Ho proprio la necessità di mettere a nudo e analizzare il mio profondo sentimento di misantropia, disprezzo per la specie umana e ogni suo derivato, senza alcun filtro. Il fulcro della mia sofferenza (e sono convinto anche di molti altri) resta sempre la consapevolezza, la capacità di notare tutto, osservare sempre azioni, comportamenti, cose dette e non dette, riuscire a vedere sempre il buio e mai la luce, sempre il male e mai il bene.
Nel mio caso sni (ovviamente parlo per me): diciamo che sono una serie di ragioni, alcune sicuramente hanno colpito più di altre.
Non si può negare che nella società, nel mondo, in ciò che attorno a noi vi è uno sbilancio negativo.
Penso che ciò sorga banalmente da quando una persona entri nel sistema scolastico, studio, lavoro ecc.
Tutto è strutturato per rendere l'individuo efficente il più possibile, ma privo di volontà e gioia nella vita, è naturale quindi, soprattuto se un individuo ha vissuto certe cose o ha anche una certa sensibilità, sviluppi avversione nel sistema e anche nelle più piccole interazioni, banalmente dall'egoismo e cattiveria del prossimo.
Quì dentro gettiamo sempre merda sulle np (a ragion veduta) ma alla fine la verità è che è l'umanità nella sua interezza ad essere feccia, le np sono semplicemente più handicappate e quindi fanno tiltare maggiormente, ma alla fine se le si considera alla stregua del cuginetto di 8 anni con problemi mentali non sono peggio di un qualsiasi umanoie xy. L'ipocrisia e l'individualismo sono cancri dell'umanità tutta, non fanno sconti a nessuno, belli o brutti, ricchi o poveri, donne o uomini, sono problemi trasversali ad ogni categoria umana, e io li noto, li noto mentre si insinuano nei discorsi, nelle interazioni, nei rapporti umani e mi disgustano a tal punto da voler premere quel tasto rosso e resettare l'umanità a suon di ICBM.
Il termine "interezza" lo ritengo un assolutismo, però è innegabile (come già detto prima), che essere ipocriti o pensare al proprio orticello è molto comune.
Penso però che sia anche vero che forse, non siamo così diversi da chi tentiamo di odiare, criticare e giudicare: diamo dell'ipocrita agli altri quando noi stessi lo siamo, diamo dell'invidualista quando noi stessi facciamo altrettanto ogni giorno, solo che è molto più facile direzionarlo sugli altri che su noi stessi.
Penso che la trappola sia un po' quella del "genio incompreso" quanda nella realtà dei fatti, non siamo poi così diversi o dotati di chissà quale intelletto rispetto al prossimo: siamo solo sassolini come tanti altri su un sasso più grande, in un cosmo infinito indifferente, al quale per una serie di concidenze è stato permesso di esistere.
Noi vediamo sempre i problemi della categoria a cui apparteniamo, al più quelli di categorie i cui interessi convergono con i nostri, ma i problemi degli altri sono solo zavorra per il nostro benessere e, in maniera più o meno consapevole, tendiamo a minimizzare e osteggiare.
Una persona che nota perennemente tutto questo come fa a vivere serenamente in questa società? IO VIVO COSI'. Ho avuto la croce di riuscire a vedere l'ipocrisia dell'animo umano e non riesco a vivere portando anche io questa maschera, a vivere omologandomi a tutti sti npc.
Come posso restare indifferente quando vedo un membro della comunità woke che fa bodyshaming contro un uomo quando le loro battaglie sono sempre state incentrate contro il bodyshaming (eh si vale solo per donne, obese e negri) ?
Come posso restare indifferente quando vedo un cristiano che fa le fiaccolate contro la guerra in ucraina e poi te lo ritrovi a parlare di antisemitismo dilagante quando Israele rade al suolo gaza?
Penso che sia automatico che a tale consapevolezza la risposta più immediata sia rabbia e odio, qui bene o male mi soffermo su questa domanda:
Una persona che nota perennemente tutto questo come fa a vivere serenamente in questa società?
Io personalmente, partendo dall'odio, ho poi cercato di prendere un altro percorso, cercando di non sforzarmi a pensare solo a me stesso, ma anche al prossimo.
Cerco di essere gentile anche se chi è attorno a me so che non sarà allo stesso modo.
Non che sia perfetto in questo, sono bel lontano da ciò, ho alcune volte la rabbia, impotenza e un senso di inguistizia che mi brucia nel petto.
Mi è stato pure detto a volte, più o meno indirettamente, che avrei pure il diritto di provare rabbia e odio, a causa di certe cose che ho vissuto (dal sentirmi umiliato e deriso o sminuito per i miei problemi).
