Se nella storia dovessimo cercare un ordine di cavalieri che possa rappresentare questo forum (ormai rientrerebbero solo pochi utenti), beh, faccio fatica a non pensare ai Cavalieri di San Lazzaro. Era un ordine monastico cavalleresco sotto i cavalieri del tempio, i cosiddetti templari, ma con una peculiarità che lo rendeva unico, erano tutti lebbrosi. Quest’ordine prese parte attivamente alle crociate.
Nonostante la malattia, che comportava volti sfigurati, piaghe ovunque e dolori continui, questi uomini combattevano fino alla morte per il loro credo. Bisogna immaginarseli, un gruppo di sub 3, emarginati anche all’interno dello stesso ordine, mal equipaggiati perché i Templari destinavano loro meno risorse, usati spesso come carne da cannone. Erano messi in prima linea, considerati sacrificabili.
La cosa assurda è che, per via della lebbra, dopo un certo punto rendeva il corpo meno sensibile al dolore. Erano quasi dei morti che camminano, soldati che, pur massacrati dalle ferite, continuavano a combattere finché non esalavano l’ultimo respiro. Una sorta di kamikaze medievali, spinti solo da fede e disperazione.
Quando ho letto di loro mi sono fermato a riflettere. Al di là del contesto religioso, quello che colpisce è che, nonostante la malattia e l’evidente carenza estetica che li portava ad essere emarginati, sono riusciti comunque a trovare uno scopo. Qualcosa in cui credere, qualcosa per cui vivere e, se necessario, morire. Questo lo rispetto molto. Certo, la religione per loro era solo un cope, un modo per dare senso a un’esistenza altrimenti già condannata. Però, in qualche modo, ci sono riusciti. E se pur poco rilevanti, sono rimasti una nota a margine nella storia.
Nonostante la malattia, che comportava volti sfigurati, piaghe ovunque e dolori continui, questi uomini combattevano fino alla morte per il loro credo. Bisogna immaginarseli, un gruppo di sub 3, emarginati anche all’interno dello stesso ordine, mal equipaggiati perché i Templari destinavano loro meno risorse, usati spesso come carne da cannone. Erano messi in prima linea, considerati sacrificabili.
La cosa assurda è che, per via della lebbra, dopo un certo punto rendeva il corpo meno sensibile al dolore. Erano quasi dei morti che camminano, soldati che, pur massacrati dalle ferite, continuavano a combattere finché non esalavano l’ultimo respiro. Una sorta di kamikaze medievali, spinti solo da fede e disperazione.
Quando ho letto di loro mi sono fermato a riflettere. Al di là del contesto religioso, quello che colpisce è che, nonostante la malattia e l’evidente carenza estetica che li portava ad essere emarginati, sono riusciti comunque a trovare uno scopo. Qualcosa in cui credere, qualcosa per cui vivere e, se necessario, morire. Questo lo rispetto molto. Certo, la religione per loro era solo un cope, un modo per dare senso a un’esistenza altrimenti già condannata. Però, in qualche modo, ci sono riusciti. E se pur poco rilevanti, sono rimasti una nota a margine nella storia.