In fondo gli hikikomori li capisco...

Pezzottato

Well-known member
Redpillato
"Non sono gli hikikomori ad essere malati: la loro malattia è una conseguenza di una società su grandi linee malata!" (cit. personale)

Sono d'accordo che bisogna uscire di casa, respirare all'aria aperta, passeggiare perchè fa bene alla salute e anche perchè non tutto fuori è negativo.
Tuttavia gli hikomori sono individui molto sensibili ed autentici che, colpiti dalle delusioni del mondo fuori, preferiscono rintanarsi nel loro guscio semplicemente per non soffrire.
Là fuori è una giungla urbana e le nostre regole non sono poi così tanto diverse dalle leggi della giungla: sopravvive il piu' forte e/o chi meglio riesce ad adattarsi; viceversa chi ha un passo piu' lento, chi è emotivo ed autentico affanna e finisce per essere distrutto dal branco. E' una società supercompetitiva in cui non bisogna mostrare segni di debolezza, essere performanti, forti e sul pezzo.
Per non parlare della carenza di affetto femminile che indebolisce la psiche umana portando negli hikikomori un ulteriore senso di sfiducia.
Ci credo che restano turbati al tal punto da trovare un nascondiglio dalle insidie esterne, pur non rinnegando che uscire fa bene e che esistono i lati positivi.
La terapia non và fatta solo agli hikikomori, ma piu' in generale a questa giungla di società!
 
io sto lontano dalla società perché le persone vivono contronatura. Quasi tutto ciò che si fa nella società (la scuola, il denaro, l'alimentazione, eccetera) è artificiale e lontano da ciò che naturalmente l'uomo è predisposto a fare, e penso che siamo in un sistema di schiavitù molto efficace perché gli schiavi non sono consapevoli di esserlo ma credono di essere liberi, quindi non si ribelleranno mai.

Consiglio di vedere questo video per capirne di più. Credo ci sia anche la traduzione in italiano se selezionate traccia, anche se non so quanto sia fatta bene.

 
Si ma è come se io dicessi: devo andare nella Jungla (affrontare la vita) ma la Jungla è cattiva (le persone) quindi non ci vado: che combattente sarei? Anche perchè non dimentichiamoci: se non affronti la Jungla sarà la Jungla ad annientarti :unsure:
 
gli hikikkomori o come cazz si scrive hanno solo adottato una loro versione della vita.

Se esci devi stare attento a guardare le np
Non parliamo di toccare le np
Se non le boosti ti considerano una merda (ma lo fanno in generale con i sub7)
Se vuoi concorrere con altri tipi per una np troverai sempre uno più bello di te
Se vuoi parlare con una np bella non puoi perchè sei sub7
Se vuoi uscire con una np decidono sempre loro se sì o no
Se vuoi imbastire un discorso con una np non puoi perchè nel 100% dei casi a lei non interessa niente cosa pensa un brutto

A sto punto, porca vacca, rimani a casa e risolvi tutti i problemi.
 
Si ma è come se io dicessi: devo andare nella Jungla (affrontare la vita) ma la Jungla è cattiva (le persone) quindi non ci vado: che combattente sarei? Anche perchè non dimentichiamoci: se non affronti la Jungla sarà la Jungla ad annientarti :unsure:
Si, il mio non è un invito ad arrendersi, anzi nella vita occorre saggiamente lottare avendo degli atteggiamenti proattivi nella speranza di beneficiare di soddisfacenti traguardi non osservando tutto il nero che ci circonda.

Il mio thread è un'analisi di chi, come gli Hikikomori, ha umane e comprensibili difficoltà ad adattarsi in una brutta giungla piena di pericoli e problemi. Non un invito ad arrendersi, quanto una riflessione della merda esistente fuori e che non tutti hanno il giusto passo.
 
Si ma è come se io dicessi: devo andare nella Jungla (affrontare la vita) ma la Jungla è cattiva (le persone) quindi non ci vado: che combattente sarei? Anche perchè non dimentichiamoci: se non affronti la Jungla sarà la Jungla ad annientarti :unsure:
gli uomini più potenti non vanno a combattere, mandano gli altri a combattere per loro.
 
Posto che ormai il temine viene usato per indicare un disturbo e non più una scelta, la parola è giapponese e il Giappone si sa, è una società ultratecnologica e sicuramente non a misura d'uomo, è una società di plastica, dove ogni genitore medio è distante una galassia dal proprio figlio, i disturbi sono una vergogna da tenere nascosta, si vive in una prospettiva di perfezione e se c'è un problema è meglio tenerlo nascosto in cameretta.
Inoltre, nelle famiglie a basso reddito non ci sono hikikomori, il benessere economico è sempre antitetico a quello spirituale.

