Weltschmerz
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Il termine "malattia mentale", data la definizione standard di malattia come deviazione fisicamente osservabile nella struttura e nella funzione del corpo, universalmente riconosciuta come indesiderabile (soprattutto da paziente e medico), è solo una metafora che descrive la sofferenza psichica ed è incoerente come descrizione letterale di una malattia. Se si dimostrasse infatti che ciò in cui consiste una certa malattia mentale è in realtà uno spettro di sintomi, come nel caso della malattia di Huntington (una chiara malattia cerebrale con sintomi comportamentali), allora la malattia sarebbe effettivamente reale, ma sarebbe anche, come ogni altra malattia, di natura fisica, non mentale, e quindi l’idea che la condizione originariamente identificata come “mentale” fosse davvero mentale dovrebbe essere necessariamente abbandonata. Tale malattia diventerebbe perciò di competenza del neurologo. Quando uno psichiatra ti diagnostica la depressione, ad esempio, egli sta semplicemente sostenendo che una serie di tuoi comportamenti e pensieri rientri nella categoria (arbitraria) denominata depressione, ma ciò non spiega nulla di quali siano le cause del tuo malessere. Se vai da un vero medico, come l’ortopedico, e dici che ti fa male la gamba, non ti verrà diagnosticato il “maldigamba”, ma ti verrà fatta una lastra per dimostrare che la causa del tuo male alla gamba è una frattura.
Le cosiddette malattie mentali non hanno cause biochimiche rilevabili, e infatti non vengono effettuate osservazioni empiriche del cervello per diagnosticare tali "malattie", è sufficiente il giudizio morale di uno psichiatra che bolla determinati pensieri, sentimenti o comportamenti come sbagliati. Fino al 1974 l'omosessualità era inclusa nel DSM ed era considerata una malattia, non perché esistesse un modo oggettivo per individuare biologicamente l'omosessualità o perché l'omosessualità fosse il risultato di qualche tipo di danno cerebrale; l'omosessualità era, come tutte le malattie mentali, semplicemente un comportamento deviante. All'omosessualità fu infine tolto lo status di malattia, non perché qualcuno avesse fatto una scoperta rivoluzionaria sul fatto che l'omosessualità non fosse una sorta di malattia mentale, neurologica o di altro tipo, ma perché il movimento LGBT dell'epoca protestò contro questa classificazione e la psichiatria si piegò alle pressioni politiche.
La psichiatria è bigottismo medicalizzato, è un'arma nella cassetta degli attrezzi del controllo sociale sponsorizzato dallo Stato. Le "malattie mentali" non sono vere malattie del corpo o del cervello, sono pensieri, sentimenti e comportamenti che i nostri padroni ritengono dirompenti per l'ordine sociale. Un tempo era essere gay, adesso è essere "depressi", "bipolari", ecc. In pratica tutti i pensieri che non sono adatti a renderti un lavoratore efficiente sono pensieri malati, e soprattutto non è l'ambiente in cui ti trovi a causare questi pensieri, sono le sostanze chimiche cerebrali a costituire un problema.
Le cosiddette malattie mentali non hanno cause biochimiche rilevabili, e infatti non vengono effettuate osservazioni empiriche del cervello per diagnosticare tali "malattie", è sufficiente il giudizio morale di uno psichiatra che bolla determinati pensieri, sentimenti o comportamenti come sbagliati. Fino al 1974 l'omosessualità era inclusa nel DSM ed era considerata una malattia, non perché esistesse un modo oggettivo per individuare biologicamente l'omosessualità o perché l'omosessualità fosse il risultato di qualche tipo di danno cerebrale; l'omosessualità era, come tutte le malattie mentali, semplicemente un comportamento deviante. All'omosessualità fu infine tolto lo status di malattia, non perché qualcuno avesse fatto una scoperta rivoluzionaria sul fatto che l'omosessualità non fosse una sorta di malattia mentale, neurologica o di altro tipo, ma perché il movimento LGBT dell'epoca protestò contro questa classificazione e la psichiatria si piegò alle pressioni politiche.
La psichiatria è bigottismo medicalizzato, è un'arma nella cassetta degli attrezzi del controllo sociale sponsorizzato dallo Stato. Le "malattie mentali" non sono vere malattie del corpo o del cervello, sono pensieri, sentimenti e comportamenti che i nostri padroni ritengono dirompenti per l'ordine sociale. Un tempo era essere gay, adesso è essere "depressi", "bipolari", ecc. In pratica tutti i pensieri che non sono adatti a renderti un lavoratore efficiente sono pensieri malati, e soprattutto non è l'ambiente in cui ti trovi a causare questi pensieri, sono le sostanze chimiche cerebrali a costituire un problema.