Le 5 fasi dell'accelerazione in italia

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Sintesi condivisibile. Vorrei aggiungere una chiosa personale. Essendo cresciuto a stretto contatto con il mondo agricolo posso testimoniare che una cospicua maggioranza dei contadini che conosco, nata attorno agli 50, non si è mai sposata. Questi soggetti sono stati i primi a soccombere in silenzio di fronte ai tempi che cambiavano. La cosiddetta emancipazione femminile che serpeggiava negli anni 60 per esplodere nel 68 li ha travolti come un'onda anomala e si sono ritrovati soli con i propri attrezzi, i loro animali, la loro amata dura terra. Buffo che solo un paio di decenni prima i loro padri erano uomini ambiti dalle ragazze, che sgomitavano per diventare mogli di mezzadri o fittavoli a cui avrebbero regalato un nutrito numero di pargoli. Ora stiamo vivendo solamente gli effetti di questa onda lunga che non troppo tempo fa ha fatto annegare sogni e speranze di quei contadini. Che tristezza che mi suscitano quando li incrocio passare in bicicletta, ormai vecchi e malconci, in un mondo che sembra essersi fermato.
Mi ricorda il film metà 80 "Il ragazzo di campagna" con Pozzetto, lui contadino 40enne single che emigra in città, si trasferisce in un loculo e conosce il cugino incel, si innamora di una donna emancipata figlia del '68 un po' zoccola e ci rimane sotto per lei, alla fine se ne torna mestamente a casa. Ci hanno aggiunto soltanto il finale blupillato con la ventenne Mariarosa altrimenti sarebbe stato un film inconsapevolmente redpillato nella sua apparente leggerezza.
 
Sintesi condivisibile. Vorrei aggiungere una chiosa personale. Essendo cresciuto a stretto contatto con il mondo agricolo posso testimoniare che una cospicua maggioranza dei contadini che conosco, nata attorno agli 50, non si è mai sposata. Questi soggetti sono stati i primi a soccombere in silenzio di fronte ai tempi che cambiavano. La cosiddetta emancipazione femminile che serpeggiava negli anni 60 per esplodere nel 68 li ha travolti come un'onda anomala e si sono ritrovati soli con i propri attrezzi, i loro animali, la loro amata dura terra. Buffo che solo un paio di decenni prima i loro padri erano uomini ambiti dalle ragazze, che sgomitavano per diventare mogli di mezzadri o fittavoli a cui avrebbero regalato un nutrito numero di pargoli. Ora stiamo vivendo solamente gli effetti di questa onda lunga che non troppo tempo fa ha fatto annegare sogni e speranze di quei contadini. Che tristezza che mi suscitano quando li incrocio passare in bicicletta, ormai vecchi e malconci, in un mondo che sembra essersi fermato.
Considerazione che fa riflettere anche me, ora che mi ci fai pensare, che vicino al mondo contadino direi di non essere tanto stato; un paio di agricoltori amici di famiglia in particolare mi sovvengono, entrambi di buona estetica, fattivi e di distinte qualità umane, nient'affatto bifolchi, anche discretamente benestanti, le cui sorellle (per entrambi!) facevano quel che potevano per propagandare il fratello, ma niente, forse uno di loro ad un certo punto ebbe una relazione, ma infine sono rimasti scapoli. Epitome dell'involuntary celibate.
 
Mi ricorda il film metà 80 "Il ragazzo di campagna" con Pozzetto, lui contadino 40enne single che emigra in città, si trasferisce in un loculo e conosce il cugino incel, si innamora di una donna emancipata figlia del '68 un po' zoccola e ci rimane sotto per lei, alla fine se ne torna mestamente a casa. Ci hanno aggiunto soltanto il finale blupillato con la ventenne Mariarosa altrimenti sarebbe stato un film inconsapevolmente redpillato nella sua apparente leggerezza.

Infatti quel film, che da bambino o giovincello prendevo a ridere, non mi fa più per niente ridere, come del resto Fantozzi...
 