Noi compare dobbiamo continuare ad uscire, lo si può fare anche in altri contesti,
bisogna sempre trovare il coraggio di uscire a riveder le stelle ♥️
 
Posto che ormai il temine viene usato per indicare un disturbo e non più una scelta, la parola è giapponese e il Giappone si sa, è una società ultratecnologica e sicuramente non a misura d'uomo, è una società di plastica, dove ogni genitore medio è distante una galassia dal proprio figlio, i disturbi sono una vergogna da tenere nascosta, si vive in una prospettiva di perfezione e se c'è un problema è meglio tenerlo nascosto in cameretta.
Inoltre, nelle famiglie a basso reddito non ci sono hikikomori, il benessere economico è sempre antitetico a quello spirituale.

Noi compare dobbiamo continuare ad uscire, lo si può fare anche in altri contesti,
bisogna sempre trovare il coraggio di uscire a riveder le stelle ♥️
wow mi sono emozionato! :D:D:D:D Barabba
 
Poi questa e una condizione che si possono permettere solo i ricchi voglio vedere se devi mangiare se non esci di casa 😅 [ scusate il modo diretto ]
Spesso a chi fa queste scelte non importa più di continuare a vivere a lungo, per cui è un discorso che con loro non attacca. Che poi tra i poveri molti si danno ad attività illegali od a parassitare lo Stato.
 
"Non sono gli hikikomori ad essere malati: la loro malattia è una conseguenza di una società su grandi linee malata!" (cit. personale)

Sono d'accordo che bisogna uscire di casa, respirare all'aria aperta, passeggiare perchè fa bene alla salute e anche perchè non tutto fuori è negativo.
Tuttavia gli hikomori sono individui molto sensibili ed autentici che, colpiti dalle delusioni del mondo fuori, preferiscono rintanarsi nel loro guscio semplicemente per non soffrire.
Là fuori è una giungla urbana e le nostre regole non sono poi così tanto diverse dalle leggi della giungla: sopravvive il piu' forte e/o chi meglio riesce ad adattarsi; viceversa chi ha un passo piu' lento, chi è emotivo ed autentico affanna e finisce per essere distrutto dal branco. E' una società supercompetitiva in cui non bisogna mostrare segni di debolezza, essere performanti, forti e sul pezzo.
Per non parlare della carenza di affetto femminile che indebolisce la psiche umana portando negli hikikomori un ulteriore senso di sfiducia.
Ci credo che restano turbati al tal punto da trovare un nascondiglio dalle insidie esterne, pur non rinnegando che uscire fa bene e che esistono i lati positivi.
La terapia non và fatta solo agli hikikomori, ma piu' in generale a questa giungla di società!
Fare quella vita è alla fine una risposta naturale a forti pressioni per essere performanti e rispettare alti standard per ottenere validazione, al bullismo ed infine ai fallimenti con le ragazze, ancora di più se ci si rende conto di non condividere l' organizzazione ed i valori della società.
Il mondo la fuori è un nemico da cui bisogna proteggersi permanentemente, quasi si trattasse di missili russi che piombano appena metti piede fuori.
 
Gli hikikomori sono semplicemente la versione regolamentata degli sfigati che negli anni '90 stavano tutto il giorno al pc
roba che fuori c'erano le teen in minigonna e questi/noi stavano/stavamo in casa a intervallare le partite online con le seghe
in asia spesso sono anche giocatori professionisti, che guadagnano tonnellate di soldi e vivono tutti insieme come se fossero una squadra di calcio
Sono due cose diverse
 
