I love my big baboo

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Io mi reputo un qi alto, molto alto, e da giovane vivevo bene xche spensierato, quando ho cominciato a capire le dinamiche la vita si è oscurata... sempre più tetra... e va peggiorando... xche sono sensibile, io soffro anche se vedo soffrire gli altri... nn riesco a guardare filmati cruenti o di animali che soffrono ecc... ci sto fisicamente male
Vero, anch'io. Io mi sono rovinato con la cultura. Ho rischiato persino di impazzire e tuttora ho degli strascichi, tipo nevrosi ossessiva. Ci fu un periodo in cui mi avvicinai agli studi filosofici, ma anche alle filosofie orientali: compresi il dolore del mondo. Pensate, mi ero da poco fidanzato ed ero innamorato. Dopo anni, finalmente anch'io avevo una ragazza. Ma questa compassione universale per il dolore ineliminabile del mondo mi portò sull'orlo del baratro, da cui non mi sono di molto discostato. Pensate che la mia ex cominciò a paracularmi pure chiamandomi San Francesco, perchè ogni volta che vedevo anche animali tipo cani o gatti abbandonati, avevo questo impulso di salvarli quasi sentendone la sofferenza addosso.
 
Vero, anch'io. Io mi sono rovinato con la cultura. Ho rischiato persino di impazzire e tuttora ho degli strascichi, tipo nevrosi ossessiva. Ci fu un periodo in cui mi avvicinai agli studi filosofici, ma anche alle filosofie orientali: compresi il dolore del mondo. Pensate, mi ero da poco fidanzato ed ero innamorato. Dopo anni, finalmente anch'io avevo una ragazza. Ma questa compassione universale per il dolore ineliminabile del mondo mi portò sull'orlo del baratro, da cui non mi sono di molto discostato. Pensate che la mia ex cominciò a paracularmi pure chiamandomi San Francesco, perchè ogni volta che vedevo anche animali tipo cani o gatti abbandonati, avevo questo impulso di salvarli quasi sentendone la sofferenza addosso.
Quando cominci a stare male per gli animali è l'inizio della fine.... ne so qualche cosa
 
Quando cominci a stare male per gli animali è l'inizio della fine.... ne so qualche cosa
Sì, la compassione è mortale in un mondo di predatori come questo. Era Cioran (che quanto a filosofia fa il paio con Leopardi, Mainlander e gli altri citati), se non sbaglio, a dire che non quando non si ama più si è perduti, ma quando non si odia. È l'idea di Uno è di coscienza cosmica, e l'amore di tipo buddhista per tutti gli esseri senzienti, ad avermi fregato, un po' come accadde a Nietzsche. Si rischia di giocarsi l'io.
 
Vero, anch'io. Io mi sono rovinato con la cultura. Ho rischiato persino di impazzire e tuttora ho degli strascichi, tipo nevrosi ossessiva. Ci fu un periodo in cui mi avvicinai agli studi filosofici, ma anche alle filosofie orientali: compresi il dolore del mondo. Pensate, mi ero da poco fidanzato ed ero innamorato. Dopo anni, finalmente anch'io avevo una ragazza. Ma questa compassione universale per il dolore ineliminabile del mondo mi portò sull'orlo del baratro, da cui non mi sono di molto discostato. Pensate che la mia ex cominciò a paracularmi pure chiamandomi San Francesco, perchè ogni volta che vedevo anche animali tipo cani o gatti abbandonati, avevo questo impulso di salvarli quasi sentendone la sofferenza addosso.
Non ci si rovina la vita per la cultura e la voglia di conoscere, anzi, può essere un antidoto ai veleni che lo schifo quotidiano ci propina. È l'ipersensibilità che ci fotte purtroppo, è come se le due condizioni viaggiassero su due binari paralleli ovvero più si è sensibili e più si ha la curiosità di apprendere per usarla come rimedio o cura per il proprio dolore,che poi diventa dolore del mondo stesso se lasciato libero di fluire da sé stessi. La tua ex ti paraculava semplicemente perché non poteva capire, e non capendo preferiva sminuire la tua condizione ma più per una forma di difesa che di presa in giro vera e propria. Di solito, o si riesce a superare questa condizione diventando dei buffoni del destino (ridere del proprio dolore interiore come faceva anche Nietzsche, "Quanto deve aver sofferto un uomo per avere un tale bisogno di fare il buffone?") oppure farla finita totalmente ma non per rifuggire la vita quanto auspicare che la morte sia più benevola della vita stessa.
 
