E se la risposta fosse non fare NIENTE?

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E' una riflessione che prende spunto da quanto più volte fu scritto in questi giorni: il dramma dell' uomo che è costretto a lavorare, fare soldi, mostrarsi forte e vincente per rendersi interessante al genere femminile ed ottenere l' agognata realizzazione sessuale o sentimentale. Negli schemi della nostra società - e forse un pò in generale - agli uomini è richiesto di porsi obiettivi, di sforzarsi per conseguirli, nel concreto quindi, di fare soldi, di acquisire status, inteso in vari modi, di fare un certo tipo di vita più dinamico, di essere socialoni e spigliati, di apparire forti, sicuri di se (quest' ultima, fandonia che abbiamo già smontato in una discussione precedente).
Allora, un sistema non lo si combatte cercando di adattarsi ad esso, seguendo le sue regole, aderendo alla sua visione del mondo pur turandosi il naso, ma violando le sue regole, non seguendo la sua visione della vita, praticamente non facendo quanto richiede ma il contrario di quello che vuole dalle persone.
Dunque, se gli uomini vogliono davvero fare un dispetto al genere femminile, o meglio, al modo in cui sono regolate le cose, secondo me, non devono maxxare in niente, quindi non devono impegnarsi a fare soldi, conseguire status, a conformarsi, a migliorarsi caratterialmente nel senso di apparire forti, estroversi, sicuri, vincenti, bensi devono essere poveri, falliti, non fare vita sociale, niente dinamismo, mostrarsi goffi, deboli, insicuri, insomma il contrario di quanto richiesto.
La risposta ai nostri drammi è NON FARE UN CAZZO, realizzando un colossale "VAFFANCULO" più autentico di quello di Beppe Grillo (sappiamo il grande inganno che fu), una sorta di INVERSIONE DEI VALORI DOMINANTI, è un maxxare al rovescio.
In paesi dove le dinamiche uomo/donna raggiungono un livello di tossicità maggiore che in Italia, molti uomini stanno seguendo questa strada, parlo di USA e Cina, le 2 superpotenze così nemiche ma così vicine al tempo stesso.
Tale proposta è dedicata ad un utente storico, mattiacarputo, che ebbe il merito di cogliere l' importanza del non fare niente, rifiutando il moderno mos maiorum borghese.

E voi, cosa ne pensate? Voi carissime amiche del forum, consigliereste al genere maschile tale via nichilista?
 
È praticamente un cuck che invece di maxare verso l'alto vuole maxare verso il basso: la propria vita vissuta in reazione a ciò che vogliono le donne.

Ovviamente io non sono per niente d'accordo. Non condivido li estremismi.
Potrei giusto capire una visione nichilista optata per sé stessi, non in base ai desiderata delle donne.
 
Penso spesso che vivere nei boschi richieda un alta dose di coraggio ma alla lunga sia una soluzione, probabilmente ci sparirebbe anche la fame sessuale che nella civiltà ci viene proposta ovunque, la nostra mente forse smetterebbe di pensare alle zozzerie e vivremmo in modo diverso, riscoprendo tante cose, anche perchè ormai la società è al tracollo, fanno di tutto per impoverirci
 
È praticamente un cuck che invece di maxare verso l'alto vuole maxare verso il basso: la propria vita vissuta in reazione a ciò che vogliono le donne.

Ovviamente io non sono per niente d'accordo. Non condivido li estremismi.
Potrei giusto capire una visione nichilista optata per sé stessi, non in base ai desiderata delle donne.
Non è solo in reazione ai desiderata delle donne, è più che altro in reazione al sistema, che poi fa i desiderata delle donne e degli uomini.
 
E' una riflessione che prende spunto da quanto più volte fu scritto in questi giorni: il dramma dell' uomo che è costretto a lavorare, fare soldi, mostrarsi forte e vincente per rendersi interessante al genere femminile ed ottenere l' agognata realizzazione sessuale o sentimentale. Negli schemi della nostra società - e forse un pò in generale - agli uomini è richiesto di porsi obiettivi, di sforzarsi per conseguirli, nel concreto quindi, di fare soldi, di acquisire status, inteso in vari modi, di fare un certo tipo di vita più dinamico, di essere socialoni e spigliati, di apparire forti, sicuri di se (quest' ultima, fandonia che abbiamo già smontato in una discussione precedente).
Allora, un sistema non lo si combatte cercando di adattarsi ad esso, seguendo le sue regole, aderendo alla sua visione del mondo pur turandosi il naso, ma violando le sue regole, non seguendo la sua visione della vita, praticamente non facendo quanto richiede ma il contrario di quello che vuole dalle persone.
Dunque, se gli uomini vogliono davvero fare un dispetto al genere femminile, o meglio, al modo in cui sono regolate le cose, secondo me, non devono maxxare in niente, quindi non devono impegnarsi a fare soldi, conseguire status, a conformarsi, a migliorarsi caratterialmente nel senso di apparire forti, estroversi, sicuri, vincenti, bensi devono essere poveri, falliti, non fare vita sociale, niente dinamismo, mostrarsi goffi, deboli, insicuri, insomma il contrario di quanto richiesto.
La risposta ai nostri drammi è NON FARE UN CAZZO, realizzando un colossale "VAFFANCULO" più autentico di quello di Beppe Grillo (sappiamo il grande inganno che fu), una sorta di INVERSIONE DEI VALORI DOMINANTI, è un maxxare al rovescio.
In paesi dove le dinamiche uomo/donna raggiungono un livello di tossicità maggiore che in Italia, molti uomini stanno seguendo questa strada, parlo di USA e Cina, le 2 superpotenze così nemiche ma così vicine al tempo stesso.
Tale proposta è dedicata ad un utente storico, mattiacarputo, che ebbe il merito di cogliere l' importanza del non fare niente, rifiutando il moderno mos maiorum borghese.

