Perdita del linguaggio

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Per chi ha letto qualche altro mio post, saprà già che 1 non ho amici, zero e 2 (sorpresa!) zero figa. Sono uno studente quindi che interagisce con gli altri solo in sala pesi - in cui dopo molto tempo ho iniziato a parlicchiare - e quando faccio arti marziali - in cui si parla piu o meno per forza. Per il resto, quindi, il mondo è come se non mi cercasse, e quindi si perde la capacità di parlare, sia oralmente che fisicamente.
Per conservare la capacità di parlare oralmente, un metodo l'avevo trovato: leggere ad alta voce per tot tempo pagine di uno dei libri che mi passano sottomano di volta in volta.
Per conservare invece quella di parlare "fisicamente" - cioè al pc o su carta - invece dedicare tot tempo al giorno per scrivere, al pc o su carta, riflessioni sulle mie varie aree della vita: in generale, sullo studio, sullo sport. Questo è quello che consiglia di fare Jordan Peterson in generale. fare pratica non solo a recepire il linguaggio altrui, ma pure a produrlo. Vende anche un programma di scrittura guidata che si chiama "self authoring" in cui in sostanza devi scrivere un po' sul tuo passato, sui problemi del presente e sul futuro che vorresti: e questo programma è già stato testato mostrando che produce significativi miglioramenti nella vita, ad esempio riducendo l'abbandono universitario degli studenti a rischio. Funziona perchè obbligandoti a parlare ti obblighi a dividere il mondo in "pezzi". Praticamente, scrivere sul presente, passato e futuro è come fare "stretching" per la mente, mentre vivere la vita senza parlare è come quando ci si allena tanto con i pesi ma non facendo stretching si diventa rigidi.


Quindi, in teoria, se facessi sia la parte orale sia la parte scritta - non per forza la cosa di Peterson, dato che viene 30 euro che sono pochi ma ormai ha parlato pubblicamente cosi tanto di sto programma che alla fine uno lo puo fare anche da solo, e si risparmiano i soldi - non perderei la capacità di parlare, nè con bocca ne con mano, o perlomeno non cosi tanto.
Il problema, però, è che l'accascio che sto avendo specialmente in questo periodo, fa si che io sia anche apatico, quindi anche agire, dovere scrivere una parola o leggere una riga ad alta voce, diventano attività che sono come sollevare macigni, e le sto abbandonando. Ad esempio, se dopo che mi alleno mi obbligo a scrivere per 15 minuti su come è andato l'allenamento, o se dopo che studio per un'ora mi "chiedo" di scrivere per 30 minuti su cosa ho imparato, è come se dentro di me ci fosse solo silenzio, tirare fuori parole è una tortura. L'unica volta che la mia mente sembra attiva è in realtà quando è passiva: ed è passiva di solito quando sono nervoso, in cui sia la fantasia (immaginazione) che il linguaggio (il discorso interno) sono praticamente imbizzarriti.
Però invece se provo a parlare volontariamente è come se mi mancasse lo stimolo. E per questo sto iniziando a pensare che parlare non è tanto innato, non è molto istintivo: è un'abilità che è in mezzo a tanti stimoli sociali che ricevi: se non li hai il mondo diventa uno sfondo, al quale reagisci e basta, ma sul quale dimentichi di potere agire.
Il nome dei disturbi del linguaggio solitamente è "afasia", dove ci sono sia quelli di ricezione che di produzione, e diverse parti della ricezione e produzione possono essere intaccate. Nel mio caso, è la produzione a stare perdendo colpi. Di solito la base è fisica, ma l'esordio può essere anche "sociale", dato che piu uno sta in una situazione sociale piu il corpo e il cervello se ne ricordano. Forse tra 10 anni sarò afasico del tutto, chissà. Dipende da quanto mi accascio
 
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