Non ci si rovina la vita per la cultura e la voglia di conoscere, anzi, può essere un antidoto ai veleni che lo schifo quotidiano ci propina. È l'ipersensibilità che ci fotte purtroppo, è come se le due condizioni viaggiassero su due binari paralleli ovvero più si è sensibili e più si ha la curiosità di apprendere per usarla come rimedio o cura per il proprio dolore,che poi diventa dolore del mondo stesso se lasciato libero di fluire da sé stessi. La tua ex ti paraculava semplicemente perché non poteva capire, e non capendo preferiva sminuire la tua condizione ma più per una forma di difesa che di presa in giro vera e propria. Di solito, o si riesce a superare questa condizione diventando dei buffoni del destino (ridere del proprio dolore interiore come faceva anche Nietzsche, "Quanto deve aver sofferto un uomo per avere un tale bisogno di fare il buffone?") oppure farla finita totalmente ma non per rifuggire la vita quanto auspicare che la morte sia più benevola della vita stessa.
Sì, quella del ridere del proprio dolore è proprio la strada che ho scelto, a un certo punto, dopo il trauma. Ma ho cominciato a soffrire di disturbo dissociativo (con depersonalizzazione e derealizzazione oltre a pensieri ossessivi, che per un certo periodo ho cercato di curare con piscoterapia e chimica). È come se ci fosse una parte di me che comunque vuole andare avanti, che è anche spigliata più del dovuto, quasi euforica (che progetta e realizza anche, persino in modo che a qualcuno da lontano potrebbe sembrare da vincente) e un'altra che è fissata al trauma, che mi perseguita, che non accetta lo scacco esistenziale. Alle volte mi sento un carnefice di quella parte.
 
Sì, quella del ridere del proprio dolore è proprio la strada che ho scelto, a un certo punto, dopo il trauma. Ma ho cominciato a soffrire di disturbo dissociativo (con depersonalizzazione e derealizzazione oltre a pensieri ossessivi, che per un certo periodo ho cercato di curare con piscoterapia e chimica). È come se ci fosse una parte di me che comunque vuole andare avanti, che è anche spigliata più del dovuto, quasi euforica (che progetta e realizza anche, persino in modo che a qualcuno da lontano potrebbe sembrare da vincente) e un'altra che è fissata al trauma, che mi perseguita, che non accetta lo scacco esistenziale. Alle volte mi sento un carnefice di quella parte.
È una sensazione che vivo anche io, uno sdoppiamento del sè in cui avverto la necessità di punizione quando riesco a raggiungere un risultato buono nella quotidianità. Una autosvalutazione delle proprie capacità soggettive per non dover responsabilizzarsi eccessivamente e quindi evitare il dolore, il classico volare bassi pur essendo delle aquile che sono state educate a vedersi come piccioni. Non so se hai risolto con le strategie classiche che hai detto (psicoterapia e farmaci), io per anni mi sono stordito ed anestetizzato fortemente con la pornografia online pur avendo una libido medio-bassa, adesso sto cercando di costringermi a basare tutto sui bisogni primari (cucinare, dedicarmi all'igiene personale, lavorare senza stancarmi eccessivamente, fare attività fisica), in pratica a continuare a volare bassi ma con la consapevolezza di farlo e comunque accettando la situazione presente.
 
È una sensazione che vivo anche io, uno sdoppiamento del sè in cui avverto la necessità di punizione quando riesco a raggiungere un risultato buono nella quotidianità. Una autosvalutazione delle proprie capacità soggettive per non dover responsabilizzarsi eccessivamente e quindi evitare il dolore, il classico volare bassi pur essendo delle aquile che sono state educate a vedersi come piccioni. Non so se hai risolto con le strategie classiche che hai detto (psicoterapia e farmaci), io per anni mi sono stordito ed anestetizzato fortemente con la pornografia online pur avendo una libido medio-bassa, adesso sto cercando di costringermi a basare tutto sui bisogni primari (cucinare, dedicarmi all'igiene personale, lavorare senza stancarmi eccessivamente, fare attività fisica), in pratica a continuare a volare bassi ma con la consapevolezza di farlo e comunque accettando la situazione presente.
No, con psicoterapia e farmaci non ho praticamente risolto nulla. La situazione ha cominciato un po' a migliorare proprio quando sono stato lasciato e soprattutto quando mi sono di nuovo iscritto all'università per concludere gli studi. Cioè, ho capito che la mia mente è così abituata a soffrire che, quando le cose mi vanno bene, cerca di complicare tutto, anche in modo parossistico e assurdo. In effetti, quando ero fidanzato, anche a causa della gente che sparlava dicendo che lei era troppo per me, c'è da dirlo, mi sentivo in colpa per averla. Fai conto che quando una persona cerca di abbracciarmi sento subito un istinto ad andare via. Non riesco a gestire chi mi dimostra segni di affetto o di stima. Avverto forte ansia. Anche quando riesco a raggiungere dei risultati li sminuisco. Tipo "sindrome dell'impostore".
 
