quanti di voi sono convinti che all'origine di tutti i propri casini vi sia la famiglia

anche se passa spesso come un ragionamento immaturo e non prendersi le proprie responsabilità
siamo letteralmente il frutto genetico e anche del modo in cui siamo stati allevati

questi ragionamenti non piacciono perche alle persone piace l idea che siamo noi gli artefici del nostro destino

in base a dove sei cambi , anche con la stessa genetica.. anche se sei esattamente lo stesso individuo e vieni messo nella famiglia A onella famiglia B da adulto sarai diverso

al top delle cose di disagio ci sono: un parente ha problema di droghe o alcolismo, un genitore ha problemi di tradire, dalla mamma fa sempre più male o anche se è troia. la madre di un mio amico portava un uomo diverso ogni qualche mese a casa.. inutile dirvi che è cresciuto fortemente disturbato.
litigi tra genitori, o verbali o ancora peggio se mischiati anche con violenze fisiche.
umiliazioni verbali verso figli "sei stupido ecc, sei una merda "
problemi economici che ti fanno sentire diverso da gli altri.. es fate una gita con la scuola e non ti puoi comprare niente e gli altri si,a o anche mcdonald ecc
abusi sessuali sui figli.. questo penso che rovini quasi completamente una persona.. ma non sottovalutate neanche i punti prima.

isolamento sociale.. i vostri genitori non hanno mai avuto amici o si passava il 90% del tempo in casa, niente uscite niente vacanze ecc
uno dei due genitori è inesistente, padre che si fa i cazzi suoi o completamente assente.. o al contrario madre troppo presente che vede il figlio come una valvola di sfogo o un coping per dargli amore..
il figlio ovviamente è una gioia ma non deve diventare un dispenser di amore o per colmare vuoti allora sei disturbata/o

si può andare avanti vabeh ho elencato le cose principali che ti possono rovinare come persona, ma ce ne saranno molte altre.. e non sono scuse
e non è una responsabilità di una persona rovinata da altri , o meglio non è da dare per scontato che tutte le persone abbiano le palle per uscire da cose del genere

ps mia madre ad esempio una volta ho sbattuto il piede il alluce da bambino contro un gioco al parco e ho cominciato a sanguinare.. e lei mi ha detto che miavrebbero amputato il dito. inutile dirvi che ero terrorizzato.. penso che non ci stia col cervello. incolpo al 100% lei per la mia ipocondria
 
