Outsider
Member
Ho 37 anni.
Una vita passata nella depressione, a cercare di trovare me stesso senza mai riuscirci.
Una malattia che mi perseguita dai miei 12 anni, che potevo gestire molto meglio e che invece ho gestito male, sempre a causa della depressione che mi ha spinto verso il cibo e l'alcool.
Una serie di sogni mai realizzati e che non realizzerò mai.
Una carriera decisa troppo tardi e che forse sto altresì perdendo proprio in questi giorni, non riuscendo a studiare...
Insomma, mi guardo indietro e io vedo solo il brutto della mia esistenza, mentre il bello è costituito da pochi, brevi momenti.
Quei brevi momenti, se ricapitassero ora come ora, non riuscirei a godermeli.
Non ce la faccio.
Ed in tutto questo, negli ultimi due anni è arrivata lei. Sembrava venir fuori da una canzone di De Andrè, maestra d'amore e di sesso, una bellissima dannazione.
Sapevo che non mi sarebbe ricapitato più niente del genere. Ma sapevo anche cosa mi aveva detto lei: "Restiamo due persone libere. Viviamoci il momento". Vuol dire scopamicizia senza impegno, vuol dire "mi hai, per ora che siamo qui, ma in realtà non hai un bel niente".
Io lo sapevo. Il mio cervello lo sapeva.
Ma il mio cervello sapeva anche da dove venivo, e cosa mi aspettava dopo il suo addio. Questo. Il vuoto intorno a me. La solitudine, il nulla e la dolorosa consapevolezza del ricordo, che quasi maledici perchè è troppo lontano dalla tua realtà attuale.
Non mi vergogno di averla amata nonostante volesse solo il sesso. Una parte di me sa che non è stato solo sesso. Che se è durata per due anni (sebbene quasi certamente avesse anche altri), in qualche modo qualcosa sono valso anche per lei. Se non altro mi illudo che sia così, ma forse non c'è nemmeno tanto bisogno di illudersi. Fatico a crederle quando lei dice che sono una delle persone migliori che lei conosca, vorrei tanto farlo ma penso solo che siano le carinerie di chi ti sta dilaniando il cuore. Ma non mi pento di niente.
Ho provato di tutto per tenerla nella mia vita il più possibile, fino al recente punto di rottura di questa estate.
Sono diventato patetico. Le ho scritto da ubriaco almeno per cercare di salvare il bel rapporto che si era creato. Lei ha confermato le sue scelte ma non con mancanza di tatto. Sempre perfetta, mai acida né cattiva, anche se questo magari avrebbe facilitato le cose. Mi ha detto delle parole stupende mentre infilava il suo coltello nel mio addome. E mentre lo estraeva io continuavo ad amarla.
Patetico, lo sto dicendo io, non c'è bisogno che inferiate anche voi.
Ho pianto, ho sofferto e continuo a soffrire.
E dire che non siamo mai stati insieme. Non ci sentivamo tutti i giorni, ma una volta ogni tot settimane/mesi. Non l'ho mai avuta, se non in singole sparute notti d'estate.
Mi manca lo stesso.
Venendo da dove vengo, una parte di me sperava che una persona così speciale potesse davvero trovarmi interessante. Che tutto quello che avevo costruito in questi anni per cercare di migliorare come persona, avesse un senso. E invece un senso non ce l'ha avuto se non quello di ispirarmi tante parole poetiche del cazzo.
Lei è andata, non tornerà. È felice con altri.
Io sono qui, al punto zero, ancora una volta.
E non c'è nessun altro.
Una vita passata nella depressione, a cercare di trovare me stesso senza mai riuscirci.
Una malattia che mi perseguita dai miei 12 anni, che potevo gestire molto meglio e che invece ho gestito male, sempre a causa della depressione che mi ha spinto verso il cibo e l'alcool.
Una serie di sogni mai realizzati e che non realizzerò mai.
Una carriera decisa troppo tardi e che forse sto altresì perdendo proprio in questi giorni, non riuscendo a studiare...
Insomma, mi guardo indietro e io vedo solo il brutto della mia esistenza, mentre il bello è costituito da pochi, brevi momenti.
Quei brevi momenti, se ricapitassero ora come ora, non riuscirei a godermeli.
Non ce la faccio.
Ed in tutto questo, negli ultimi due anni è arrivata lei. Sembrava venir fuori da una canzone di De Andrè, maestra d'amore e di sesso, una bellissima dannazione.
Sapevo che non mi sarebbe ricapitato più niente del genere. Ma sapevo anche cosa mi aveva detto lei: "Restiamo due persone libere. Viviamoci il momento". Vuol dire scopamicizia senza impegno, vuol dire "mi hai, per ora che siamo qui, ma in realtà non hai un bel niente".
Io lo sapevo. Il mio cervello lo sapeva.
Ma il mio cervello sapeva anche da dove venivo, e cosa mi aspettava dopo il suo addio. Questo. Il vuoto intorno a me. La solitudine, il nulla e la dolorosa consapevolezza del ricordo, che quasi maledici perchè è troppo lontano dalla tua realtà attuale.
Non mi vergogno di averla amata nonostante volesse solo il sesso. Una parte di me sa che non è stato solo sesso. Che se è durata per due anni (sebbene quasi certamente avesse anche altri), in qualche modo qualcosa sono valso anche per lei. Se non altro mi illudo che sia così, ma forse non c'è nemmeno tanto bisogno di illudersi. Fatico a crederle quando lei dice che sono una delle persone migliori che lei conosca, vorrei tanto farlo ma penso solo che siano le carinerie di chi ti sta dilaniando il cuore. Ma non mi pento di niente.
Ho provato di tutto per tenerla nella mia vita il più possibile, fino al recente punto di rottura di questa estate.
Sono diventato patetico. Le ho scritto da ubriaco almeno per cercare di salvare il bel rapporto che si era creato. Lei ha confermato le sue scelte ma non con mancanza di tatto. Sempre perfetta, mai acida né cattiva, anche se questo magari avrebbe facilitato le cose. Mi ha detto delle parole stupende mentre infilava il suo coltello nel mio addome. E mentre lo estraeva io continuavo ad amarla.
Patetico, lo sto dicendo io, non c'è bisogno che inferiate anche voi.
Ho pianto, ho sofferto e continuo a soffrire.
E dire che non siamo mai stati insieme. Non ci sentivamo tutti i giorni, ma una volta ogni tot settimane/mesi. Non l'ho mai avuta, se non in singole sparute notti d'estate.
Mi manca lo stesso.
Venendo da dove vengo, una parte di me sperava che una persona così speciale potesse davvero trovarmi interessante. Che tutto quello che avevo costruito in questi anni per cercare di migliorare come persona, avesse un senso. E invece un senso non ce l'ha avuto se non quello di ispirarmi tante parole poetiche del cazzo.
Lei è andata, non tornerà. È felice con altri.
Io sono qui, al punto zero, ancora una volta.
E non c'è nessun altro.