E voi, cosa ne pensate? Voi carissime amiche del forum, consigliereste al genere maschile tale via nichilista?
capisco il senso del discorso, ma praticare una via del genere significa condannarsi all'assoluta esclusione sociale. il sistema (lavoro, economia in generale, scuola, ecc.) è troppo interconnesso per pensare di chiamarsene fuori senza pagare un conto altissimo.
 
“Fatti non foste per viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza!” (Dante Alighieri)

Il problema non è la produttività in sè, che se svolta in contesti tranquilli, sicuri, educati svolgendo ciò che amiamo seguendo orari e ritmi umani non potrebbe che farci bene.
Ci sentiremmo realizzati, adrenalinici e le ricompense che riceveremmo sarebbero molto più intense rispetto ad oziare tutto il tempo.
Anche l’odio estremo logora, mentre certi sacrifici fanno godere di più i premi.

Il problema è la contestualizzazione della produttività nella nostra società: non tutti possiamo svolgere tutti i mestieri: se il lavoro diventasse sinonimo di sofferenza… allora mi chiedo che senso abbia vivere.
 
Il discorso fila liscio, ma solo nella teoria, perché portare avanti una “crociata” solo per fare un torto al sistema, alla fine danneggia solo te stesso

Siamo uomini, non siamo venuti al mondo con la garanzia che fili tutto liscio, la vita è una lotta continua, migliaia di anni fa era sul piano fisico, oggi è più mentale, ma il meccanismo è lo stesso, o mangi, o vieni mangiato, Il forte prende sempre più del debole alla lunga, è una giungla..

E pure nei rapporti sociali, c’è sempre un minimo di competizione, è naturale, personalmente non riesco a spegnere del tutto il fuoco che ho dentro, anche nelle cazzate cerco di dare il massimo, essere sempre il primo, non sempre ci riesco, ma almeno ci provo, se non miri in alto, allora non ci stai mettendo tutto te stesso.. se entri in gioco già con l’idea che “vabbè, se perdo pazienza”, allora tanto vale non giocare, non si tratta per forza di vincere sugli altri, ma di non auto ostacolarsi

E poi, diciamocelo, non fare un cazzo non è un'opzione, a meno che tu non sia un’ameba priva di qualunque impulso vitale, e non sto parlando di diventare un miliardario o salvare il mondo, ma semplicemente avere un motivo, una direzione.. qualcosa che ti faccia alzare dal letto la mattina, certo, se potessi scegliere, me ne starei a grattarmi i coglioni tutto il giorno, ma la verità è che siamo dentro un sistema che funziona con i soldi, e finché ci vivi dentro, devi muoverti, devi fare qualcosa, anche se a volte ti pesa, in più anche a livello inconscio, il tuo cervello ha bisogno di sentirsi utile in qualche modo, non puoi vivere da spettatore per troppo tempo, ti atrofizzi, a meno di soffrire di una forte depressione non credo sia possibile esssere completamente immobili nella vita, la totale incapacità ad agire non è normale...

Il punto è questo, se inizi a fare certi discorsi, non è per forza che ti sei arreso, ma devi essere onesto, forse hai abbassato la testa perché non sei riuscito a reggere la pressione, forse ti sei convinto che era tutto contro di te, ma la verità scomoda è che, spesso, i limiti ce li inventiamo noi, ci sabotiamo da soli, diamo troppo peso alle opinioni della gente che ci ronza intorno e dimentichiamo che siamo noi a decidere per noi stessi, la responsabilità alla fine resta nostra

In poche parole non si può al 100% quittare veramente da sto gioco chiamato vita... puoi decidere attivamente di far parte dei perdenti, oppure puoi guardare la vita da un'altra prospettiva e decidere cos'è meglio per te stesso, senza farti schiacciare da delle regole astratte che gli NPC di questa società credono si debbano seguire a tutti i costi, anche a costo di morire
 
