Leggendo i tuoi messaggi mi sono accorto che abbiamo storie di vita molto simili seppur con il filtro del forum, essendo coetanei (io 36) abbiamo condiviso anche gli anni di formazione nel periodo storico di allora che offriva sicuramente più opportunità rispetto a quello odierno ma richiedeva altre qualità caratteriali che adesso sarebbero messe in secondo piano rispetto alla pura estetica. Secondo il mio modesto parere, è tutto un miscuglio tra educazione indotta e non, esperienze negative, genetica, luogo in cui si è cresciuti, vita familiare vissuta, traumi vari: ogni singolo fottuto giorno dai tre mesi antecedenti la nascita fino ai 16 anni è determinante, basta un niente per cambiare tutto amalgamato alle condizioni ambientali esposte prima. Il cervello, per autodifesa, permette di farti campare decentemente per periodi più o meno lunghi durante la giovinezza (la psicoterapia è particolarmente efficace in quell'età proprio per il fatto che si ha necessità di una guida autorevole da seguire, non tanto per le teorie che aiutano di per sé ) ma poi alla fine della sua formazione ne chiede il conto con gli interessi, e tutto il lavoro e la vita non vissuta vengono reclamati a forza, ci si risveglia come da una anestesia ed il risveglio è problematico. Non sono riuscito a trovare risposte se non quelle di venire a patti con la mia mente, cercare di sopravvivere giorno per giorno evitando di guardare troppo al futuro. Nel mio caso mi sono reso conto sin da giovanissimo che qualcosa non andava ma la mia unica arma di difesa è stato l'isolamento in quel periodo considerando che non avevo praticamente nessuno per le solite dinamiche familiari disfunzionali infantili ed adolescenziali e nessuno al di fuori di esse avendo vissuto in un clima scolastico terrorizzante ed una realtà di provincia. So soltanto che da bambini e da giovani si assorbono e si capiscono molte più cose rispetto a quello che comunemente si crede ma con l'aggravante che questi processi traumatici hanno bisogno di qualcuno che ti stia vicino per poterli metabolizzare al meglio, degli amici, un gruppo, una figura di riferimento come un mentore od un professore, per i più fortunati, una ragazzina che ti vede affascinante, altrimenti, nel migliore dei casi, ci si ritrova confusi e si va avanti nel trial and error trovando alla fine una propria strada prima dell'età di mezzo e, nel peggiore, ci si vota all'autodistruzione inconsapevole per poi ritrovarsi per esaurimento a ricercare le cause di tanto dolore vissuto. Non penso di averti risposto sufficientemente considerato che ho scritto di getto ma sono dinamiche talmente complesse che uno non riesce a trovare una risposta nemmeno dopo anni di introspezione. Io, per sfinimento, sono arrivato alla conclusione che doveva andare così, troppe le variabili da considerare. Comunque, se vuoi puoi farmi domande più specifiche, cercherò di risponderti al meglio, potrebbe essere d'aiuto sia per me che per te.