No, con psicoterapia e farmaci non ho praticamente risolto nulla. La situazione ha cominciato un po' a migliorare proprio quando sono stato lasciato e soprattutto quando mi sono di nuovo iscritto all'università per concludere gli studi. Cioè, ho capito che la mia mente è così abituata a soffrire che, quando le cose mi vanno bene, cerca di complicare tutto, anche in modo parossistico e assurdo. In effetti, quando ero fidanzato, anche a causa della gente che sparlava dicendo che lei era troppo per me, c'è da dirlo, mi sentivo in colpa per averla. Fai conto che quando una persona cerca di abbracciarmi sento subito un istinto ad andare via. Non riesco a gestire chi mi dimostra segni di affetto o di stima. Avverto forte ansia. Anche quando riesco a raggiungere dei risultati li sminuisco. Tipo "sindrome dell'impostore".
Capisco, stessa cosa capitata a me, psicoterapia a pagamento interrotta dopo qualche seduta per la sensazione di star buttando denaro e mancanza di coinvolgimento, poi continuata gratis al CSM con semplici chiacchierate settimanali in cui i problemi più antichi e profondi venivano evitati per concentrarsi sulla vita presente. I farmaci (SSRI e bupropione) poi, funzionavano alla grande i primi due-tre mesi per poi far assestare ad uno stato di apatia, tipo robot. Puoi leggere tutti i libri possibili per adattarti alla tua condizione, vivere seguendo gli esercizi per tenere a bada l'ansia e convincerti che meriti il meglio, che la condizione non è la tua persona, ma ci sarà comunque sempre quel tarlo a roderti dentro. Purtroppo si è come giocattoli passati per le mani di bambini che li hanno sbattuti troppo (per bambini vedi famiglia, scuola, società, ambiente in cui si è cresciuti) e poi abbandonati al loro destino. Non vedo alternative se non vivere la vita quotidiana con semplicità e senza caricarla di ulteriori pesi, magari non enfatizzando troppo eventuali relazioni e caricandole di valori spirituali ma vedendole come semplici reazioni chimiche in risposta ai sensi percettibili del nostro organismo. Prima o poi dovremo lasciare il mondo terreno e non saremo né i primi né gli ultimi a sperimentare queste sensazioni, bisogna comprenderle ed adattarsi ad esse senza rifiutarle perché fanno parte di noi.
 
Capisco, stessa cosa capitata a me, psicoterapia a pagamento interrotta dopo qualche seduta per la sensazione di star buttando denaro e mancanza di coinvolgimento, poi continuata gratis al CSM con semplici chiacchierate settimanali in cui i problemi più antichi e profondi venivano evitati per concentrarsi sulla vita presente. I farmaci (SSRI e bupropione) poi, funzionavano alla grande i primi due-tre mesi per poi far assestare ad uno stato di apatia, tipo robot. Puoi leggere tutti i libri possibili per adattarti alla tua condizione, vivere seguendo gli esercizi per tenere a bada l'ansia e convincerti che meriti il meglio, che la condizione non è la tua persona, ma ci sarà comunque sempre quel tarlo a roderti dentro. Purtroppo si è come giocattoli passati per le mani di bambini che li hanno sbattuti troppo (per bambini vedi famiglia, scuola, società, ambiente in cui si è cresciuti) e poi abbandonati al loro destino. Non vedo alternative se non vivere la vita quotidiana con semplicità e senza caricarla di ulteriori pesi, magari non enfatizzando troppo eventuali relazioni e caricandole di valori spirituali ma vedendole come semplici reazioni chimiche in risposta ai sensi percettibili del nostro organismo. Prima o poi dovremo lasciare il mondo terreno e non saremo né i primi né gli ultimi a sperimentare queste sensazioni, bisogna comprenderle ed adattarsi ad esse senza rifiutarle perché fanno parte di noi.
Basato. Io oltre alle benzodiazepine, a un farmaco antiangoscia in gocce, se non sbaglio Entact, ero giunto a prendere anche Risperidal, che è un neurolettico (ma in dosi minori rispetto agli schizofrenici o ai bipolari) per le ossessioni. Un vero e proprio giocattolo rotto.
 
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