.
Io stesso, nel mio accascio, cerco di rendere questa esistenza un minimo migliore: provo a ridurre gli ansiolitici, provo a perdere grasso, non ho ancora mollato gli studi.
Ma quando davvero si vede il mondo per quello che è, quando non vedi la carne di maiale impacchettata al supermercato, ma vedi il maiale strillare mentre viene sgozzato (è una metafora, nessun riferimento a scelte alimentari), tutto inizia a cambiare. Quando non vedi più l'np carina, ma vedi un organismo pluricellulare programmato nei millenni per scegliere il maschio migliore basandosi su criteri estetici, quando vedi te stesso come un organismo pluricellulare che si basa su istinti, riflessi, neurotrasmettitori. Quando vedi i tuoi amici, i tuoi simili, gli uomini e le donne in giro per strada, i loro occhi, la vecchiaia...
Quando provi qualcosa di simile, è finita la fiaba.
È bene fare un chiarimento, poiché ognuno di noi interpreta a modo suo. Il primo significato che un utente generalmente attribuisce a questa frase, sia esso da tempo bazzicante di luoghi redpillati, sia esso un novizio, è il più semplice: la vita è finita, la speranza è finita.
Personalmente attribuisco a questo apparentemente triste motto, che amo scrivere, un altro significato. Quando dico "è finita", mi riferisco a tutto l'insieme di pensieri, speranze, opinioni, credenze, appartenenti al periodo precedente la consapevolezza red/blackpillata.
Non alludo a morte o pensieri suicidari. Affatto.
Quando dico a un utente che "è finita", parlo di quella speranza di un mondo romantico che bene o male, un po' tutti, nutrivamo. Parlo della possibilità di rimediare a cose oramai passate e non più modificabili. Parlo delle opportunità, o meglio, delle non opportunità che abbiamo perduto. Parlo della ingenuità del blupillato.
La consapevolezza che questo mondo è brutale e oggettivamente insensato. Che la natura è un mostro che progredisce attraverso la legge del più forte e che l'essere umano è il più infimo delle sue creature.
È finita l'idea che tutto abbia un senso, che in fondo al libro c'è il lieto fine.
Io stesso, nel mio accascio, cerco di rendere questa esistenza un minimo migliore: provo a ridurre gli ansiolitici, provo a perdere grasso, non ho ancora mollato gli studi.
Ma quando davvero si vede il mondo per quello che è, quando non vedi la carne di maiale impacchettata al supermercato, ma vedi il maiale strillare mentre viene sgozzato (è una metafora, nessun riferimento a scelte alimentari), tutto inizia a cambiare. Quando non vedi più l'np carina, ma vedi un organismo pluricellulare programmato nei millenni per scegliere il maschio migliore basandosi su criteri estetici, quando vedi te stesso come un organismo pluricellulare che si basa su istinti, riflessi, neurotrasmettitori. Quando vedi i tuoi amici, i tuoi simili, gli uomini e le donne in giro per strada, i loro occhi, la vecchiaia...
Quando provi qualcosa di simile, è finita la fiaba.