Lowen è uno degli autori di psicologia che ha più successo fra le persone che non sono del mestiere, il che non è una critica, eh. In generale se uno si mette a pensare alle ragioni psicologiche dell'agire di un personaggio fittizio (e non esagera

) può rendersi conto quasi subito che c'è una differenza fra personaggi scritti bene che hanno una qualche verosimiglianza e quelli scritti a cazzo di cane, ad esempio quasi tutti quelli che popolano romantasy, young adult e new adult. La cosa interessante è che non importa quanto è inverosimile il contesto in cui sono immersi; fintantoché i personaggi sono esseri umani sono soggetti alle "regole" della psiche umana; mi viene in mente la saga di The Witcher, che è fantasy all'ennesima potenza (nel senso che c'è di tutto), ma che funziona perfettamente proprio perché gli umani sono veri umani, o almeno lo sembrano.