Più passa il tempo e più analizzo il mio passato alla luce della mia situazione attuale, più mi rendo conto che alla base di tutto vi sia il rapporto tra me e i miei genitori che non esito a definire disfunzionale. Ammesso che buona parte della mia personalità poggi su basi genetiche, ritengo che forse siano proprio le dinamiche relazionali tra me e loro alla fine ad aver causato i danni maggiori. Un padre sostanzialmente assente, che vedevo rientrare alla sera solo per lavoro, con cui non mi sono mai confrontato direttamente sin dall'infanzia a livello di giochi con la palla, che non mi ha mai coinvolto nell'affrontare anche fisicamente i piccoli ostacoli per cominciare a costruirmi quella dose minima di sicurezza e fiducia in me stesso per muovermi nel mondo e nella vita; che non mi ha mai stimolato nel farmi capire l'importanza di questi gesti per attivare in me il sistema della ricompensa futura, per provare alla fine piacere nell'affrontare le sfide e tentare di vincerle, in tutti i campi. Che ha confuso il non farmi mancare nulla economicamente per coprire l'assenza di vero amore e affetto a livello emotivo e sentimentale. Una madre sostanzialmente succube di lui (non mi addentro troppo nella descrizione del loro matrimonio, dico solo che a sua volta è stata una unione a dir poco difficile), marito possessivo e a volte anche violento, che si è portata dietro traumi pesantissimi sin dall'infanzia. Due genitori che non si sono mai preoccupati di impartirmi nozioni basilari di educazione sessuale, con mia madre che addirittura qualche tempo addietro rivendicava con fermezza il fatto che i figli dovessero informarsi da soli e al limite andare loro per primi a chiedere ai genitori informazioni solo nel caso di dubbi e perplessità. Un padre che, essendo figlio maschio, durante l'adolescenza tanto per cambiare è sempre stato del tutto assente quando si trattava nel momento decisivo di aiutarmi a capire come funzionano e come muovermi nell'ambito delle relazioni sentimentali tra uomini e donne. Quando il mio disagio esistenziale cominciava ad emergere, da non confondere con una semplice malinconia adolescenziale, mia madre ebbe appena la capacità di cogliere che qualcosa in me non andava ma data la sua situazione lei per prima non era in condizione di sapere cosa fare e a chi rivolgersi. Nelle rare occasioni in cui provava a parlarne con mio padre, lui liquidava la questione dicendo di lasciare stare dato che evidentemente ero fatto così e non c'era ragione di preoccuparsi, manco stessimo parlando di un 40enne fatto e finito. Mai che i miei genitori mi abbiano preso da parte, chiedendomi cosa non andava e prospettandomi la necessità di un percorso psicologico, facendomi capire che loro per me ci sarebbero stati e che mi avrebbero aiutato finalmente a prendere in mano la mia vita, a farne qualcosa di bello in quella fase dove le energie vitali sono al 110% e l'esistenza va presa a pugni cominciando ad avere chiaro cosa si vuole diventare. Mai che mi abbiano guardato dritto in faccia per cogliere i segni dell'apatia, dell'accascio e del trascinamento che già allora mi caratterizzava. Mai che si siano intromessi nei miei studi, che mi abbiano spronato a dare il massimo fin dai tempi del liceo; soprattutto mio padre, della serie "fai quello che ti piace, poi si vedrà", ignorando che questo era il viatico migliore per finire poi a laurearsi in una cosa del tutto inutile e terminare a fare un lavoro di merda per 9 anni della propria vita. Mai che specie mia madre, dal momento che trascorrevo la maggior parte del tempo con lei, mi prendesse da parte facendomi capire la necessità di curare la mia immagine e di non entrare in classe manco fossi uno scappato di casa (fino a 24 anni letteralmente non mi pettinavo, il liceo e l'università li affrontavo con gli stessi capelli con cui scendevo dal letto), di lavarmi regolarmente e di non puzzare. Mai che mi facessero realmente capire l'importanza di coltivare seriamente le amicizie e di non perderle nel corso del tempo, perché questo passa rapidamente e inesorabilmente. In poche parole, mai che mi abbiano fatto capire la necessità di costruirmi uno stile di vita che mi desse soddisfazione, che valesse la pena provare a farlo per non ritrovarsi poi a quasi 40 anni pieno di rimpianti. Scusate il papiro ma volevo condividere con voi tutto questo.
Le situazioni familiari passate e/o presenti sicuramente influiscono sul nostro modo di comportarci e di vedere le cose ma penso che bisognerebbe trovare risposte anche nell' ambiente in cui si vive e della cultura che si respira, altrimenti si trova ostruzione dentro e fuori casa.
 
anche se passa spesso come un ragionamento immaturo e non prendersi le proprie responsabilità
siamo letteralmente il frutto genetico e anche del modo in cui siamo stati allevati

questi ragionamenti non piacciono perche alle persone piace l idea che siamo noi gli artefici del nostro destino

in base a dove sei cambi , anche con la stessa genetica.. anche se sei esattamente lo stesso individuo e vieni messo nella famiglia A onella famiglia B da adulto sarai diverso

al top delle cose di disagio ci sono: un parente ha problema di droghe o alcolismo, un genitore ha problemi di tradire, dalla mamma fa sempre più male o anche se è troia. la madre di un mio amico portava un uomo diverso ogni qualche mese a casa.. inutile dirvi che è cresciuto fortemente disturbato.
litigi tra genitori, o verbali o ancora peggio se mischiati anche con violenze fisiche.
umiliazioni verbali verso figli "sei stupido ecc, sei una merda "
problemi economici che ti fanno sentire diverso da gli altri.. es fate una gita con la scuola e non ti puoi comprare niente e gli altri si,a o anche mcdonald ecc
abusi sessuali sui figli.. questo penso che rovini quasi completamente una persona.. ma non sottovalutate neanche i punti prima.