Ti ringrazio per l'analisi lucida su questo tema e stile di vita, hai centrato il punto della situazione. Per quanto mi riguarda, questa mia condizione sì è sviluppata progressivamente dopo la fine delle superiori però io non mi ero arreso sin da subito, anzi, ho provato in tutti i modi di svolgere delle attività per instaurare conoscenze ed inserirmi nella società. Sicuramente sono abbastanza goffo ed introverso, ho abbastanza problemi di fobia sociale perché col passare degli anni mi sono disabituato sempre più ad interagire con gli estranei e adesso faccio più fatica rispetto a prima. Tutto inizia dalla mia scelta di non continuare gli studi dopo aver vissuto dei momenti umilianti e delusioni personali ed essere considerato ormai l'ultima ruota del carro. Ho sempre pensato di non essere in grado di svolgere l'università, e l'accascio accumulato da anni di solitudine ed esclusione non mi avrebbe dato voglia di andarci, neanche di svegliarmi la mattina per andarci e i problemi di concentrazione sviluppati alle superiori avrebbero fatto la parte restante. Non so come avrei potuto fare a studiare interi libri per un esame, oppure a parlare in maniera fluida senza interruzioni ed errori continui.
Così, dopo l'estate 2024 che ovviamente ho trascorso in quasi totale solitudine, ho deciso di partecipare a gruppi sociali perché non riuscivo ad accettare il mio destino di emarginato nella società, non potevo credere che avrei rischiato di vivere un intera vita in questa maniera. Così a Settembre/Ottobre ho deciso di entrare nel gruppo del coro della chiesa del mio quartiere (l'attività giovanile organizzata più vicina dalle mie parti e praticamente l'unica) e in parallelo mi sono iscritto ad una cooperativa di cui avevo accennato lo scorso anno nel mio primo thread sul forum, perché come ho raccontato io ho il disturbo dello spettro autistico. Purtroppo non è andata affatto bene, mi è capitato molte volte di percepire disprezzo, freddezza, talvolta pure accanimenti nei miei confronti e non intendo per forza verbali ma anche e soprattutto di disparità di trattamento, oltre a dover provare sentimenti di esclusione abbastanza frequenti. Talvolta mi è capitato di ricevere estrema condiscendenza ed essere esaltato senza motivo per il semplice fatto che gli altri credevano che io non potessi fare di meglio. Io sono il primo che cerca di validarsi un po' e avere buona considerazione di me stesso, però riconosco i miei evidenti limiti e vorrei semplicemente un trattamento equo a quello degli altri ovvero non essere considerato incapace a prescindere senza avermi dato una minima possibilità, e allo stesso tempo non essere esaltato e definito il più bravo per ogni minima cosa quando la realtà è addirittura capovolta. Sono le stesse identiche cose che mi accadevano a scuola e mi hanno causato dei traumi personali. Sembra un racconto strano il mio, però vi assicuro che non sto scherzando e queste situazioni succedevano principalmente con me. Quello che mi ha fatto più male è l'essere considerato un "poveretto da compatire", per cui provare pena e pietà. Questa situazione è stata umiliante, essere circondato da persone che purtroppo non credevano davvero in me oppure pensavano che io avessi un "ritardo cognitivo" perché non erano informate sul reale significato di Asperger mi ha un po' segnato emotivamente. In parte li capisco pure perché io ero completamente negato per molte attività, purtroppo. Ci tengo a precisare che io sono credente per davvero, non ho mai finto di esserlo però sono sempre stato non praticante e mi ero ritrovato in un mondo completamente "nuovo" dove non sono riuscito ad adattarmi né a rendermi utile. Stessa cosa per la cucina, non faceva per me. Infatti ho deciso di abbandonare entrambi i progetti, la chiesa a Gennaio e la cooperativa ad Aprile. Non avevo più voglia di andarci. Ed è così che mi sono chiuso dentro casa ed emarginato progressivamente dalla società, mi sono allontanato dai social dove per ingenuità e mancanza di consapevolezza venivo sfruttato dalle persone e io non capivo fino in fondo perché non avevo interiorizzato la redpill/blackpill. In altri casi ho subito prese in giro quando ho provato a socializzare, cercavo di trovare la speranza conoscendo persone online e alla fine mi sono arreso pure lì perché era pieno di superficialità e bullismo, impossibile instaurare legami genuini e di rispetto reciproco. Purtroppo ho sbagliato perché non ero consapevole e non capivo molto bene le intenzioni degli altri, mi rendo conto. Ho agito anche per disperazione, perché non riuscivo appunto ad accettare di non poter avere una vita normale e volevo trovare una soluzione per stare meglio. Ritornando al dunque, è dal mese di Aprile che ho ridotto drasticamente le mie uscite che si limitavano ad andare dalla dentista e dal barbiere, adesso solamente quest'ultimo. In seguito mi si è presentata qualche possibilità di uscire ad Agosto/Ottobre 2025 grazie a mia madre che ha organizzato dei pranzi al centro commerciale assieme alle sue amiche e i rispettivi figli. Inutile dire che mi sono trovato male, ho subito frecciatine e "attacchi" costanti quando mi hanno chiesto cosa faccio nella vita e io ho risposto di essere neet e uscire pochissimo di casa. Cercavano di darmi consigli motivazioni senza capire i miei problemi di fondo, venivo bersagliato più volte durante quelle due/tre ore d'uscita e ho capito che era meglio lasciare perdere queste uscite perché avrebbero continuato ad oltranza senza provare a capire le mie difficoltà e i miei traumi irrisolti. Tra l'altro, a prescindere dal fatto che io non volevo andarci più, non ci hanno più chiamati da allora. Né me né mia madre nonostante fosse un amica storica. Ho capito che probabilmente non mi volevano in mezzo ai piedi e di conseguenza hanno "escluso" mia madre per non vedermi più. È proprio durante l'estate che ho interiorizzato la blackpill, negli ultimi mesi sono passato progressivamente alla whitepill perché ho accettato la mia condizione con più serenità e ho trovato il mio equilibrio dentro casa con i miei hobby, interessi e mente libera da responsabilità, ansie e preoccupazioni. Ogni tanto mia madre mi ha consigliato di farmi delle passeggiate nel quartiere, purtroppo è una cosa che non riesco a fare perché non provo soddisfazione nel fare una passeggiata in solitudine senza una meta precisa. Certo, la natura non manca qui però mi demoralizza un po' fare solamente queste uscite, senza avere qualcuno con cui parlare. È da anni che passo momenti così, adesso vorrei cambiare se devo essere sincero.
Tuttavia, non ne ho ancora parlato qui però si sta aprendo uno spiraglio per me e forse potrei uscire dalla condizione di hikikomori. Non mi voglio illudere, ho il timore di non trovarmi a mio agio nemmeno qui e di essere emarginato o compatito per l'ennesima volta. Ormai sono improntato ad aspettarmi sempre il peggio perché tutta la mia vita è andata spesso così. Un mese fa ho letto qui dentro qualcosa sui centri di aggregazione giovanile, ricordo che l'utente era Rhett. Ho cercato se nella mia regione (Sicilia) fossero finanziati questi luoghi e da quello che ho capito non è proprio così però si riesce a trovare qualcosa qui a Palermo. Ho trovato questo posto, un centro culturale dove si organizzano laboratori musicali e artistici (io vorrei fare questi due laboratori), corsi di lingue straniere e talvolta serate a tema musicale o visione di film. Nelle prossime settimane avevo pensato di andare ad informarmi, ed in seguito cominciare a frequentare il posto. Questa volta voglio impegnarmi ancora di più per fare una buona impressione ed essere considerato come tutti gli altri. Non lo dico per colpevolizzarmi, ci mancherebbe, però dovrò dare il massimo per parlare in maniera discorsiva e fluida. Allo stesso tempo devo imparare a non presentarmi trasandato, mi rendo conto che in passato questo abbia influito nella considerazione che gli altri avevano di me però ovviamente non mi sento di giustificare certi trattamenti assurdi che ho ricevuto dalla scuola ai tempi recenti che non dovrebbero centrare con l'aspetto ma invece hanno influito. La verità è che questa, salvo nuove occasioni future, è la mia ultima possibilità di inserirmi nella società. Devo prepararmi psicologicamente e cogliere l'opportunità al balzo, poi se andrà male pure lì me ne farò una ragione come ho sempre fatto. Vorrà dire che continuerò con la mia vita attuale, perché poi non mi rimane nulla che possa interessarmi. Vi ringrazio per aver letto il mio messaggio.
 
