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«La triade oscura»
Il barman ha confessato, anzi, «ha ammesso — tiene a precisare Menegazzo — solo quando è stato messo con le spalle al muro da prove ormai certe ed incontrovertibili». Non ci sono dubbi che sia il responsabile, ciò che può variare è l’entità della pena che dipende da come la Corte d’Assise valuterà i fatti. «La chiave di lettura di questo viaggio nell’orrore è la triade oscura» quella che, spiega Menegazzo, coniuga nella personalità di Alessandro Impagnatiello «psicopatia, narcisismo e machiavellismo». Per l’accusa l’uomo ha premeditato l’omicidio a partire da dicembre 2022 quando Giulia gli rivela di essere incinta, inconsapevole che così sta «firmando la sua condanna a morte». Per mesi le somministra veleno per topi mentre dorme. Vuole farla morire lentamente, ma quando Giulia e l’altra lo smascherano «rielabora la strategia», vuole «ucciderla subito». Non «per un raptus improvviso, come ha voluto farci credere, ma con una decisione lucida in cui la rabbia fredda scatta solo nella parte finale» appena lei torna a casa, dice il pm. Il giorno successivo, mette su la «messinscena» sulla fuga «fingendosi disperato». Un delitto che dimostra che «l’essere umano è capace di fare cose drammatiche per crudeltà. È la banalità del male» per la quale Impagnatiello non ha attenuanti.
Impagnatiello, perché l'accusa parla di «triade oscura» e chiede l'ergastolo: «Il delitto di Giulia è un viaggio nell'orrore»
Delitto di Senago, i pm chiedono carcere a vita e 18 mesi di isolamento: «Lucido e freddo, ha ammesso solo quando era spalle al muro. In lui psicopatia, narcisismo e machiavellismo». La difesa: «Schiacciato dal senso di colpa, voleva farsi scoprire»«La triade oscura»
Il barman ha confessato, anzi, «ha ammesso — tiene a precisare Menegazzo — solo quando è stato messo con le spalle al muro da prove ormai certe ed incontrovertibili». Non ci sono dubbi che sia il responsabile, ciò che può variare è l’entità della pena che dipende da come la Corte d’Assise valuterà i fatti. «La chiave di lettura di questo viaggio nell’orrore è la triade oscura» quella che, spiega Menegazzo, coniuga nella personalità di Alessandro Impagnatiello «psicopatia, narcisismo e machiavellismo». Per l’accusa l’uomo ha premeditato l’omicidio a partire da dicembre 2022 quando Giulia gli rivela di essere incinta, inconsapevole che così sta «firmando la sua condanna a morte». Per mesi le somministra veleno per topi mentre dorme. Vuole farla morire lentamente, ma quando Giulia e l’altra lo smascherano «rielabora la strategia», vuole «ucciderla subito». Non «per un raptus improvviso, come ha voluto farci credere, ma con una decisione lucida in cui la rabbia fredda scatta solo nella parte finale» appena lei torna a casa, dice il pm. Il giorno successivo, mette su la «messinscena» sulla fuga «fingendosi disperato». Un delitto che dimostra che «l’essere umano è capace di fare cose drammatiche per crudeltà. È la banalità del male» per la quale Impagnatiello non ha attenuanti.