isolamento sociale.. i vostri genitori non hanno mai avuto amici o si passava il 90% del tempo in casa, niente uscite niente vacanze ecc
uno dei due genitori è inesistente, padre che si fa i cazzi suoi o completamente assente.. o al contrario madre troppo presente che vede il figlio come una valvola di sfogo o un coping per dargli amore..
il figlio ovviamente è una gioia ma non deve diventare un dispenser di amore o per colmare vuoti allora sei disturbata/o

si può andare avanti vabeh ho elencato le cose principali che ti possono rovinare come persona, ma ce ne saranno molte altre.. e non sono scuse
e non è una responsabilità di una persona rovinata da altri , o meglio non è da dare per scontato che tutte le persone abbiano le palle per uscire da cose del genere
come dico sempre, se c'è una cosa che in assoluto vorrei sapere con assoluta certezza prima di morire è quanta parte di responsabilità reco personalmente e quanto invece sia dipeso da fattori al di fuori del mio controllo. il punto è che non c'è percorso psicologico, psicoterapeutico o di analisi che potrà mai darmi una risposta definitiva in questo senso. non posso fare altro che avanzare supposizioni ed ipotesi. comunque anch'io non ho mai potuto tollerare il mantra legato all'essere artefici del proprio destino e della propria felicità, con annessi infiniti sensi di colpa di fronte ai rovesci dell'esistenza.
 
Sì anche io ho avuto questioni familiari non semplici, la principale un padre alcolizzato incapace di prendersi cura dei figli, morto a 50 anni. Per fortuna ho avuto una madre che ha saputo farci da padre e da madre. Ma certe cose ti segnano per sempre
 
io penso che i bambini essendo innocenti e indifesi e puri
rappresentano la spugna perfetta per vari disturbati. sadici, schizofrenici e via dicendo

praticamente essendo completamente senza difese ma nel contempo puliti e puri sono le vittime perfette per sfogarci tutti i tipi di disturbi

mamma mia sto mondo è veramente brutale..
ho conosciuto gente che si divertiva a terrorizzare i figli per poi coccolarli.. spiegatemi come si fa a venire su sani con meccanismi del genere..

cmq la redpill salva sempre.. se sei un redpillato vero probabilmente sarai anche un buon genitore

redpill +whitepill non si sbaglia mai..
invece dall ignoranza e stupidità raramente nasce qualcosa di buono
 
Ho una magistrale in storia, ma non ho mai voluto fare l'insegnante. Ho fatto l'università quasi alla stregua di un percorso automatico senza crederci troppo io per primo, quando sarebbe stato decisamente meglio anche con un semplice diploma cercarsi e trovare un lavoro. All'epoca era possibile farlo, ci sono miei ex compagni di classe che con questo sono finiti a lavorare in aziende importanti e ci sono rimasti facendo un discreto percorso.
Perché escludi l’insegnamento ? Può dare molte soddisfazioni
 
Un tempo credevo ci si potesse emancipare del tutto dalle problematiche familiari indotte ma, come hanno ben espresso gli altri utenti/esse prima di me, il cordone ombelicale invisibile te lo porti appresso per tutta la vita, sarebbe come voler annientare una parte di te. È una catena cui si aggiungono anelli su anelli, una scelta che possiamo fare in tutta la lucidità possibile è quella di non aggiungerne altri anelli al ciclo della sofferenza. Non so te, ma io lo compresi da giovanissimo e decisi che non avrei mai voluto avere figli. Non sono riuscito a trovare altre soluzioni se non quella di coinvolgere meno persone possibili nel mare di dolore, nel creare una sorta di autosufficienza morale che prevedesse soltanto gli istinti basilari per la sopravvivenza, mi trovo ancora a combatterci dopo anni passati nell'illusione e spenderci le energie residue, adesso cerco di vivere il presente soffermandomi quel tanto che basta nel passato, cercando di capire quale possa essere stato il varco oltrepassato della mia condizione odierna.
Sorprendentemente, sul male familiare trasmesso lessi molti libri negli anni a venire riguardanti questa sorta di ciclo della sofferenza generazionale che si trasmetteva di padre in figlio, Zola ne fa una trattazione quasi scientifica nelle sue opere.
 
