La gratitudine per quel poco che si ha

Dr. Koper

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Bluepillato
Quando la depressione raggiunge quei picchi che purtroppo non puoi impedire, cerco di ricordarmi quante cose che tanti altri non hanno e quante possibilità ancora ho per rimettermi in sesto: mi riferisco in particolare a un contesto familiare che sta capendo che non sto bene e, nella loro goffaggine da boomer, mi stanno aiutando; non tutti gli incel hanno questo privilegio.
E quando penso a tutto questo privilegio, tutto insieme nelle sue parti, mi sento cosi grato che mi accascio ancora di piu perchè mi sento un ingrato ad essermi abbastanza rovinato cosi tanto da bisognare di questo "aiuto" extra.
Sono consapevole che non sono solo "io" ad avere questi problemi dato che è un fenomeno sociologico ormai, tra neet hikikomori incels e creature simili a me, ma penso che parte dell'accascio sia il mio colpevolizzarmi di dove sono finito; poi mi dico che ho fatto il possibile non sapendo tante cose, e poi mi dico che non ho fatto le cose giuste, e cosi via via ogni giorno c'è un continuo martoriarmi la testa con ste robe.
Forse ora capisco i normies quando dicono che la persona depressa si colpevolizza troppo: però non riesco a capire di cosa sono DAVVERO colpevole e di cosa invece dovrei deresponsabilizzarmi, dato che non so nemmeno cosa sia la verità oggettiva a riguardo. So solo che col senno di poi avrei fatto tante cose diversamente, nonostante in ogni fase del percorso pensassi di stare investendo nella strada ottimale
 
Ultima modifica:
Infondo abbiamo tante cose, ho goduto della tecnologia, dei videogiochi, della famiglia, godo ancora molte cose che altri in qualche parte del mondo non anno, c'è solo la brutale astinenza a rovinarmi l'esistenza.

La consapevolezza di non piacere, di non essere desiderato e la certezza di non ispirare sesso e non poter ricevere altro piacere
se non quello della mia mano, è quella piccola goccia che basta a rendere la tinozza di latte, avariato.

Basterebbe quella virgola che è il sesso e lo scambiarsi il piacere in modo reciproco ( non pay ) a considerare la mia vita perfetta,
e invece...
 
Anche io a volte quando sto depresso, mi metto a pensare alle cose belle che ho e che tutti non hanno, ad esempio questi cani vicino a me in questi secondi che scrivo. Penso che sono sano e pure carino, quindi con le carte in regola per uscire da questo pantano, ma al tempo stesso pensando che ho queste qualità ma non riesco a valorizzarle mi sento da un lato in colpa in quanto sospetto di essere un cretino, da un lato mi viene l' odio contro la società. E la finisco a rimuginare sul mio passato, pensando alle cose che avrei potuto, dovuto fare, a come la vita sarebbe stata diversa se avessi fatto una cosa piuttosto che un' altra. Ma, sai Dr. Kooper, da giovanissimi eravamo condizionati da un sacco di fattori per cui non abbiamo potuto fare diversamente, forse sapevamo in cuor nostro che dovevamo agire in un modo ma non ci siamo riusciti.
 
Abbiamo perso al gioco della vita.
L'obiettivo di ogni forma di vita è riprodursi.
Persino i cani della prateria e i bonobo sugli alberi riescono a farlo.
Noi invece no, siamo anomalie, vuoi per look scarso o per non essere neurotipici, destinati a uscire dalla trama della natura e a non vedere soddisfatto l'istinto più grande di ogni essere vivente.
Non c'è cope che possa consolarci, nè oggetti, denaro o status sociale che possano compensare la nostra solitudine, e siamo condannati a convivere con la nostra lucida razionalità che ci permette di vedere e comprendere la realtà per quello che è.
 
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