È sempre stato difficile per gli uomini non al top. Le donne da che mondo è mondo disprezzano i maschi, solo che prima non avevano lavoro e avevano bisogno del marito, ma poi erano anche femminili, avevano istinto materno e volevano i figli.
Ora sono solo delle creature consumistiche, malate di viaggi. Fondamentalmente perché sono delle asociali e infelici. Chi sta bene con se stesso è appagato anche solo dalla famiglia e dal vicinato e non ha necessità di viaggiare per evadere, trovare sempre emozioni nuove.
Sono rabbiose, malmostose e possono trovare un surrogato di affetto e maternità solo negli animali domestici.

Sarebbe interessante anche studiare l'andamento del sesso maschile, che dopo aver toccato l'apice del mortodifighismo negli anni precedenti ora sembra che lentamente stia acquisendo una nuova consapevolezza. Sono sempre di più i maschi che si rifiutano di fare coppia con donne inadeguate o dal brutto carattere.
Arriverà un tempo, e lo spero per voi giovani, io lo posso solo vedere da dietro un vetro, come i vecchi guardano i cantieri, in cui la donna non sarà più al centro di tutte le dinamiche sociali e dovrà scendere un gradino dal piedistallo.
 
Sintesi condivisibile. Vorrei aggiungere una chiosa personale. Essendo cresciuto a stretto contatto con il mondo agricolo posso testimoniare che una cospicua maggioranza dei contadini che conosco, nata attorno agli 50, non si è mai sposata. Questi soggetti sono stati i primi a soccombere in silenzio di fronte ai tempi che cambiavano. La cosiddetta emancipazione femminile che serpeggiava negli anni 60 per esplodere nel 68 li ha travolti come un'onda anomala e si sono ritrovati soli con i propri attrezzi, i loro animali, la loro amata dura terra. Buffo che solo un paio di decenni prima i loro padri erano uomini ambiti dalle ragazze, che sgomitavano per diventare mogli di mezzadri o fittavoli a cui avrebbero regalato un nutrito numero di pargoli. Ora stiamo vivendo solamente gli effetti di questa onda lunga che non troppo tempo fa ha fatto annegare sogni e speranze di quei contadini. Che tristezza che mi suscitano quando li incrocio passare in bicicletta, ormai vecchi e malconci, in un mondo che sembra essersi fermato.
Questa statistica mi spiazza. Qui in Abruzzo la stragrande maggioranza degli uomini di quella generazione, contadini compresi, si è sposata e ha figliato. Sei del nord? Magari di una zona vicina a città medio-grandi?
 
Sintesi condivisibile. Vorrei aggiungere una chiosa personale. Essendo cresciuto a stretto contatto con il mondo agricolo posso testimoniare che una cospicua maggioranza dei contadini che conosco, nata attorno agli 50, non si è mai sposata. Questi soggetti sono stati i primi a soccombere in silenzio di fronte ai tempi che cambiavano. La cosiddetta emancipazione femminile che serpeggiava negli anni 60 per esplodere nel 68 li ha travolti come un'onda anomala e si sono ritrovati soli con i propri attrezzi, i loro animali, la loro amata dura terra. Buffo che solo un paio di decenni prima i loro padri erano uomini ambiti dalle ragazze, che sgomitavano per diventare mogli di mezzadri o fittavoli a cui avrebbero regalato un nutrito numero di pargoli. Ora stiamo vivendo solamente gli effetti di questa onda lunga che non troppo tempo fa ha fatto annegare sogni e speranze di quei contadini. Che tristezza che mi suscitano quando li incrocio passare in bicicletta, ormai vecchi e malconci, in un mondo che sembra essersi fermato.
Se vogliamo vederla proprio tutta il casino è iniziato dalla rivoluzione francese
 
Per me migliore decennio gli anni 2000, ma solo perché prima non ero ancora nato e dopo è andato tutto in merda. Mi sarebbe piaciuto vivere negli anni 80/90
 
Bellissimo racconto e bellissima inventiva,mi hai trasmesso quel sentimento di gusto di passato mai assaporato essendo io 2001

Nella parte 5 comunque,ormai la svolta si sta avvicinando, perché oggettivamente il sistema è portato avanti dai maschi,e se una buona fetta, sempre crescente non è soddisfatta,la ribellione arriverà, è sempre stato così.

Magari non violenta,ma con un accasciamento di massa progressivo con la dipartita dal mondo del lavoro.

Bisognerebbe attivamente fare propaganda per incrementare la rabbia sociale del maschio
 
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