Ti ringrazio per l'analisi lucida su questo tema e stile di vita, hai centrato il punto della situazione. Per quanto mi riguarda, questa mia condizione sì è

@LilMatt05 mi sono emozionato molto nella lettura del tuo trasparente e profondo messaggio 😊, anche perché meglio comprendo di non sentirmi “solo” e di come tale agorà virtuale possa essere una finestra per poter tranquillamente per esprimere le proprie emozioni laddove la società esterna è a tratti miope e sorda.

Un consiglio che potrei darti è iniziare a praticare attività fisica : non necessariamente la palestra, anche uno sport che col tempo possa darti maggior autostima come karatè, pugilato, kick boxing , judo, taewkondoo, etc… .
Allenarsi è importante perché in primis troveresti un canale dove sublimare le tue comprensibili umane sofferenze, in secondo luogo acquisteresti maggior fiducia in te stesso nel tempo confrontandoti con i tuoi compagni d sport e di palestra.
Io ad esempio sono molto emotivo e sensibile, la palestra mi aiuta a scaricare e certe tensioni di troppo trovando piacere.
Un secondo consiglio è quello di studiare, non per un corso di laurea o per far contenti gli altri, ma semplicemente per allontanare certi pensieri trovandoti un fine. Potresti ad esempio svolgere esercizi di matematica, di fisica, di grammatica italiana ed inglese… giusto per occupare il tempo se ciò ti appassiona.

😀 Sono molto contento che hai esternato alcune tue umane difficoltà interiori: 💪🏻 continua a lottare, e non dimentichiamoci che simili problemi stanno aumentando in tutt’Italia siccome dopo il Covid c’è un peggioramento umano, sperando un dì che ci sarà maggiore empatia e sportelli d’ascolto per chi è più sensibile. 💪🏻
 
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