È un trend globale, quasi nessuno dei Paesi anche solo leggermente sviluppati raggiunge il tasso di fertilità del 2.1 (necessario per mantenere la popolazione stabile).
- I Paesi europei se la passano male, con Spagna, Polonia e Lituania sotto l'1,20 stimato per quest'anno (peggio dell'Italia), mentre la Francia si mantiene abbastanza alta (sopra l'1,60) grazie a nordafricani e subsahariani che figliano ancora tanto per ora (poi anche le donne arabe e africane secolarizzate vorranno ad un certo punto studiare e fare la collezione di cazzi e viaggetti come le bianche) e i balcani resistono;
- Ucraina e Russia già stavano messi male e oltretutto da 2 anni si stanno anche ammazzando a vicenda i propri giovani;
- L'America Latina, nonostante sia sulla carta legata alle tradizioni e molto credente, ha sorprendentemente tassi bassissimi (il Cile addirittura sta sullo 0,88);
- I peggiori sono i Paesi dell'Asia orientale, molti dei quali stanno sotto all'1 (tranne il Giappone, da sempre considerato il Paese più critico).
Si salvano i Paesi dell'Asia centrale (mix di dittature ed Islam), Israele (forte motivazione religiosa, senso di comunità e coesione contro i vicini, colonizzazione di territori occupati e sette ultraortodosse), Nord Africa e Africa Subsahariana (non presenti nella tabella).
Dunque, vedendo i dati si deduce che non serve necessariamente raggiungere livelli di ricchezza e sviluppo alti per avviarsi verso una crisi demografica. Sono sufficienti emancipazione delle donne (studio, lavoro, propaganda femminista, ecc.), urbanizzazione rapida e uso diffuso di contraccettivi.
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