L'Imprenditore Calisto Tanzi pagó per il crac della Parmalat e per quello che fece?

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Calisto Tanzi è stato condannato a pene detentive significative per i suoi reati legati al crac Parmalat, incluso bancarotta fraudolenta e aggiotaggio. Nel 2010 il Tribunale di Parma lo condannò a 18 anni di carcere per bancarotta fraudolenta riguardante il crac ParmaLat da 14 miliardi di euro, con un obbligo di risarcimento di 2 miliardi di euro alla Parmalat nuova. Successivamente la Cassazione ridusse parte delle condanne per prescrizione, abbassando alcune pene tra cui quella per aggiotaggio a 8 anni e un mese. Tanzi, inizialmente incarcerato, ha poi ottenuto gli arresti domiciliari per motivi di salute dopo circa due anni di reclusione in carcere. Inoltre, nel 2013 ha patteggiato una pena di 8 mesi per altri filoni del crac Parmalat e la distrazione di fondi verso la Parma Calcio.


In sintesi, sì, Calisto Tanzi ha pagato con pene detentive (carcere e domiciliari) e con obblighi di risarcimento per i reati da lui commessi nel crac Parmalat, anche se parte della pena è stata ridotta e ha beneficiato di misure alternative come gli arresti domiciliari per ragioni di salute.

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Al momento della sua morte, il patrimonio economico di Calisto Tanzi era estremamente limitato rispetto al passato da magnate della Parmalat. Secondo quanto riportato, alla morte (1 gennaio 2022) Tanzi risultava socio accomandante di una società in accomandita semplice senza altri beni immobili o significativi intestati a suo nome.


Tuttavia, circa dodici anni prima era stato scoperto un tesoro d’arte nascosto, incluso quadri di Van Gogh, Monet, Picasso e altri, stimato intorno a 100 milioni di euro, che era stato sequestrato dalle autorità. Nonostante ciò, al momento del decesso Tanzi non risultava in possesso diretto di beni di valore equivalente, poiché quel patrimonio era stato oggetto di inchieste e sequestri giudiziari.


In sintesi, Calisto Tanzi morì con un patrimonio netto personale molto ridotto, senza beni immobili intestati, ma con un passato legato a un valore importante in opere d’arte sequestrate valutate intorno a 100 milioni di euro e con gravi debiti legati al crac Parmalat, che fu uno dei più grandi della storia del capitalismo europeo.
 
In una grande societa' per azioni ci sono revisiori dei conti e collegio sindacale. Se quotata anche Consob, banche. Dubito che Tanzi fosse da solo nel malaffare.
 
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