Sono però troppo stanco per odiare, forse, perché lo sono anche per alzarmi al mattino da un bel po'.
Mi sarebbe molto più facile, nell'effettivo, provare rancore verso il prossimo, ma provo, in qualche modo a dare il mio contributo, anche se avrei l'opzione più facile da seguire.
Perché se quella fiamma prendesse il sopravvento, allora io stesso starei contribuendo a rendere questo mondo più marcio, non tanto perché devo dimostrare di essere una brava persona o per un senso di colpa, un senso morale, ma semplicemente perché cerco di riflettere appunto come le mie azioni influenzano l'insieme: anche se solo dello 0.000001%.
Per fare un esempio, amo da morire la natura, lì è molto facile trovarne bellezza, ci passo molto tempo appresso in un bosco non lontano da qua.
Ho provato a partire da quello, perché (come concordi mi sembra anche tu in alcuni post qua sopra), ha una sua coerenza, ha un suo senso, anche nella morte, brutalità.
Ogni ruolo di un animale ha una sua funzione, persino dei parassiti o animali che troviamo aggressivi o disgustosi.
E cerco anche di accettare l'imperfezione e incoerenza umana, non perché la approvi, ma proprio per non contribuire a tale orrore.
Io penso ne valga ancora la pena, non parlo di una gentilezza cieca, in cui devo farmi bastonare e basta, altrimenti torniamo al punto di partenza.
Trovo legittima anche la grinta e forza necessaria per far valere il giusto, ma al contempo, anche comprendere e non ricambiare con lo stesso odio che ci viene impartito, per non generarne di più di quanto già ve ne esiste.
Ovviamente ciò cambierà le cose? No, nessuno può cambiare nessuno.
Tantomento le persone: voler cambiare qualcuno è un'altra forma di crudeltà, per quanto questa persona possa essere ipocrita e immorale.
Però penso che alla fine dei conti, mi paghi di più nel lungo termine, col rancore non solo rovinerei ciò che ho attorno, ma anche me stesso fisicamente e mentalmente, persino a un egoista conviene: la gentilezza penso ripaghi di più, se la dovessimo vedere su un piano razionale, anche se fossi la persona più egoista e priva di compassione, ironicamente.
Per me è quasi una regola matematica,
se valutiamo solo in termini di benefici.
Quindi io vi odio, vi odio tutti, per il solo fatto di essere membri della razza umana moderna, quella razza che non è più in grado di provare un sentimento genuino. Allora resto io, l'unico a provare ancora un sentimento genuino ed è l'ODIO. Unico sentimento che grazie alla sua genuinità mi fa sentire ancora umano. E odio me stesso, per non essere in grado di provare più altri sentimenti al di fuori di questo.
Effettivamente anche l'odio intenso ha una sua importanza.
Ma penso che ogni emozioni in realtà lo possa essere, anche indipendente da ciò che si ottiene, semplicemente fine a se stessa e senza scopo.
Mi è capitato per brevi periodi con un senso di pace e gratitudine, senza niente o nessuno che la generasse.
Questo perlomeno, è la strada che ho scelto, rinnego infatti le componenti deterministiche, ciniche o nichilismo, penso vi sia un libero arbitrio e possibilità di scegliere.
Le ritengo risposte troppo facili a domande complesse.
Lo dico a mio discapito, perché ci sono molte cose per cui provo immensa vergogna e per cui un "è mio diritto, fanculo a tutto" sarebbe la risposta più facile per me.
Forse se mi svegliassi domani, consapevole che nulla dipende da me e lasciandomi prendere dalla frustrazione e rabbia incontrollata, sarebbe il giorno migliore del mondo, perché non dovrei fare alcuno sforzo per cambiare qualcosa: se tutto è già scritto, non devo assolutamente preoccuparmene o sentirmi in colpa almeno della mia sofferenza, è così e basta e amen, che altro vi dovrei aggiungere?
Sarebbe una risposta molto semplice, non proverei colpa o paura della mia condizione.
Sento di voler attraversare questo almeno nella mia vita, è che sia la strada migliore per me.
Sia chiaro: sto solo rispondendo al tuo post e riflettendo, mi interessava solo partecipare a una discussione che trovavo interessante (come tante altre), non ho alcuna intenzione di far cambiare idea a nessuno né tantomeno di prendermi il diritto di insegnare qualocsa: è semplicemente il mio punto di vista delle cose.
Un saluto, perdona il mega wall-text... (ed eventuali errori, ho dato giusto una ri-lettura veloce)