Un tempo credevo ci si potesse emancipare del tutto dalle problematiche familiari indotte ma, come hanno ben espresso gli altri utenti/esse prima di me, il cordone ombelicale invisibile te lo porti appresso per tutta la vita, sarebbe come voler annientare una parte di te. È una catena cui si aggiungono anelli su anelli, una scelta che possiamo fare in tutta la lucidità possibile è quella di non aggiungerne altri anelli al ciclo della sofferenza. Non so te, ma io lo compresi da giovanissimo e decisi che non avrei mai voluto avere figli. Non sono riuscito a trovare altre soluzioni se non quella di coinvolgere meno persone possibili nel mare di dolore, nel creare una sorta di autosufficienza morale che prevedesse soltanto gli istinti basilari per la sopravvivenza, mi trovo ancora a combatterci dopo anni passati nell'illusione e spenderci le energie residue, adesso cerco di vivere il presente soffermandomi quel tanto che basta nel passato, cercando di capire quale possa essere stato il varco oltrepassato della mia condizione odierna.
Sorprendentemente, sul male familiare trasmesso lessi molti libri negli anni a venire riguardanti questa sorta di ciclo della sofferenza generazionale che si trasmetteva di padre in figlio, Zola ne fa una trattazione quasi scientifica nelle sue opere.
grazie. anch'io comunque rifiuto di mettere al mondo figli, quasi come fosse un imperativo etico.
 
Ne sono convintissimo, anche i miei non mi hanno mai cagato più di tanto, le cose me le sono sempre imparate da solo tra fallimenti e prese per il culo, i miei non hanno amici, gli ho sempre visti da soli, 5 ferie in 15 anni, dai capisci che c'è qualcosa che non va, sono di animo cattivo sempre a parlare male degli altri, tirchi, alla fine come fai a crescere sano? Sinceramente aspetto solo l'eredità visto che sono pure figlio unico.

Per non parlare poi della genetica, non solo prendi l'aspetto fisico ma prendi anche il carattere dai tuoi genitori, io mi reputo intelligente non ai livelli di mio padre però in compenso ho preso ansia, attacchi di panico e fobie varie dalla loro famiglia di pazzi mentali.

Era meglio nascere stupidi ma spensierati
 
Sicuramente la depressione di mia madre e gli acciacchi di papà mi hanno un po' isolato in gioventù. Poi per qualche anno l' influenza nefasta di alcune vicine si casa che volevano farmi mettere con una loro amica c.o. e il parlare male di me in giro quando ho rifiutato e ciò mi ha reso ancora più insicuro
 
Sì anche io ho avuto questioni familiari non semplici, la principale un padre alcolizzato incapace di prendersi cura dei figli, morto a 50 anni. Per fortuna ho avuto una madre che ha saputo farci da padre e da madre. Ma certe cose ti segnano per sempre
Beata te che il tuo è morto, spero tanto che muoia pure il mio!
 
Madre ansiosa fino all'ossessione, padre indifferente/assente ...molto. Non si cresce sicuri in un ambiente simile, se poi ci si aggiunge in età preadolescenziale...no, questo meglio non scriverlo "pubblicamente".
 
I miei problemi lavorativi sono 100% colpa della mia famiglia, li abbiamo tutti in casa, io mia sorella, i miei nipoti e tutti siamo stati cresciuti dalle stesse persone.,...

Per quanto riguarda il resto sono sempre stato lasciato allo stato selvatico o quasi sin da piccolo...
 
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