Piero Armenti sospeso per un anno dall'Ordine dei Giornalisti: adesso parla lui!...
pieroarmenti.substack.com
Riassunto:
• Piero Armenti racconta la sua esperienza con l'Ordine dei giornalisti campano e la sua sospensione.
• Nel 2006, dopo aver superato l'esame di giornalista, trova difficoltà a trovare lavoro in Campania.
• Decide di trasferirsi in America per dimostrare il suo valore e diventa imprenditore.
• Sviluppa una pagina Facebook di successo, "Il Mio viaggio a New York", e si disinteressa dell'Ordine dei giornalisti.
• Nel 2025, riceve notizie di un procedimento disciplinare a suo carico, senza sapere chi lo ha denunciato.
• Armenti considera l'esposto come un attacco da parte di un hater e non si preoccupa della situazione.
• Sostiene che l'Ordine non può limitare la sua libertà di impresa e che i social media sono parte della sua vita, non del giornalismo.
• Critica l'interpretazione restrittiva delle norme deontologiche da parte dell'Ordine.
• Riflessioni sulla sua carriera e sul fatto che il tesserino di giornalista non è più necessario per esprimere opinioni.
• Conclude che la sua scelta di trasferirsi in America è stata la migliore della sua vita e si diverte della situazione con l'Ordine.
La Versione di Piero Armenti
ORA PARLO IO. Vi spiego tutta la verità sulla sospensione dall'Ordine dei giornalisti campano, e tanto altro (mi tolgo anche qualche sassolino dalla scarpa)
Riassunto:
• Piero Armenti racconta la sua esperienza con l'Ordine dei giornalisti campano e la sua sospensione.
• Nel 2006, dopo aver superato l'esame di giornalista, trova difficoltà a trovare lavoro in Campania.
• Decide di trasferirsi in America per dimostrare il suo valore e diventa imprenditore.
• Sviluppa una pagina Facebook di successo, "Il Mio viaggio a New York", e si disinteressa dell'Ordine dei giornalisti.
• Nel 2025, riceve notizie di un procedimento disciplinare a suo carico, senza sapere chi lo ha denunciato.
• Armenti considera l'esposto come un attacco da parte di un hater e non si preoccupa della situazione.
• Sostiene che l'Ordine non può limitare la sua libertà di impresa e che i social media sono parte della sua vita, non del giornalismo.
• Critica l'interpretazione restrittiva delle norme deontologiche da parte dell'Ordine.
• Riflessioni sulla sua carriera e sul fatto che il tesserino di giornalista non è più necessario per esprimere opinioni.
• Conclude che la sua scelta di trasferirsi in America è stata la migliore della sua vita e si diverte della situazione con l'Ordine.