Credo che le risposte "ribelli" ad un sistema disfunzionale creato e preparato ad hoc siano la stessa faccia della stessa medaglia di chi lavora affinché il sistema venga perpetrato e mantenuto in piedi. È un po' come quando i bambini cercano di dare fuoco ad un favo di vespe, è normale che quelle si incazzino ed i bambini quindi scappino per non essere punti, è praticamente tutto programmato dall'alto che vi siano anche controculture e movimenti "alternativi" che possano fungere da bilancino all'altro capo della barricata composta dai "cattivoni". Ma, alla fine della fiera, per quanto uno si scervelli a sezionare per preferenza mentale nel bianco e nel nero, vi sarà soltanto una scala di grigi in cui bisognerà sguazzare. In passato, per gestire la bestialità innata dell'uomo, si utilizzava di contr'altare la forza bruta e la cooperazione tribale , poi "civilizzandoci" si è passati al modello "bastone e carota", in tempi più recenti si è preferito concedere una libertà assoluta fornita dalla liberalizzazione dei costumi e dall'istruzione superiore che l'uomo stesso, per sua natura primordiale e monca evolutivamente, non è in grado di accettare. Si è passati difatto bruscamente dal tallone d'acciaio dei totalitarismi e delle religioni alle concessioni più esasperanti affinché il lavoro sporco dell'autoestinzione venga portato a termine dall'uomo stesso, individualmente, e non da qualche bomba sganciata dall'alto. Il rincoglionimento da social, la rincorsa vana al miraggio dell'appagamento dei sensi, la stessa definizione del concetto di felicità, la mentalità dilagante della bollitura della rana, l'isolamento o l'autoisolamento per legittima difesa. Vi è sconfitta anche quando si pensa a legittimare che uno deve fare quello che si sente, prendendosi le responsabilità del caso, nei confronti di sé stesso e, al limite, dei propri familiari più vicini. Vi è solo lotta, contro l'ambiente, contro gli altri, contro se stessi, e per giustificarla moralmente si crea tutta la pantomima cui si preferisce dare il nome di società organizzata. Le soluzioni (o meglio le illusioni di esse) sono individuali e sempre a perdita. Per tutto il resto è sufficiente la massima di un vecchio saggio come monito, tanto antica quanto attuale: "Non venire mai alla luce, può essere il più grande dei doni".
 
Il discorso fila liscio, ma solo nella teoria, perché portare avanti una “crociata” solo per fare un torto al sistema, alla fine danneggia solo te stesso

Siamo uomini, non siamo venuti al mondo con la garanzia che fili tutto liscio, la vita è una lotta continua, migliaia di anni fa era sul piano fisico, oggi è più mentale, ma il meccanismo è lo stesso, o mangi, o vieni mangiato, Il forte prende sempre più del debole alla lunga, è una giungla..

E pure nei rapporti sociali, c’è sempre un minimo di competizione, è naturale, personalmente non riesco a spegnere del tutto il fuoco che ho dentro, anche nelle cazzate cerco di dare il massimo, essere sempre il primo, non sempre ci riesco, ma almeno ci provo, se non miri in alto, allora non ci stai mettendo tutto te stesso.. se entri in gioco già con l’idea che “vabbè, se perdo pazienza”, allora tanto vale non giocare, non si tratta per forza di vincere sugli altri, ma di non auto ostacolarsi

E poi, diciamocelo, non fare un cazzo non è un'opzione, a meno che tu non sia un’ameba priva di qualunque impulso vitale, e non sto parlando di diventare un miliardario o salvare il mondo, ma semplicemente avere un motivo, una direzione.. qualcosa che ti faccia alzare dal letto la mattina, certo, se potessi scegliere, me ne starei a grattarmi i coglioni tutto il giorno, ma la verità è che siamo dentro un sistema che funziona con i soldi, e finché ci vivi dentro, devi muoverti, devi fare qualcosa, anche se a volte ti pesa, in più anche a livello inconscio, il tuo cervello ha bisogno di sentirsi utile in qualche modo, non puoi vivere da spettatore per troppo tempo, ti atrofizzi, a meno di soffrire di una forte depressione non credo sia possibile esssere completamente immobili nella vita, la totale incapacità ad agire non è normale...

Il punto è questo, se inizi a fare certi discorsi, non è per forza che ti sei arreso, ma devi essere onesto, forse hai abbassato la testa perché non sei riuscito a reggere la pressione, forse ti sei convinto che era tutto contro di te, ma la verità scomoda è che, spesso, i limiti ce li inventiamo noi, ci sabotiamo da soli, diamo troppo peso alle opinioni della gente che ci ronza intorno e dimentichiamo che siamo noi a decidere per noi stessi, la responsabilità alla fine resta nostra

In poche parole non si può al 100% quittare veramente da sto gioco chiamato vita... puoi decidere attivamente di far parte dei perdenti, oppure puoi guardare la vita da un'altra prospettiva e decidere cos'è meglio per te stesso, senza farti schiacciare da delle regole astratte che gli NPC di questa società credono si debbano seguire a tutti i costi, anche a costo di morire
Fa questi discorsi perché può permettersi di farli. Forse, non so di preciso, vive con poco, ma vivere con poco, significa comunque vivere con qualcosa. Se sei a reddito e rendita, zero. non puoi vivere con nulla.
 
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