Smegman
Well-known member
Qualche giorno fa ho avuto la notizia del mio primo rifiuto "lavorativo". Era un concorso, e non sono passato di poco alla fase seguente.
Nel resto della mia vita, a parte piccole occasioni nelle quali non sono stato scelto per frivolezze - perlomeno dal punto di vista attuale - come una vacanza studio con la scuola, non ho mai esperito qualcosa del genere.
Questa è la prima volta che effettivamente vengo "rifiutato" per qualcosa che contasse effettivamente come un lavoro, come quello che sarebbe stato il mio primo lavoro (se si esclude quando in un periodo di accascio aiutai una persona, per un po' di euro con cui comprai qualche sciocchezza, feci dei lavori da "muratore" che mi divertirono un sacco).
Non voglio stare a parlare di quali siano state le cause del mio non essere passato, e di quanto sia importante continuare a provarci (dato che, a meno che non si sia una puttana, non si può certo trovare un lavoro al primo colloquio pur essendo biologicamente lobotomizzati),
ma per una persona fragile come me, sotto vari punti di vista, sarebbe bastato cosi poco per recuperare tutta la vitalità che avevo da adolescente (quando ancora avevo abbastanza esperienze vuote nella vita che ipotizzavo si potessero riempire col miglioramento personale), mentre una sconfitta che magari per una roastie italiana media o un chad è nulla di che, per me è una grande ferita, perchè è difficile continuare a trovare quelle forze che si devono mettere.
Credo di avere ancora un po' di energie, dato che ci proverò un altro paio di volte, ma non so fino a quanto potrò reggere. Le giornate all'insegna della sregolatezza e dei videogiochi sono un sintomo e non la causa di questo stallo. Lo sport è chiaramente ora passato dai passatempi dato che il corpo si rifiuta di farlo. I miei genitori sono chiaramente cringiati da questa situazione, comparandomi a mio fratello che sembra decisamente messo meglio a livello di qualifiche e dato che ha gia un lavoro che non è male.
Diventa sempre piu difficile cercare di "dare" qualcosa al mondo e agli altri - perchè alla fine facciamo tutto per gli altri, anche quando sembra una "vendetta" - quando il mondo mi tratta senza neanche trattarmi: come se fossi un fantasma che può osservare e basta, come se il mondo fosse un gigante video porno e io fossi me con le mie mani che puzzano di quello smegma che mi viene quando sono stressato e depresso. Basterebbe che il mondo - non sia mai che mi chiami ma -perlomeno mi accettasse quando chiedo di entrare, ma nulla.
Se fallirò tutto, valuterò di isolarmi dalla civiltà e andare a lavorare in montagna (una montagna decentemente civilizzata, tipo un paesino, non nel senso eremitico). Non so che lavori ci sono, purchè perlomeno possa stare nella natura. Tanto della città non bisogno niente, dato che di intellettualmente stimolante per me non c'è niente, e rimarrebbe quindi solo lo sport, che però, siccome nei periodi di depressione mi passa di voglia, specialmente se è con altre persone, non ha senso usare come motivazione unica per stare insieme agli altri.
Tutto questo periodo sarebbe migliore se avessi un cane, ma non ne ho mai avuto uno dato che i miei genitori a quanto pare non ci hanno mai pensato, e questo periodo di incertezza non è il periodo adatto per prendersi un impegno (un cane) che poi non so se potessi mantenere. Lo avessi, lo abbraccerei tutto il giorno e mi farebbe sorridere, ma non è questo il caso.
Mi rimangono pochissime energie per continuare a provare a stare in società e a cercare un lavoro insieme alle altre persone: come fossi il glande di un Tyrone che esplode le sue ultime gocce nel culo sodo di una italiota 11enne che poi lo farà gocciolare, dai leggings, mentre tornerà a casa di fretta per paura del patriarcato, non curandosi di quanti incels, su quella sborra negra, inciamperanno per sbattere la testa e morire.
Nel resto della mia vita, a parte piccole occasioni nelle quali non sono stato scelto per frivolezze - perlomeno dal punto di vista attuale - come una vacanza studio con la scuola, non ho mai esperito qualcosa del genere.
Questa è la prima volta che effettivamente vengo "rifiutato" per qualcosa che contasse effettivamente come un lavoro, come quello che sarebbe stato il mio primo lavoro (se si esclude quando in un periodo di accascio aiutai una persona, per un po' di euro con cui comprai qualche sciocchezza, feci dei lavori da "muratore" che mi divertirono un sacco).
Non voglio stare a parlare di quali siano state le cause del mio non essere passato, e di quanto sia importante continuare a provarci (dato che, a meno che non si sia una puttana, non si può certo trovare un lavoro al primo colloquio pur essendo biologicamente lobotomizzati),
ma per una persona fragile come me, sotto vari punti di vista, sarebbe bastato cosi poco per recuperare tutta la vitalità che avevo da adolescente (quando ancora avevo abbastanza esperienze vuote nella vita che ipotizzavo si potessero riempire col miglioramento personale), mentre una sconfitta che magari per una roastie italiana media o un chad è nulla di che, per me è una grande ferita, perchè è difficile continuare a trovare quelle forze che si devono mettere.
Credo di avere ancora un po' di energie, dato che ci proverò un altro paio di volte, ma non so fino a quanto potrò reggere. Le giornate all'insegna della sregolatezza e dei videogiochi sono un sintomo e non la causa di questo stallo. Lo sport è chiaramente ora passato dai passatempi dato che il corpo si rifiuta di farlo. I miei genitori sono chiaramente cringiati da questa situazione, comparandomi a mio fratello che sembra decisamente messo meglio a livello di qualifiche e dato che ha gia un lavoro che non è male.
Diventa sempre piu difficile cercare di "dare" qualcosa al mondo e agli altri - perchè alla fine facciamo tutto per gli altri, anche quando sembra una "vendetta" - quando il mondo mi tratta senza neanche trattarmi: come se fossi un fantasma che può osservare e basta, come se il mondo fosse un gigante video porno e io fossi me con le mie mani che puzzano di quello smegma che mi viene quando sono stressato e depresso. Basterebbe che il mondo - non sia mai che mi chiami ma -perlomeno mi accettasse quando chiedo di entrare, ma nulla.
Se fallirò tutto, valuterò di isolarmi dalla civiltà e andare a lavorare in montagna (una montagna decentemente civilizzata, tipo un paesino, non nel senso eremitico). Non so che lavori ci sono, purchè perlomeno possa stare nella natura. Tanto della città non bisogno niente, dato che di intellettualmente stimolante per me non c'è niente, e rimarrebbe quindi solo lo sport, che però, siccome nei periodi di depressione mi passa di voglia, specialmente se è con altre persone, non ha senso usare come motivazione unica per stare insieme agli altri.
Tutto questo periodo sarebbe migliore se avessi un cane, ma non ne ho mai avuto uno dato che i miei genitori a quanto pare non ci hanno mai pensato, e questo periodo di incertezza non è il periodo adatto per prendersi un impegno (un cane) che poi non so se potessi mantenere. Lo avessi, lo abbraccerei tutto il giorno e mi farebbe sorridere, ma non è questo il caso.
Mi rimangono pochissime energie per continuare a provare a stare in società e a cercare un lavoro insieme alle altre persone: come fossi il glande di un Tyrone che esplode le sue ultime gocce nel culo sodo di una italiota 11enne che poi lo farà gocciolare, dai leggings, mentre tornerà a casa di fretta per paura del patriarcato, non curandosi di quanti incels, su quella sborra negra, inciamperanno per sbattere la testa e morire.